La restrizione calorica è associata non solo al dimagrimento, come conseguenza del mangiare meno, ma anche a un miglioramento di tutti i fattori di rischio in grado di compromettere la salute nel lungo termine. Ma vediamo quali sono i benefici dimostrati dalla scienza.
Che mangiare meno faccia bene è un fatto notorio. Mangiare meno non significa però mangiare poco: l'assunto è valido soprattutto in riferimento all'eccesso di calorie tipico dell'era consumistica che stiamo vivendo.
La disponibilità di cibo dei nostri tempi non solo non è nemmeno paragonabile a quella dell'uomo preistorico, ma è superiore e non di poco (sia per quantità, sia per apporto di macronutrienti) al regime dietetico di gran parte del secolo scorso.
Al contempo i progressi della medicina hanno portato a diminuire l'incidenza dei fattori di rischio, con il paradosso che oggi si può vivere di più anche con stili di vita e alimentari francamente rivedibili (fermo restando che è uno stile di consumi disordinato la prima causa di morte nei paesi consumistici).
Come sa chi mi segue abitualmente, io sono contrario a regimi dietetici drastici se non altro perché sono difficili da mantenere nel tempo. Uno stile di vita alimentare di successo è inscindibile dalla volontà di fare esercizio fisico per conservare i guadagni conseguiti nell'immediato per tutta la vita. Non ha molto senso dimagrire per l'estate e poi lasciarsi andare completamente d'inverno, non in un'ottica di salute. L'estetica ha una valore molto relativo.
Il punto è che però la restrizione calorica "promette" l'allungamento della vita e lo promette stando meglio, cioè secondo standard di benessere personale che non fanno solo vivere di più, ma anche vivere meglio con un minor ricorso ai farmaci.
Un gruppo di scienziati di altissimo livello, tra cui Elizabeth Blackburn (Premio Nobel 2009 per le sue ricerche su invecchiamento e telomeri) ha deciso di unire le forze per avviare uno studio approfondito sugli effetti della restrizione calorica nell'uomo. Gli scienziati, che fanno parte di prestigiosi centri di ricerca tra cui l'Università di Stanford e il Buck Institute for Age Research, hanno scelto una strategia di ricerca innovativa, decidendo di includere nello studio le tante persone che da anni fanno della restrizione calorica il loro stile di vita. Non si tratta quindi di una simulazione in laboratorio ma di uno studio osservazionale che permetterà di valutare gli effetti reali del mangiare meglio e meno. Del resto da sempre le popolazioni sane e longeve come gli abitanti di Okinawa in Giappone mangiano poco e usano esclusivamente cibi naturali dall'alto valore nutrizionale.
Questo studio è importante perché le principali ricerche sugli effetti benefici della restrizione calorica sono state svolti sui ratti.
I benefici che si ipotizzano possa avere una dieta basata su una corretta riduzione calorica (cioè mangiare poco, ma bene in termini nutrizionali):
Le malattie cardiovascolari sono le principali cause di morte nel mondo. Nonostante tutti gli avvisi, troppe persone non curano l'alimentazione che è strettamente legata allo sviluppo di determinate malattie. Uno studio pubblicato nel 2004 ha mostrato che individui sottoposti a restrizione calorica avevano un indice di massa corporea più in linea con quanto raccomandato (per saperne di più leggi "Come mantenere il peso forma" dedicato proprio a questo tema). Il confronto è lampante: 19,6 di BMI del gruppo in restrizione calorica contro 25,9 del gruppo di controllo dedito a un normale regime alimentare.
Lo studio ha anche evidenziato che i valori di colesterolo cattivo erano significativamente più bassi; più alti quelli di colesterolo HDL. I trigliceridi erano notevolmente più bassi e la pressione sanguigna più sotto controllo.
In uno studio riguardante 76 esemplari di macachi, seguiti per un lungo periodo, metà dei quali sottoposti a regime di restrizione calorica, è stato dimostrato che i soggetti di controllo presentavano dei fattori di rischio superiore di quasi 3 volte rispetto a quelli oggetto di studio. In sostanza, i macachi sottoposti a regime di restrizione calorica vivevano di più e meglio.
Molti dei geni associati all'allungamento della vita riguardano la salute della muscolatura e delle ossa, fondamentali per mobilità in età avanzata.
Si sono manifestati miglioramenti nelle risposte anti-infiammatorie, nei meccanismi di autofagia già osservati nei digiuni prolungati, aumento delle riparazioni del DNA, diminuzione della risposta insulinica.
Proprio l'autofagia cellulare viene chiamata in causa per spiegare l'allungamento dell'aspettativa di vita dovuta alla restrizione calorica. Diversi geni sembrano avere proprio una funzione di scudo contro l'invecchiamento. Sono stati trovati dei legami tra longevità e autofagia, nel senso che "mimando" i meccanismi del digiuno si attivano dei meccanismi che determinano l'eliminazione delle cellule danneggiate, interventi a livello di riparazione del DNA e una migliora risposta contro lo stress ossidativo determinato dalla produzione dei radicali liberi.
Per spiegarvela in termini più semplici possibili: l'invecchiamento dell'organismo è una sommatoria dell'invecchiamento cellulare dei vari organi, tessuti e apparati del nostro corpo. Intervenire a livello della rigenerazione / riparazione cellulare favorisce il prolungamento della vita all'interno di una cornice di maggior benessere.
In sostanza, la restrizione calorica appare molto promettente e se ci pensate bene non è per nulla strano.
I nostri livelli di consumi sono regolati sulla base della disponibilità di cibo, che dai tempi del boom economico è veramente elevata. Abbiamo molta scelta sugli scaffali del supermercato e compriamo anche più di quello che ci serve, spesso spostando l'attenzione sul superfluo e sul cibo spazzatura. Le abitudini alimentari sono cambiate: mangiamo più cibi pronti e prepariamo meno a partire da ingredienti freschi e sani. Durante la pandemia di coronavirus, gli italiani, rimanendo a casa, hanno preparato più cibi in casa e acquistato meno piatti pronti.
Mangiando troppo e non affiancando una regolare attività fisica il fisico prima o poi soffre. L'organismo e il cervello creano pessime abitudini, si accumula grasso, c'è un rallentamento ormonale, le ossa perdono densità, gli organi che aiutano l'organismo nella digestione e nello scarto delle scorie lavorano peggio e male (reni, fegato, milza), la mente perde lucidità, ci si espone a malattie del metabolismo.
La restrizione calorica tende a correggere gli squilibri determinati dal mangiare troppo. Induce un effetto benefico sulla pressione sanguigna, sui livelli degli zuccheri nel sangue, sull'insulina in generale, sul carico di lavoro della tiroide, sulla temperatura corporea tutti fattori legati ai casi di longevità registrati nel mondo.
Per indurre questi meccanismi e vivere una vita più lunga e più sana occorre adottare uno stile di vita che predilige il potenziamento della salute.
AUTORE
Medico degli astronauti dal 2000 al 2007, autore Bestseller, ideatore del Metodo Ongaro® e ambasciatore Still I Rise
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