Lo zucchero fa male, molto più male di quello che la maggior parte delle persone pensa. Anche se oggi se ne parla spesso, l'attenzione che diamo a questo alimento è molto minore di quella data ad altre categorie alimentari come i grassi e le proteine che, rispetto agli zuccheri, non solo sono meno nocivi ma addirittura indispensabili nelle giuste dosi.
Il motivo di questa disattenzione è molto semplice: il dolce piace più o meno a tutti, contribuisce a rendere meno amara la vita e assumerlo non ci fa sentire cattivi nei confronti del mondo e degli animali. L'amico perfetto, ma solo in apparenza purtroppo. Infatti questi fattori che ce lo fanno sembrare simpatico e innocuo non rendono meno seri i danni che ci causa l'eccessiva assunzione di zuccheri vari e di cereali raffinati. Questi alimenti infatti:
Ma i cibi zuccherini hanno un'azione che va molto oltre quella puramente metabolica. Favorendo il rilascio di grandi quantità di dopamina nel cervello, ci appagano e rendono felici ma allo stesso tempo tendono a farci diventare dipendenti e schiavi di un'assunzione continuativa. Sono gli alimenti che più di ogni altro incidono sui nostri comportamenti quotidiani…un po' come fa un burattinaio con il suo burattino.
Le differenze tra i vari tipi di zuccheri sono illusorie: sono tutti potenzialmente dannosi. E altrettanto illusorie purtroppo sono le tante ricette pseudo-salutari che non rinunciano allo zucchero perché non sarebbero buone abbastanza; in genere sono farcite di ingredienti salutari nel tentativo di mascherare quell'unico neo che fa davvero la differenza: i grammi di zucchero appunto.
L'unico modo per proteggersi davvero è esercitare con forza una serie di decisioni concatenate e portarle avanti per un tempo sufficiente, vediamone alcune:
Come per qualsiasi cambiamento, se superi una soglia temporale di circa due mesi, esso diventerà automatico. In altre parole la fatica che un'azione richiede all'inizio diminuisce nel tempo con l'esposizione perché il corpo e la mente si abituano alla nuova condizione e diventa evidente alla persona che è capace di vivere bene nel nuovo contesto. In genere, arrivati all’automaticità, non adottare il nuovo comportamento costa più fatica sul piano psicologico che adottarlo. Per esempio in chi ha superato lo scoglio, l'idea di mettere lo zucchero nel caffè crea più disturbo rispetto al berlo amaro. Non si tratta di un miracolo, di gusti personali innati, di fortuna o di genetica ma semplicemente di abitudini che ognuno di noi può adottare con la giusta strategia.
Oltre alle decisioni strategiche menzionate sopra, per cambiare serve sempre una realizzazione, detta in termini tecnici “un'esperienza emozionale correttiva”. Si tratta di un momento in cui, in genere di colpo, una persona realizza che la fatica di rimanere com'è supera quella richiesta per cambiare. A volte si tratta di un'esperienza reale, altre semplicemente di un cambiamento di prospettiva che permette di vedere il problema sotto un altro profilo.
Rifletti un attimo: ciò che sacrifichi oggi è davvero tanto rispetto alla salute che avrai domani? Preferisci rimanere in balia delle correnti, debole, dipendente dal cibo o da altri vizi che compensano ciò che ti manca nella vita o rimboccarti le maniche e da vittima diventare leader?
Preferisci immaginarti come una zattera alla deriva o come uno scoglio capace di infrangere le onde e di superare ogni tempesta indenne?
Rispondi con sincerità alle domande e tieni presente che immagini apparentemente lontane sono metafore che ci aiutano a riflettere sulla nostra vita da punti di vista diversi. A volte basta questo per prendere una serie di decisioni fondamentali per costruire la nuova versione di noi stessi.
Rimani forte, vivi a pieno.
È una questione di volontà e i risultati ti ripagheranno. Trasforma la tua alimentazione per vivere più a lungo.
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