Come acquistare il cibo in modo consapevole

Come acquistare il cibo in modo consapevole

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Anche la spesa può essere "salutare". Scoprite come.

Molto spesso sulla mia pagina Facebook condivido notizie e fotografie riguardanti prodotti industriali, con etichette che elencano una serie infinita di nomi incomprensibili, ingredienti artificiali, coloranti, conservanti, additivi, addensanti, e chi più ne ha più ne metta, utili solo a livello commerciale ed industriale per aumentare la durata degli alimenti, renderne il sapore più stimolante, l’aspetto più invitante, etc. ma con effetti incerti sulla nostra salute.

I prodotti alimentari industriali solitamente presentano confezioni studiate ad hoc per attrarre e invogliare all’acquisto il consumatore frettoloso, come ad es. scritte sul fronte parziali, tendenziose e ingannevoli, o colori che richiamano idee di salute, di genuinità, etc. ma non rispecchiano affatto il contenuto.

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Spesso capita anche di sentire al telegiornale notizie relative alla provenienza di prodotti freschi, confezionati, biologici, ad animali allevati con antibiotici e alimenti OGM, e molte altre situazioni che ci allarmano e che ci fanno sentire impotenti e manipolati.

Il cibo come merce: impariamo a difenderci

E così viene da chiedersi: come possiamo districarci in questo mondo dove il cibo è considerato come merce e quindi segue le regole del mercato e del profitto più che della salute pubblica, e dove il marketing orienta e influenza le scelte del consumatore ben al di là del contenuto e della qualità di un prodotto? Come facciamo a sapere che cosa c’è davvero in quello che compriamo e mangiamo, e ad orientare meglio i nostri acquisti? Come possiamo difenderci e tutelarci, se non ci possiamo fidare di quello che ci dice la pubblicità, o le etichette, spesso incomplete perché non ci sono leggi che obbligano i produttori a dichiarare certe informazioni in etichetta?

PER APPROFONDIRE: Spesa salutare ed economica: le 4 regole

Come diventare consumatori critici

Innanzitutto, dobbiamo imparare a considerare la spesa come un momento importante, a cui dedicare tempo ed attenzione, e diventare consumatori più attenti e critici.

Spesso compriamo in maniera distratta e veloce dando per scontato che quello che appare sulla scatola sia tutto quello che c’è da sapere, senza farci tante domande. Iniziamo invece a leggere meglio le etichette, ad esplorare il prodotto per sapere che ingredienti ci sono e in che percentuale, se ci sono frasi ingannevoli, se è specificata la provenienza, e tanti altri dettagli importanti sulla produzione, sulla materia prima.

Non lasciamoci ingannare da un packaging attraente o rassicurante, non compriamo con le emozioni pilotate dai messaggi tendenziosi e pieni di stereotipi delle pubblicità, ma andiamo al sodo, perché è il contenuto che finirà nelle nostre case e nel nostro corpo. E usiamo questi criteri non solo nel supermercato ma anche nel negozio bio, dove si tende a far credere che tutto quello che viene venduto sia per definizione sano.

Imparare a chiedere

Un’altra cosa che non facciamo mai, è chiedere. Abbiamo una specie di pudore per cui compriamo senza fare domande come se volesse dire dubitare della buona fede del negoziante, o del ristorante dove andiamo a cena. Invece dobbiamo cominciare a dare meno cose per scontate e capire a fondo quello che stiamo comprando o che abbiamo nel piatto. E l’unico modo è imparare a fare domande.

Quando andiamo dal panettiere, dal macellaio dal fruttivendolo, o anche a cena fuori, è una cosa importante e legittima sapere se il pesce è stato allevato o pescato e dove, se la farina utilizzata per il pane è stata macinata a pietra o per quanto tempo è stata lievitata la pizza; se i polli sono stati allevati all’aperto, se i vitelli sono cresciuti allo stato brado mangiando erba o piuttosto in allevamenti intensivi a suon di antibiotici e mangimi.

Fare domande non solo ci tutela e ci dà elementi per scegliere meglio, ma mette anche in allerta chi offre un prodotto, perché questo significa che gli acquisti si stanno orientando verso altri tipi di standard ed elementi che il venditore dovrà per forza tenere in considerazione.

E a volte le risposte saranno evasive o non ci saranno proprio ma solo provando a chiedere possiamo promuovere una cultura che porterà a sua volta chi vende alimenti a fare domande a chi li produce.

Conclusione

Approfondire richiede tempo, pazienza, attenzione, ma ripaga in termini di salute personale e familiare. In più in questo modo daremo un importante contributo per cambiare il mondo intorno a noi perché un consumatore più attento e consapevole dirotterà gradualmente ma inesorabilmente l’offerta verso prodotti più salutari.

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