Perché la motivazione è importante, ma non basta

Perché la motivazione è importante, ma non basta

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Un video molto famoso di Mel Robbins, autrice di bestseller come La Regola dei 5 secondi, definisce la motivazione come autentica “spazzatura”.

La sua teoria è che la motivazione non ci sia mai quando serve davvero e questo perché per fare tutte quelle cose che vuoi fare nella vita, dovrai superare prove difficili, agire nell’incertezza, creandoti più problemi che soluzioni. Almeno all’inizio.

Non è la motivazione a mancare, perché semplicemente abbiamo la tendenza a evitare cose per le quali è richiesta molta forza di volontà. Esitare è umano, dice lei. Ed è fisiologico: è il cervello che ci mette al riparo da un rischio, ingigantendo le possibili conseguenze.

Per cui anche il non agire è una decisione.

Ma la vita è fatta di decisioni prese qua e là e ciò che stiamo cercando non sarebbe la motivazione per fare delle cose, quanto l’abilità per farle.

Questo discorso è condivisibile? Dipende anche dal significato che si attribuisce alla parola motivazione, che condivide la stessa radice etimologica con “muoversi” cioè agire (moveo) e con emozione.

Non è un caso.

La motivazione come fattore emotivo, di spinta a fare qualcosa, può essere facilmente compromessa da vere e proprie paure ancestrali. E può essere identificata con i termini “passione”, “voglia”, “ambizione” (in inglese il termine corretto è drive, che ha una radice simile a “spinta al movimento”).

Se mi segui abbastanza sai bene che attribuisco alla motivazione un valore secondario. O meglio: penso che non ci potrà mai essere un vero cambiamento se la tua motivazione finale coincide con la motivazione iniziale.

La spinta che ti ha portato a lanciare il guanto di sfida non può davvero essere uguale a quella finale, perché è ovvio che dovresti essere cambiato a un certo punto.

L’analogia più corretta che posso fare è quella del ciclista che conquista la maglia gialla, in modo quasi inatteso, e che passa all’obiettivo di vincere la corsa semplicemente perché sente nuove motivazioni, nuovi obiettivi.

Per questo in tv senti dire che la maglia rosa o la maglia gialla danno linfa ed energia in più. In realtà sono i nuovi obiettivi a dare una maggiore consapevolezza al ciclista.

È normale ed è così che dovrebbe funzionare.

Se a mancarti è solo la motivazione è assai probabile che non comincerai mai a cambiare.

Come puoi trovarla infatti? Non si coglie da un albero, non la compri al supermercato. E i discorsi motivazionali che senso hanno in quest'ottica?

Molto difficile da dire. I grandi discorsi motivazionali della storia, di cui abbiamo testimonianza, erano volti a spronare gli individui a fare qualcosa di immediato, a conseguire rapidamente un successo. Non erano discorsi a se stanti, tenuti sul podio di una qualche conferenza TedX o di fronte a una platea di imprenditori desiderosi di migliorare.

Per questo motivo uso un metodo che aggira l’ostacolo e che è basato sui micro-risultati e sull’idea che la tua giornata non sia altro che la tua vita in miniatura.

Andando un passo avanti dopo l’altro, conquistando micro-obiettivi, sarai in grado di manipolare la tua forza di volontà, facendo nascere la motivazione che ti mancava all’inizio.

Proprio come il ciclista che trova nuove energie per resistere in salita e puntare al successo finale, tu sarai in grado di ottenere risultati maggiori li consideri come la sommatoria di piccoli risultati. E pensaci bene… funziona così praticamente in ogni campo.

  • Ottieni una promozione dopo anni di micro-obiettivi raggiunti.
  • Monti la libreria pezzo per pezzo.
  • Vinci la gara dei 100 metri dopo le qualificazioni.
  • Vinci al Tour de France tappa dopo tappa.
  • Il campionato dura 38 giornate.
  • Ti sposi dopo aver conosciuto bene il/la partner.
  • Arrivi alla cima della montagna dopo aver percorso dei sentieri a valle.
  • Finisci di scrivere un libro pagina dopo pagina.
  • Prendi la laurea esame dopo esame, libro dopo libro da studiare.

Solo la vincita della lotteria sfugge a questa logica, ma non è un caso che si tratti di una vera e propria sfida alla statistica, perdente per chiunque tranne che per un drappello di super-fortunati.

Tutto ciò che ti porta al traguardo passa per dei risultati intermedi. Chi non si gode i risultati intermedi è troppo perfezionista per far sorgere una vera motivazione e diventa vittima del proprio carattere ipercritico. Che appunto viene identificato come mancante di motivazione.

