Perché è difficile seguire una dieta e dimagrire

Perché è difficile seguire una dieta e dimagrire

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Seguire una dieta non è complicato, fino a che ci si limita a prendere appunti da internet, fare un piano di spesa e appuntarsi qualcosa nel calendario. Ma la dura realtà dice che le persone fanno una fatica tremenda a seguire un piano dietetico per il tempo necessario per produrre dei risultati.

Dove sta l’errore quindi? È possibile che la popolazione umana sia fatta di individui incapaci di tenere fede alle loro promesse e ai propositi che fanno?

La risposta è un po’ più complessa e se ci pensi bene è insita nella preposizione iniziale: “il tempo necessario per produrre dei risultati”.

Se ci pensi bene, questo assunto dovrebbe essere valido solo di fronte a una opzione: perdere peso drasticamente in un tempo relativamente breve (mesi) per scongiurare i rischi di uno stile alimentare totalmente sregolato.

Pensa a chi soffre di irrisolti problemi di obesità e dietro consiglio medico viene messo a dieta per perdere decine di chili perché magari ha dei valori talmente sballati, da suscitare un’immediata apprensione.

In questo caso c’è un risultato tangibile da raggiungere, come il fatto che debbano rientrare certi valori nel tempo.

Ma nella maggior parte dei casi, la stessa idea di “tempo necessario per” è in qualche modo fuorviante e ti spiego subito perché. Così alla fine ti sarà chiaro perché è tanto difficile mantenere un piano dietetico e perché conviene prima di tutto fare un lavoro interiore, per cambiare se stessi e il proprio rapporto con il cibo, prima ancora di affidarsi a regimi impossibili da osservare.

Anzitutto il concetto di tempo necessario è frutto di una visione commerciale – edonistica della vita, basata sul concetto di apparenza.

Ovvio, ci sono dei canoni di bellezza che non si possono sottovalutare ed essere magri, in linea, aiuta parecchio nelle relazioni sociali e vivaddio, se ci si vuole sentire più belli ed attraenti non è un peccato, anzi! Ci sta! È nella dinamica delle relazioni umane.

Ma se spostiamo l’obiettivo sul fattore “salute”, sembra scontato che la “prova costume” è un modo abbastanza poco efficace per indurre una persona a stare in forma per tutta la vita.

Perché il punto nevralgico è proprio questo: non devi perdere peso e stare bene per poter andare al mare la prossima estate (e quindi di fatto avallando uno stile alimentare sregolato nelle stagioni fredde) o perché vuoi perdere chili e non avere un piano per mantenerti in forma.

Devi adottare uno stile di vita alimentare che puoi tenere per tutta la vita, adattandolo semmai alle richieste del tuo organismo, che a 50 anni non è lo stesso che a 30 (e allargando lo spettro di questa tua indagine / scoperta personale, che pensi di poter concludere con la dieta, al campo dell’allenamento fisico e dell’integrazione alimentare).

Le difficoltà presentate da un piano dietetico stretto sono evidenti e sono la principale ragione per cui:

  • Ci sono molte diete in giro (se ce ne fosse una che funziona per tutta la vita, non ci sarebbe “un mercato” delle diete).
  • Preoccupano i dati sull’obesità, in particolare quella infantile, frutto di vera e propria disinformazione sulla validità scientifica della nutrizione.

Le persone saranno sempre incoraggiate a non dare molta importanza alla nutrizione, soprattutto dal punto di vista della prevenzione di gravi malattie, se davanti a loro hanno questo miraggio di poter perdere peso ed essere belle in poche settimane.

Ti renderai conto che, posta in questi termini, tutta la vicenda ricalca abbastanza i contorni di un sacrificio, che per essere tale dev’essere raro e prezioso e dedicato a ben altre aspettative.

Poi naturalmente ci sono degli aspetti prettamente psicologici, che sono forse i più rilevanti.

