Scopri 4 suggerimenti pratici gestire al meglio le tue naturali contraddizioni interne e trarne il massimo vantaggio per la tua vita.
Vuoi essere in forma ma non ami fare fatica. Non vuoi ingrassare ma detesti rinunciare al dolce dopo i pasti. Vuoi fare carriera ma ti senti in colpa per il tempo che togli alla famiglia.
Quante volte hai vissuto queste contraddizioni? Anzi, diciamo pure, chi non le vive quasi quotidianamente?
Le contraddizioni sono insite in ogni essere umano (e non sono un difetto)
La nostra cultura ci ha abituati a pensare che la contraddizione sia un difetto di pochi e che vada mascherata come qualcosa di cui vergognarsi.
Ci hanno educati a pensare che essere contraddittori significhi essere poco coerenti o magari del tutto incongruenti. Non è così. La contraddizione fa parte della nostra natura e ha perfino una base anatomica ben riconosciuta.
Il nostro essere contraddittori è in fondo un semplice effetto collaterale di come siamo fatti.
Il nostro cervello, infatti, contiene aree che sono in contraddizione per definizione: alcune sono istintive, rapide e automatiche e si occupano delle funzioni vitali di base, di regolare il consumo di cibo e della riproduzione, ossia di funzioni che determinano la mera sopravvivenza.
Altre aree sono preposte a condire di emozioni la nostra vita e quindi filtrano la ricezione dell'informazione e lo sviluppo dei comportamenti con le lenti della rabbia, dell'amore, della tristezza, della felicità e di mille altre sfumature emotive.
Infine la corteccia cerebrale, l'area più moderna e sviluppata nell'essere umano, responsabile della coscienza, del pensiero riflessivo e razionale che tutto vede e osserva ma che non sempre tutto regola.
Di fatto nella vita quotidiana queste aree cerebrali si attivano in risposta a stimoli ambientali e lottano tra loro per governare i nostri comportamenti.
E poi ci stupiamo se siamo contraddittori? Una parte del cervello pensa solo a cibo, sesso, sopravvivenza e supremazia sugli altri e sul mondo mentre l'altra ci ricorda costantemente dei guai in cui ci cacciamo se seguiamo quella strada.
L'intera storia della nostra specie è il risultato momentaneo del gioco costante tra forze diverse all'interno del nostro organismo.
Insomma, il nostro essere contraddittori è in fondo un semplice effetto collaterale di come siamo fatti. Non c'è nulla di strano se una parte del cervello ci attira verso il cibo visto che, nella nostra storia passata, gli alimenti erano scarsi e la fatica per procurarseli tanta. E, allo stesso modo, non c'è nulla di strano se dopo esserci abbuffati ci rendiamo conto che non siamo più in mezzo alla savana ma di fronte a un frigo colmo e con dieci chili di troppo sulla pancia.
Questo è un primo punto importante da considerare. Essere contraddittori è una caratteristica basilare di un essere umano e non un difetto solo di alcuni individui.
Certo la contraddizione non deve bloccarci, non deve danneggiare noi o gli altri ma non può essere eliminata dalla nostra vita interiore, perché eliminarla equivale ad annullare la tensione tra due estremi che, molto spesso, è proprio ciò che permette di esprimere il comportamento più adatto e preciso.
Va anche tenuto presente che questo non significa affatto essere incoerenti, perché la coerenza si misura sulla base delle azioni concrete che attuiamo e non dalle turbolenze interiori che possono esserne il presupposto.
Capire meglio le origini delle proprie contraddizioni significa avere una chance di gestirle al meglio dando luogo a un'azione vantaggiosa a lungo termine.
4 suggerimenti pratici per gestire le contraddizioni interne
1) Accetta che il tuo cervello è costituito da aree che regolano funzioni diverse in modi diversi e che il gioco tra queste aree crea contraddizione. Questo è del tutto normale e nella maggior parte dei casi dà vita a un comportamento perfettamente vantaggioso.
2) Tieni presente che il cervello comprende un sistema rapido, impulsivo e automatico che ricerca sempre soluzioni immediate. L'altro invece è riflessivo e lento e cerca la soluzione migliore nel lungo termine e spesso corregge, sgrida e vuole educare il suo contendente. Quando le posizioni dei due sistemi coincidono significa che le scelte previste soddisfano le esigenze di entrambi i sistemi.
3) Le dinamiche tra meccanismi razionali e istintivi dànno luogo a un auto-dialogo continuo, che non deve mirare a sopprimere la parte istintiva ma, anzi, a tranquillizzarla e rassicurarla, visto che essa è particolarmente sensibile al pericolo e al rischio, perché responsabile per la nostra sopravvivenza.
4) Prova a pensare sempre quale dei due sistemi vuoi nutrire con la tua prossima azione. Potresti provare a dire "istinto" o "ragione" più volte tra te e te per valutare con maggior precisione di che cosa hai bisogno. In qualche occasione, infatti, l'istinto va benissimo.
In fondo, l'intera storia della nostra specie è il risultato momentaneo del gioco costante tra forze diverse all'interno del nostro organismo.
Oggi il termine omeostasi, usato per decadi per descrivere una teorica condizione di equilibrio a cui l'organismo ambirebbe, è stato sostituito da allostasi che, letteralmente, significa equilibrio attraverso il cambiamento. Noi siamo fatti per cambiare, cadere, rialzarci, contraddirci, perderci nella difficoltà di scelta per poi, finalmente, trovare il nostro cammino.
La vita è come un ballo delicato fatto di molte correzioni di direzione.
Conclusione
Nietzsche disse che coloro che furono visti danzare vennero giudicati pazzi da quelli che non potevano sentire la musica. Forse questo è il problema. Dobbiamo tornare a sentire la musica invece di pensare di essere pazzi, sbagliati, con qualcosa che non va.
Sentire la musica vuol dire conoscerci, capirci, accettare come siamo fatti per provare a migliorarci, invece di illuderci di poter essere come non saremo mai.
Impara ad amare la tua vita e a viverla a pieno. Fatti guidare dal corso "Avvia il cambiamento" per assicurarti di non perderti in questo percorso di crescita personale.
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