Il fatto che siano scomparse le gravi patologie da carenza vitaminica come lo scorbuto, la pellagra o il rachitismo, viene spesso preso come un dato inconfutabile che la nutrizione moderna ci fornisce tutti i nutrienti che ci servono. Purtroppo è una visione elementare e scorretta.
Già nel 1937 il Premio Nobel Albert Szent Györgi sostenne che non avere lo scorbuto non significa assolutamente avere livelli ottimali di vitamina C. Oggi sappiamo bene che il divario tra una carenza tale da generare una patologia e i livelli ottimali necessari per mantenere al meglio la macchina metabolica dell’organismo è davvero enorme.
La nutrizione di oggi è ricca di calorie e povera di nutrienti e per questo molti ricercatori sostengono che la maggior parte delle persone sia affetta da microcarenze croniche, non così gravi da creare una malattia acuta ma sufficienti ad accelerare l’invecchiamento e favorire le patologie croniche. Viviamo in un'epoca in cui tutti parlano di personalizzazione.
È corretto ma spesso ci si dimentica che gli appartenenti alla nostra specie condividono il 99.8% del DNA. Per questo motivo, con il passare degli anni, tutti siamo esposti ad alcuni fenomeni che caratterizzano l'invecchiamento e aumentano la propensione a sviluppare patologie. Infiammazione, ossidazione, glicazione, inefficienza mitocondriale e metabolica, perdita di massa muscolare e ossea e stress sono esempi di fenomeni comuni in ognuno di noi e che possono essere rallentati da un'integrazione intelligente.