Leggi le considerazioni della Dott.ssa Sara Campolonghi riguardo le abitudini e gli stili di vita sani.
I professionisti della salute si scontrano oggi con l’inesorabile aumento dell’obesità adulta ed infantile. Le difficoltà a combattere questo problema affonda le radici nel modello medico classico su cui si basa l’intervento medico, e che nasce per rispondere alle patologie acute (relative alla Sanità) ma risulta inadeguato per perseguire il mantenimento dello stato di salute nel suo senso più ampio, perseguibile solo attraverso la promozione di abitudini e stili di vita sani.
PROPORRE UN CAMBIAMENTO DURATURO VERSO UNO STILE DI VITA SANO
Parlando di abitudini e stili di vita si scavalca infatti la patologia organica per entrare nel campo dei comportamenti e della vita quotidiana delle persone, ed emerge la necessità di andare oltre la mera informazione a senso unico, la diagnosi e la prescrizione della cura tout court, per dirigersi sempre più verso un modello che punti al cambiamento duraturo delle condotte non salutari, alla consapevolezza ed autonomia, attraverso la comunicazione efficace, il coinvolgimento attivo e la responsabilizzazione dell’interlocutore. Cambiare significa rompere degli schemi precostituiti e consolidati, ma anche costruirne di nuovi, e questo richiede tempo poiché dipende dal radicamento delle abitudini e convinzioni precedenti, dalla ‘storia del peso’, dalla cultura di riferimento e molto altro.
CONSIGLI PER FAVORIRE IL CAMBIAMENTO DELLO STILE DI VITA
Per garantire un cambiamento duraturo, è necessario che sia graduale e progressivo, non ‘tutto o nulla’ (come di solito avviene p.es. nel caso delle diete restrittive, fallimentari per loro natura sul lungo periodo) poiché prevede un’alternanza ‘fisiologica’ di successi e fallimenti: ciò che conta non è l’assenza di errori o ricadute, ma la direzione verso cui si procede (trend). Le abitudini sono infatti il risultato di anni di esperienza e di pratica, e procedere un passo alla volta è l’unica strada efficace per costruirne di nuove.
Per innescare ed agevolare questo processo è necessario mettere in atto una comunicazione efficace, costruire una buona alleanza terapeutica, praticare l’ascolto attivo, smussare le differenze di ruolo, considerare il mondo da cui proviene l’interlocutore, valutare la direzione verso cui è possibile portarlo in quel momento della sua vita, e coinvolgerlo attivamente da protagonista nel suo percorso di benessere.
È fondamentale porre (e porsi) micro-obiettivi realistici da perseguire in modo da aumentare i successi nel percorso e consolidare i cambiamenti positivi anche nel lungo periodo, e considerare gli errori di percorso oltre che parte integrante del processo soprattutto una risorsa preziosa per capire come migliorare.
Inoltre è importante uscire dall’isolamento professionale proprio del modello medico classico, per aprirsi al lavoro di rete: lavorare in un ottica multidisciplinare significa operare a 360° amplificando il messaggio di salute oltre il tempo della propria visita ed innescando così un circolo virtuoso che si rifletterà con forza nella quotidianità dei pazienti e delle famiglie.
Infine, solo incarnando in persona ciò che intende proporre e trasmettere, attraverso l’entusiasmo ed il buon esempio, è possibile realizzare un intervento davvero efficace. Il cambiamento è nelle nostre mani: buon lavoro a tutti!
photo credit: kaneda99 via photopin cc
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