Ulteriori conferme scientifiche sulla validità dell’approccio offerto dalla medicina anti-aging.
In un recente numero della prestigiosa rivista Nature, lo scienziato italiano Luigi Fontana, professore alla St. Louis University in USA, sostiene la necessità di trattare l’invecchiamento in quanto tale piuttosto che le sue diverse manifestazioni patologiche.
Si tratta di un suggerimento autorevole che non sorprende però chi si occupa di medicina anti-aging, disciplina che fonda la propria impostazione esattamente sul trattamento dei fenomeni fisiopatologici legati all’invecchiamento.
Fontana sostiene che il trattamento delle singole malattie, modo di procedere tipico della medicina attuale, ha permesso a molte persone di vivere più a lungo ma in condizioni di salute precaria con enormi costi personali e sociali.
D’altra parte diventa sempre più chiaro sul piano scientifico che malattie, apparentemente lontane tra loro, condividono in realtà basi comuni. Per questo alcuni interventi possono sortire effetti preventivi molteplici e a vario livello. Per esempio contrastare infiammazione, stress ossidativo e glicazione attraverso una dieta adeguata e attività fisica regolare ha effetti preventivi su quasi tutte le patologie della terza età.
Ci vogliono 30 o 40 anni di stile di vita scorretto per diventare vittima di una vera e propria malattia che in genere insorge dopo i 60 anni. Tutti quelli anni preziosi per fare prevenzione vengono persi dall’approccio medico classico e sono invece il naturale terreno d’azione della medicina anti-aging. Sempre più scienziati concordano.
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