Nel corso della mia ormai ventennale esperienza, posso dire di aver conosciuto persone di tutti i tipi, ad ogni livello. Un aspetto che può sorprendere è che tutti abbiamo delle debolezze e dei limiti.
Ci sono però quelli che tentano di superarli. E come fanno?
Parto dall'inizio per dirti che più di una volta, soprattutto durante i miei eventi live con Soul Warriors, ho sollecitato i partecipanti ad aprirsi, riscontrando un enorme desiderio di farlo. Cioè, nel caso specifico, di provare a capire tutti insieme come mai una certa cosa era stata un limite.
In altri contesti dietro la stessa sollecitazione, ho ricevuto come risposta "non riesco perché sono fatto così". Oppure: "non ce la faccio perché questo è il mio carattere".
Laddove il carattere viene interpretato come un limite. Direi peggio: come un ostacolo invalicabile che non si può oltrepassare.
Eppure, migliorare il carattere è possibile. Non è facile, concordo, ma non è impossibile.
Il "sono fatto così" è una scusa che nasconde la mancanza di volontà di cambiare le cose. Oppure la consapevolezza che serve agire in profondità per ottenere un cambiamento caratteriale e che il tuo carattere non dipende da come sei, ma dalla sommatoria di quello che fai. Ecco perché è sicuramente una buona idea cominciare a valutare dei corsi di crescita personale.
Eppure esistono delle leve per riuscire a cambiare anche quelle parti di noi che sono apparentemente più ostiche da migliorare perché più profondamente radicate.
Ma il problema è che se non provi a farlo oggi, avrai sempre meno probabilità di riuscirci domani.
Le abitudini che abbiamo formano il nostro carattere, il carattere a sua volta sostiene le abitudini che lo hanno creato.
Questo forma un circolo vizioso che non fa altro che alimentare le nostre credenze e influenzare i nostri comportamenti.
Accade anche quando sappiamo perfettamente che ciò che ci raccontiamo o che siamo abituati a fare non è la scelta migliore per noi e per gli altri.
Prima di andare avanti voglio farti riflettere su questo punto, che potrebbe essere rivelatore: il tuo carattere è la somma dei comportamenti che metti in fila giorno dopo giorno.
Se ti alzi ogni mattina alle 10, non lo fai perché hai un'innata puntualità svizzera, ma perché giorno dopo giorno hai abituato il tuo cervello a risvegliarti a quell'ora. Insomma: hai costituito un'abitudine che si ripete per il semplice motivo che il nostro cervello lavora in economia. Preferisce adottare una scorciatoia anziché elaborare nuove strategie comportamentali.
E lo fa con uno scopo ben preciso: riservare tutte le energie a un eventuale pericolo.
Per cui, quando adotti dei comportamenti ripetitivi crei delle abitudini. Sono queste a forgiare il carattere. Se ti alzi tardi la mattina, non lo fai perché sei pigro. Ma sei pigro perché hai creato l'abitudine "svegliarsi alle 10:00".
Quante volte capita di dire: "sono timido", "sono pigro", oppure "sono aggressivo" e di dare a queste terminologie un aspetto un po' stabile come se non fossero possibili delle espressioni diverse di te stesso.
Però in realtà tutti passiamo attraverso situazioni di questo tipo e genere. Non c'è nessuno che non sia mai stato timido, che non sia mai stato pigro, che non sia mai stato aggressivo quindi in realtà quello che noi definiamo carattere è semplicemente una manifestazione prevalente, più frequente di una gamma di manifestazioni possibili che ognuno di noi ha.
Quindi la persona pigra semplicemente più spesso dice "non c'ho mica tanta voglia di fare attività fisica”, ma non significa affatto che la persona che fa attività fisica regolarmente non abbia dei giorni in cui dice "oggi non ho nessuna voglia”.
Quindi il primo punto su cui ragionare prima di parlare dei diversi passi è quello di ricordarsi che di stabile c'è veramente molto poco nella fisiologia e quindi anche nei comportamenti umani.
Anzi possiamo semplicemente dire che noi attribuiamo al carattere una capacità di essere stabile nel tempo, ma questo meccanismo in realtà è mantenuto da una sorta di circolo vizioso, perché se cerchiamo di capire che il carattere è un po' frutto delle abitudini che adottiamo e se teniamo presente che autodefinirsi con un certo carattere è come dare una previsione sul futuro comportamento che avrai, e quindi sulla futura abitudine che adotterai, si capisce bene che a conti fatti finisci per intrappolarti in una visione di te stesso che ti appare immutabile. Mentre sei stato tu a crearla, credendo di non poter mai modificare nulla durante questa fase di creazione.
Ecco che il cambiamento appare impossibile.
Questo circolo vizioso va interrotto.
Il primo passo per interromperlo è non ascoltare la previsione che ti aspetti si avveri, semplicemente perché te lo dici da solo, in quello che io chiamo auto-dialogo, e invece provare ad andare oltre. Anzi, provare ad uscire da questo schematismo per cui se sei così ti comporterai in un determinato modo.