I perfezionisti li riconosci subito: non completano mai quello che hanno iniziato e sono sempre al punto di partenza.

Perché capiti è facile da capire. La motivazione a sostenere l'impegno non c'è semplicemente perché non c'è motivo per averla.

Se sei sempre fermo al punto di partenza di cosa hai bisogno?

Prima ancora di dare la colpa alla “mancanza di motivazione” domandati se stai facendo davvero qualcosa per generarla.

Il miglior modo per creare motivazione è ottenere piccoli successi.

Qualsiasi grande risultato è scomponibile in piccoli successi.

Un grande motivatore come José Mourinho ripete che sono i “dettagli che possono fare la differenza” nel conquistare una grande competizione. I dettagli, non gli episodi.

Cioè costruire dei micro-successi in ogni momento, in ogni settore, per arrivare al grande successo finale.

Se il tuo obiettivo richiede un grande risultato, devi focalizzarti al massimo su tutte quelle azioni che portano al conseguimento del risultato.

Se vuoi stare meglio, dimagrire, tenerti in forma, avere più energia e tempo libero devi intervenire qua e là. Non basta smettere di mangiare la pasta (sbagliato!) o andare a correre o rinunciare a seguire i tuoi figli.

Devi mantenere un equilibrio tra il senso del dovere, necessario, ma non al punto di divenire eccessivo e debilitante e il giustificabile desiderio di auto-realizzazione.

Ogni risultato è il frutto di una sequenza di azioni non casuali.

In inglese il termine corretto è outcome: ciò che viene fuori.

Puoi improvvisare, ma se vuoi ottenere un determinato risultato è quasi scontato che dovrai mettere in fila determinate azioni.

Il tuo focus deve essere necessariamente concentrato su questa sequenza, giorno dopo giorno, nella certezza che ti condurrà al traguardo.

Il risultato finale - il grande obiettivo - è la somma di piccoli obiettivi quotidiani, che portano con sé dei micro-risultati che puoi utilizzare per generare motivazione.

Per costruire il muro devi mettere su un mattone dopo l'altro. A fine giornata ne avrai messi magari 1/20 di quelli che ti servono per completare un muro, ma è un risultato che ti sprona ad andare avanti.

Se costruisci il muro per riparare la proprietà dal caldo eccessivo, perché hai troppa luce e vuoi un po' d'ombra per rinfrescare l'ambiente, noterai un miglioramento già dal primo giorno.

È piccolo, insignificante rispetto a quello che otterrai una volta portato a termine il compito, ma è qualcosa. È l'inizio. Senza questo non otterrai mai l'obiettivo di grande durata che ti sei prefissato.

E non c'è nulla che lasci pensare che tu potresti ovviare alle difficoltà lavorando come un matto l'ultimo giorno, cercando di realizzare un'impresa titanica che è al di fuori dei tuoi mezzi e delle tue possibilità.

Devi dunque predisporre tutta la tua vita per produrre motivazione. E la prima cosa da fare è adottare la giornata come misura di riferimento.

Quello che fai nell’arco di una giornata è quello che fai durante la tua vita.

Devi avere una predisposizione totale a portare a casa un risultato per la fine della giornata.

Un piccolo risultato è l’unità di misura di un grande risultato.

La tendenza a portare a casa un risultato comprende tanti piccoli hack che insegno nei miei corsi e una capacità costante di prendere delle decisioni corrette, affidandoti non solo alla mia guida (sempre presente nei corsi e soprattutto in Soul Camp™), ma anche e forse soprattutto a quella straordinaria macchina che è il tuo cervello.

Il cervello – per tornare al discorso iniziale – può essere tuo nemico oppure tuo alleato.

Tende a distoglierti dal rischio, fortificare la zona di comfort… ma sa assecondare il tuo desiderio di cambiamento, se ci vede un beneficio.

Il cervello rinforza tutti quei collegamenti legati a comportamenti ripetitivi dai quali trae un vantaggio. Tra questi: l’esercizio fisico, la lettura, la scrittura manuale.

Se non sai come fare per incidere sulla tua giornata e portare a casa un risultato, scarica gratuitamente il manuale della giornata ideale. Ti aiuterà fin da subito ad aumentare la tua motivazione.

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Filippo Ongaro

AUTORE

Filippo Ongaro

Medico degli astronauti dal 2000 al 2007, autore Bestseller, ideatore del Metodo Ongaro® e ambasciatore Still I Rise

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