La vita è un viaggio

La vita è un viaggio

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In genere non scrivo articoli che mi riguardano perché ci tengo sempre ad offrire contenuti che possano essere direttamente utili al lettore. Tuttavia in questo caso penso che parlare della mia vita possa offrire qualche spunto di riflessione di carattere generale.

Non è facile trovare un termine che descriva la nostra vita. Alcuni la descrivono come un dono, altri purtroppo come una sofferenza, altri ancora come una noia.

Le esperienze che facciamo determinano la visione che ci creiamo della nostra esistenza.

Se dovessi trovare un termine che rappresenta la mia personale descrizione della vita, userei un viaggio. Fin da piccolo sono stato esposto al movimento, all'avventura del cambiare ambiente. Mio padre giornalista girava il mondo intero ed aveva passato molti anni da giovane in Argentina.

Io sono nato a Milano ma a circa cinque anni ci spostammo a Londra dove frequentai le elementari. Poi tornai a Milano e da lì dopo un anno ci spostammo a Venezia, città di origine dei miei genitori.

Li rimasi per parte delle medie e parte del liceo, cambiando due scuole. Poi andai in collegio per gli ultimi due anni di superiori. Da lì mi spostai a Ferrara dove rimasi per circa nove anni tra Università e frequenza della scuola di specializzazione.

Poi approdai a Colonia, in Germania, prima alla Scuola Superiore dello Sport e poi all'Agenzia Spaziale Europea. Lavorando all'ESA soggiornai per periodi molto lunghi in USA e in Russia, dove ho abitato per più di un anno consecutivamente. In alcuni anni all'ESA ho accumulato oltre cento voli aerei all'anno: le lounge degli aeroporti erano diventate più familiari di casa mia!

All'ESA ho incontrato Sonja, mia moglie, e dopo un totale di otto intensi anni di lavoro con gli astronauti, decidemmo di trasferirci a Treviso dove siamo rimasti per dieci anni dopo aver fondato e diretto il primo centro di medicina antiaging in Italia. 

Un anno fa abbiamo iniziato, una nuova avventura: abbiamo lasciato ancora una volta l'Italia e ci siamo trasferiti in Svizzera, sulle rive di un bellissimo lago.

I primi spostamenti nella mia vita non sono stati voluti da me, li ho subiti. Ma sono stati proprio quelli a formarmi di più, a permettermi di sviluppare quella sicurezza in me stesso che mi ha aiutato negli anni.

Mi sono abituato a cambiare ambienti, amici, scuole, città, clima, cultura e perfino lingua senza che questo costituisse un trauma. Mi sono allenato al cambiamento, ho sviluppato resilienza ossia la capacità di andare avanti nonostante le difficoltà che si incontrano. Mi sono imbattuto in una miriade di persone diverse e ho sviluppato un vero apprezzamento per le differenze che esistono tra noi esseri umani.

PER APPROFONDIRE: Come superare le contraddizioni del cambiamento?

Lo spostamento fisico ha allenato il mio cervello a tal punto da rendere per me ovvio anche il cambiamento personale, l'evoluzione, la crescita continua. Ogni passaggio della mia vita mi ha arricchito di qualcosa che ho poi saputo sfruttare appieno per muovermi, andare oltre ed inseguire altri obiettivi.

 

Per questo vedo la mia vita come un viaggio,  un'esplorazione piena di bellezza e mistero. A pensarci bene ogni fase della mia vita adulta è stata anche caratterizzata da una diversa tipologia di lavoro.

All'ESA ero arrivato giovanissimo e pieno di entusiasmo. Amavo essere medico ed ero fiero di trovarmi così presto con un ruolo così prestigioso come il medico degli astronauti. 

Poi mi sono formato in USA in medicina funzionale ed anti-aging e ho cominciato a comprendere che la medicina aveva delle carenze enormi nel prevenire le malattie e garantire un’elevata qualità della vita alle persone.

Una volta lasciata l'ESA ho lavorato con migliaia di pazienti con l'obiettivo di ottimizzare la loro salute utilizzando gli stessi approcci personalizzati che avevo usato con gli astronauti. Poi però ho iniziato ad accorgermi che per lo più le persone sanno cosa dovrebbero fare per stare meglio, ma non riescono a farlo.

Ho iniziato ad approfondire le tecniche psicologiche e comportamentali che incidono sulla qualità della vita delle persone e le ho usate nel lavoro con i pazienti. Ma con il tempo anche questo mi è sembrato insufficiente: quante persone potrò raggiungere da un ambulatorio?

Certo i libri e le trasmissioni radiotelevisive mi avevo reso noto ad un certo tipo di pubblico, ma non potevo moltiplicarmi e quindi il numero di pazienti che potevo vedere rimaneva molto limitato. 

Allora la mia abitudine al cambiamento mi è tornata ancora una volta utile. Ho deciso di approfondire la mia formazione, di cambiare nuovamente mestiere: da medico sarei diventato un coach.

Questo passaggio si è concretizzato in una serie di video corsi, di podcast e di eventi dal vivo con i quali posso raggiungere moltissime persone.

 

Non propongo certo cure miracolose o approcci infondati, in fondo rimango tuttora un medico.

Voglio educare le persone a prendersi cura nel modo migliore di loro stesse, usando la scienza come guida per diventare più efficace ad intervenire sui comportamenti degli individui.

PER APPROFONDIRE: I segreti della neuroplasticità: come il nostro cervello si adatta e cresce

Sono convinto che la vita possa essere una bellissima avventura, ma dobbiamo essere in grado di coglierne il ritmo, di cavalcarne le onde, senza paura. Ecco quindi le 3 cose che ho imparato fino ad ora:

  1. I limiti sono solo nella nostra testa
  2. Ogni problema è lì per allenarci a trovare una soluzione
  3. Perdere un'occasione è molto peggio che commettere un errore

La vita di ciascuno di noi presenta delle opportunità, delle porte che si aprono e che ci fanno intravedere una nuova realtà. Troppo spesso le persone decidono di chiudere la porta e si illudono che rimanere dove ci si trova sia la cosa migliore.

Può essere che per alcuni sia così.

Per la maggior parte questo si traduce solo in un rimpianto. 

Rimani forte, vivi a pieno!

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Filippo Ongaro

AUTORE

Filippo Ongaro

Medico degli astronauti dal 2000 al 2007, autore Bestseller, ideatore del Metodo Ongaro® e ambasciatore Still I Rise

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