A parte i problemi di natura genetica o la presenza di fattori clinici scatenanti, si aumenta di peso perché in sostanza si introducono nell’organismo più calorie del necessario e provenienti da cibi di scarsa qualità (che alzano i picchi glicemici, contengono grassi trans, di natura prettamente animale o industriale).

Perché il tuo corpo e la tua mente si ribellano

Ma il dato recondito, più subdolo, è che si guadagna peso perché:

  • Non si conoscono le basi scientifiche della nutrizione, nemmeno a grandi linee (cioè quando, come, cosa e perché mangiare o non mangiare determinati cibi e quali effetti hanno sul metabolismo e la salute degli organi);
  • Lo sfogo sul cibo è un palliativo. Conforta e fa sentire bene perché attiva i centri del piacere, ma in realtà il problema del rapporto con il cibo è un problema del rapporto con sé stessi. Chi sei veramente e perché ti comporti in un certo modo. Legato alle aspettative, alla capacità di tirare dentro di sé soddisfazione da altre attività slegate dalle papille gustative e dai centri del piacere ad esse collegate;
  • Non si capisce che la risorsa più importante non è il denaro, ma il tempo e si pensa di averne tanto a disposizione, motivo per cui si procrastinano le cattive abitudini alimentari nello stesso modo in cui si procrastina, per converso, l’inizio della dieta.

Gli altri fattori psicologici di cui tenere conto sono oggetto di studi sociali da decenni, diciamo almeno un secolo, e solo negli ultimi decenni sono stati accostati all’alimentazione e alle diete in modo specifico.

Sono fattori con i quali hai familiarità, ma che per un motivo o per l’altro non colleghi mai al modo in cui alimenti e ti informi e decidi di sottostare al piano dietetico più voga al momento.

  • I comportamenti derivano da abitudini. Se la dieta che intendi seguire prevede o troppe rinunce o troppe spese o una gestione errata del tuo tempo, che ha conseguenze sulle tue relazioni, prima o poi viene respinta, perché se può diventare un’abitudine mangiare broccoli come contorno, diverso è saltare la cena o rinunciare per sempre ai carboidrati. Sono cose francamente senza senso e alla quali è il tuo corpo, innanzitutto, a ribellarsi. Perché gli serve energia. E perché non puoi ammorbarlo con un piano alimentare che nemmeno in caserma.
  • L’impazienza non è mai una buona consigliera. Sei irruente perché vuoi ottenere dei risultati subito, visibili (che quindi nemmeno fanno i conti con la realtà dei valori, delle misurazioni e delle analisi), ma non otterrai alcun risultato perché la frustrazione causata dalla mancanza di risultati immediati ti farà andare a ritroso, facendoti domandare se stai facendo la scelta giusta. Il rischio è di ricadere nei vecchi vizi.
  • La perdita di peso può diventare ossessiva, fino a scatenare veri e propri disturbi alimentari. Ma nel migliore dei casi l’oggetto della dieta non diventa lo stare bene, il sentirsi più a posto con sé stessi, riguadagnare felicità nelle relazioni… no, è la dieta stessa che diventa oggetto dei tuoi pensieri, per cui alla fine sei portato a sacrificare tutto perdendo di vista l’obiettivo finale, che non è seguire una dieta, ma stare bene piacersi di più, riguadagnare il rispetto di se stessi.
  • In conseguenza di ciò anche lo specchio diventa un amico insidioso e infedele, un compagno del percorso quotidiano che alimenta altre ossessioni, pericolose. Questo perché ovviamente i tempi e le modalità con cui si perde peso non sono così lineari come ti aspetti. All’inizio potresti perdere più liquidi che grassi, poi diventa molto più complicato, soprattutto se non accompagni la dieta con l’allenamento o non sei seguito e consigliato da esperti.
  • Obiettivi troppo grandi non si adattano a brevi finestre di tempo. Per questo motivo dico che “il tempo necessario per” vuol dire tutto e nulla e non è una metrica applicabile. Devi mangiare bene da ora in avanti. Non da ora fino al prossimo mese. Poi, ammettiamolo, nessuno si danna l’anima per 2-3 chili di sovrappeso che si possono perdere mantenendo lo stesso piano alimentare e aggiungendo una camminata veloce. Le persone più interessate a perdere peso sono chiamate a maggiori sacrifici. Devi costruire dalle fondamenta e arrivare all’ultimo piano. Non esistono scorciatoie e vie di mezzo.
  • Qualunque imposizione di norme tende a essere spezzata se va contro i comportamenti abituali. Funziona esattamente come nelle leggi. Sono davvero valide se i destinatari le osservano, altrimenti rimangono un enunciato vuoto che dotato di poco spirito costruttivo o di un piano sanzionatorio, finiscono per produrre comportamenti controproducenti. L’effetto più vistoso è il cosiddetto “binge”. Non è assolutamente infrequente che le persone a dieta, dopo aver tergiversato tanto su come e quando iniziare, finiscano con l’abbandonarsi a vere e proprie abbuffate di migliaia di calorie.
  • La dieta non solo introduce un regime difficile da mantenere, perché quasi sempre in contrasto con le tue convinzioni e le tue credenze, ma tende a escludere, a scollegare le connessioni sociali, a introdurre degli elementi di frizione difficili da tenere in piedi. Alla fine, giustamente, si molla.