E questo perché:
a) Tutti si comportano in un determinato modo. Ma a volte. Non sempre. Non c'è una frequenza assoluta, una storia ripetitiva all'infinito. L'ingrato può essere grato. L'altruista può comportarsi egoisticamente. È la tendenza che "forma" il carattere. Ma appunto è una tendenza, cioè una freccia che va per una direzione che può essere sempre invertita.
b) Devi uscire dalla falsa credenza che in un dato momento ti comporterai così solo perché altre volte o "sempre" hai fatto così. Lo hai fatto perché non ti sei dato alcuna chance di cambiare, perché non hai mai creduto alla possibilità che facendo in modo differente, possano accadere degli eventi differenti. Certo, le conseguenze dei "nuovi comportamenti" spaventano. Ma non ci sono molte alternative al fatto che debba essere tu ad agire.
Se spezzi il meccanismo che ti porta a ripetere il te stesso di prima nel futuro, a proiettare la versione di te che non cambia mai perché ritiene di avere quei tratti personali, allora avrai tante strade davanti a te.
Pratica deliberatamente una nuova abitudine, anche in situazioni in cui il contesto ambientale non prevede che tu debba praticare quella abitudine.
Ti definisci timido? Allora non ascoltare la previsione e non accettare di dirti: sarò sempre timido o avrò sempre paura di parlare in pubblico, o non avrò coraggio di attaccare bottone con qualcuno.
Ripetiti che tutti sono timidi ogni tanto, non c'è niente di strano.
PER APPROFONDIRE: Come superare le paure e reagire
Poi trova un contesto per praticare deliberatamente quella funzione che tu ritieni essere poco espressa in te. Sei timido? Trova tutte le occasioni possibili per parlare in pubblico, sforzati di farlo, fallo diventare un allenamento che con la pratica deliberata diviene "abitudine".
Rimarrai sorpreso di quante cose puoi fare se trovi il coraggio di uscire dalla zona di comfort per entrare in quella della scoperta.
Quando avrai in un certo senso percepito che sei in grado di esprimere una nuova abitudine, quel meccanismo della previsione si interromperà perché automaticamente si rafforza la credenza che, come tutti, sì a volte sei timido, ma altre volte no. Insomma, quel tratto caratteriale, che pensavi fosse costruito su fondamenta di cemento, in realtà era piuttosto fragile.
L'esporti alla nuova abitudine aumenterà le conferme che anche tu hai questa possibilità, che anche tu sai comportarti in maniera diversa e queste conferme, ovviamente, dentro la tua testa cominceranno a creare un contrappeso rispetto alla vecchia voce interiore che ti ammoniva: "no, tu sei timido", "no, tu sei pigro".
Ci vuole tempo. Secondo degli studi di psicologia comportamentale, per formare una nuova abitudine sono necessari 66 giorni. Parliamo di due mesi. È un tempo lungo? Dipende sempre dalla posta in gioco.
Se devi fare qualcosa che dipende dal tuo carattere e che trovi ostica, da qui a due mesi, probabilmente avrai bisogno di molta spinta, molto coraggio. Ma in linea di massima, come tutti, avrai delle abitudini annose, dei comportamenti ripetitivi che apparentemente definiscono il tuo carattere, sui quali puoi intervenire ora perché sai bene che avrai ricadute positive per il resto della tua vita.
Due mesi sono nulla nell'ambito di una vita.
Sarai d'accordo con me che tutto questo è molto interessante perché venendo io personalmente da una formazione medica, più fisiologica ed essendo stato da sempre molto interessato alla capacità di adattamento del corpo, trovo che sia affascinante quanto in realtà l'adattamento del comportamento, l'adattamento psicologico, segua fondamentalmente le stesse strategie e le stesse vie.
Non esiste un corpo che non è capace di esprimere determinate capacità, determinate qualità. È semplicemente questione di allenamento.
È una bella trovata dell'evoluzione che andrebbe sfruttata al massimo, in positivo.
Se avrai la forza di vincere questa difficoltà iniziale e inizierai ad esporti a situazioni che ti mettono a confronto con le tue presunte pecche caratteriali, pian piano acquisirai la giusta pratica per eliminarle.
Meglio, trasformarle.
Forgerai man mano un carattere diverso più aderente alle tue aspettative. E l'aspetto incredibile è che ciò sarà avvenuto sulla base della tua capacità decisionale.
Non c'è stata alcuna grande lezione che ti ha insegnato a essere coraggioso, meno impulsivo, riflessivo, meno invidioso, grato, incline al perdono, meno concentrato e più diligente.
Avrai fatto tutto tu adottando degli schemi ripetitivi, cioè dicendo al cervello "occhio che questa azione che metto sempre in pratica è una scorciatoia, adotta sempre questo modo di comportarmi".
Costruisci un pezzo del tuo carattere un passo alla volta. Smussa i limiti, passa oltre, vai avanti. Non perderti nella previsione che una determinata cosa andrà in un dato modo solo perché è il tuo presunto carattere a suggerirti il risultato. Cambia i fattori di calcolo e avrai cambiato anche il risultato.
Vuoi superare l'inerzia e iniziare il tuo percorso di cambiamento e miglioramento personale? Puoi farlo con il mio corso "Avviare il cambiamento"...
AUTORE
Medico degli astronauti dal 2000 al 2007, autore Bestseller, ideatore del Metodo Ongaro® e ambasciatore Still I Rise
Lascia un tuo commento