Le statine possono aumentare il rischio di diabete

Le statine possono aumentare il rischio di diabete

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L’uso di statine aumenta in modo significativo il rischio di diabete nelle donne in menopausa

L’uso di statine aumenta in modo significativo il rischio di diabete nelle donne in menopausa. Questo è il risultato di un recente studio che indica un rischio di diabete del 48% più elevato nelle donne che assumono farmaci per ridurre il colesterolo.

Secondo gli autori le statine vengono utilizzate troppo e soprattutto troppo spesso in condizioni in cui dieta, esercizio fisico e nutraceutici sarebbero più che sufficienti per ottenere un risultato clinico adeguato senza rischi di effetti collaterali. Per ogni paziente andrebbero dunque soppesati rischi e benefici e non bisognerebbe mai procedere con troppa fretta alla prescrizione di una terapia farmacologica se ci sono altre strade meno invasive per ottenere i risultati necessari.

Che le statine possano causare problemi muscolari è noto da tempo. Nel bloccare la produzione di colesterolo, le statine inibiscono anche la sintesi di coenzima Q10, un cofattore e antiossidante fondamentale per la produzione di energia cellulare. Per questo tutti i pazienti che assumono statine (e badate bene in alcuni casi sono fondamentali) dovrebbero assumere anche coenzima Q10.

Ma ora emerge un altro effetto collaterale potenzialmente ben più grave che è quello appunto di aumentare il rischio di diabete. In questo studio, che fa parte del Women Health Initiative, sono stati presi in considerazione i dati di  153.840 donne in menopausa con età compresa tra i 50 e i 79 anni e non sono  state osservate differenze significative tra i diversi tipi di statine assunte dalle partecipanti.

Tutte possono contribuire  ad aumentare il rischio di diabete in modo significativo. Ricordiamo quindi che in molti casi cambiare nutrizione, introdurre un regolare esercizio fisico, usare nutraceutici a base di riso rosso fermentato e berberina e altri nutrienti come per esempio gli acidi grassi omega-3 può avere un impatto importante nel ridurre il colesterolo e il rischio cardiovascolare, senza indurre effetti collaterali ma al contrario migliorando contemporaneamente la salute.

Del resto anche le recenti linee guida europee di cardiologia, sottolineano come la terapia iniziale nelle ipercolesterolemie non gravi possa essere quella basata su nutracetici.

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Filippo Ongaro

AUTORE

Filippo Ongaro

Medico degli astronauti dal 2000 al 2007, autore Bestseller, ideatore del Metodo Ongaro® e ambasciatore Still I Rise

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