Il valore della perdita

Il valore della perdita

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Ho da poco perso mio padre e per quanto io non sia più un ragazzino e lui fosse anziano e ammalato, non credo di essere stato veramente pronto a questo momento. Mi manca molto, molto di più di quello che potevo immaginare. Forse essere pronti è impossibile.

Perdere qualcuno che si ama è sempre un trauma. A volte un lutto o un abbandono può diventare un enorme freno a riprendere la propria vita e arriva a condizionare il benessere di una persona in maniera molto profonda.

Per superare i momenti più difficili è utile provare a cercare il significato, il valore di ciò che è accaduto. Per quanto difficile possa essere, dobbiamo chiederci che valore possiamo dare ad una perdita in modo tale da leggerla non come qualcosa che ci danneggia per sempre, ma come un dolore momentaneo che ci fa crescere più forti di prima.

La perdita è prima di tutto paura per quello che non capiamo, per quello che non vogliamo ricordarci della vita, per tutto ciò che non abbiamo la forza di accettare e guardare negli occhi. La perdita è una frattura che spacca e fa a pezzi le nostre finte certezze, una folata di vento potente che spazza via ogni cosa che si trova davanti. In un istante, tutto cambia e nulla torna come prima. 

A cavallo dell'ultimo respiro di chi amiamo viene ridefinito tutto della nostra esistenza. 

Proprio per questo, la perdita è anche una lezione che nessuno vorrebbe mai ricevere. Un'esperienza che ci riporta brutalmente alla realtà transitoria della nostra esistenza. Distrugge in un attimo tutti i tentativi fallimentari che mettiamo in atto per provare a dimenticarci che tutto, veramente tutto,  prima o poi finisce.

Nel ricordarci che siamo temporanei, la perdita diventa anche un formidabile  monito ad apprezzare la vita, ad assaporarla qui ed ora, perché la vita appunto è una materia fragile che può svanire in qualsiasi momento.

Facendoci apprezzare la fragilità della vita, la perdita ci rende più cauti, delicati e rispettosi nei confronti di noi stessi e degli altri. Ci risveglia dal torpore che rende invisibile il vero valore di ogni singolo respiro, di ogni pensiero, di ogni gesto e in particolare delle piccole cose quotidiane, quelle che ci mancano di più quando spariscono.

La perdita può diventare un invito a non essere superficiali nei rapporti, a perdonare, a superare le differenze perché davanti all'immensità della fine, ogni diatriba, anche la più grave diventa piccola e sciocca.

La perdita è anche una forza che contrasta la meschinità e le piccolezze della natura umana, tutte frutto di un attaccamento morboso a tante cose che non contano nulla. 

La perdita è un allenamento a lasciare andare, a mollare la presa, perché alla fine saremo costretti comunque a mollare tutto e a fare quel grande salto verso l'ignoto. 

La perdita è quella grande separazione tra ciò che tocchiamo con mano e che ci illudiamo di possedere e ciò che invece possiamo solo immaginare, sognare e ricordare. È il confine tra desiderio e verità, tra sogno e realtà.

Ma la perdita è anche un inganno, perché tutto continua a vivere in noi se siamo in grado di vederlo. Nulla finisce veramente. Nulla sparisce del tutto. Tutto resta. 

Basta aprire bene gli occhi e il cuore e superare quella maledetta paura. Solo così possiamo scorgere un senso nel nostro percorso su questa terra. Solo così possiamo smettere di piangere e iniziare a sorridere, smettere di sentire la mancanza ed iniziare a ricordare, smettere di sentire il vuoto ed iniziare a riempirci di chi se n'è andato. Solo così, mettendo da parte la paura e abbracciando la vita per quello che è davvero: un attimo favoloso. 

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