Prima di contare le calorie, fai un lavoro interiore

Se noti, in questi 7 punti non ho praticamente mai parlato di cosa devi mangiare, di calorie, di orari, di macronutrienti. Se leggi il mio blog, mi segui sui canali social, o hai acquistato i miei prodotti (i singoli corsi nel passato o Soul Camp™), sai già che tipo di informazioni ti servono per mangiare bene.

Il problema è il tuo rapporto con il cibo.

Che devi regolare adottando lo stile di una giornata ideale, moderata, che si ripercuote su tutto ciò che fai e ciò che sei.

Devi sconsacrare il cibo perché in fondo lo stai vedendo come nemico e non dovresti vedere come nemico la tua fonte di energia primaria, perché è quella che ti consente di rimanere attivo, fare tante cose, vivere una vita intensa.

E il cibo ha anche un valore conviviale.

Non devo sottolineare che importanza abbia avuto il pane nella civiltà umana, trasformandola da nomade a stanziale… o il ruolo che gioca nelle religioni o nei rapporti sociali.

Pensa solo alla naturalezza con cui avvengono pranzi e cene con parenti, amici, persone a cui vogliamo bene, non può essere certo un caso che il cibo sia il testimone dei momenti più belli della nostra vita.

Insomma, alla fine dei conti, forse ha ragione chi dice che siamo ciò che mangiamo. Ed è vero.

Ma siamo anche ciò che decidiamo.

Le nostre azioni sono il viatico per una vita migliore, nella quale hai un sano rapporto con tutti gli elementi.

Se la tua esistenza è letteralmente condita sempre degli stessi ingredienti, otterrai sempre le stesse reazioni, negative o positive dipende dai casi.

Il rapporto con il cibo definisce la tua capacità di prendere decisioni corrette. E questa capacità puoi migliorarla rivedendo la cornice entro la quale stai dipingendo il quadro della tua vita.

filippo ongaro

Impara a trovare il tuo equilibrio, in cucina come nella vita. Il lavoro interiore collegato alle decisioni che prende, anche dal punto di vista alimentare, può portarti molto lontano. Elimina dipendenze nascoste, porta benessere, energia, voglia di vivere e di affrontare le difficoltà e i problemi con uno spirito costruttivo.

È l'obiettivo che mi pongo di farti raggiungere con Soul Camp™, il mio percorso di crescita e sviluppo, che può aiutarti a vivere una #VitaStraordinaria, più armonica e intensa.

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Filippo Ongaro

AUTORE

Filippo Ongaro

Medico degli astronauti dal 2000 al 2007, autore Bestseller, ideatore del Metodo Ongaro® e ambasciatore Still I Rise

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