La maggior parte delle persone ritiene che il carattere, gli atteggiamenti e quella che definiamo mentalità, siano la conseguenza di qualche fattore genetico con cui si nasce e che è difficile, o persino impossibile, cambiare.
Tuttavia la ricerca nell’ambito delle neuroscienze dimostra che le cose non stanno così: la nostra mentalità è il frutto delle abitudini che ci siamo dati, ossia dei gesti o dei pensieri che abbiamo ripetuto con maggior frequenza, fino a renderli completamente automatici.
Il termine mentalità indica l’insieme di credenze che orienta la modalità con cui affrontiamo le situazioni, in pratica il modo in cui valutiamo ciò che accade e cosa dovremmo fare. La mentalità è tanto alla base della nostra capacità di cogliere opportunità quanto la ragione per cui le opportunità le manchiamo clamorosamente.
La nostra mentalità definisce anche il rapporto che abbiamo con noi stessi e specificatamente quanto crediamo nelle nostre capacità. Le ricerche indicano che proprio le persone che credono che la mentalità sia una cosa fissa tendono a vivere male i fallimenti perché si colpevolizzano e non reputano possibile un miglioramento.
Chi invece possiede una mentalità che contempla la crescita, e che crede che le nostre capacità si modellino in funzione delle esperienze che facciamo, tende a reggere molto meglio le perdite e le sconfitte. Le persone con questa mentalità tendono ad essere più resilienti e ad avere più grinta.
Il carattere, l’atteggiamento e la mentalità sono quindi caratteristiche personali costruite sulla base delle esperienze che viviamo e, soprattutto, di come le interpretiamo e sono modulabili e trasformabili con il giusto approccio.
Il punto di partenza è proprio quello di non dare per scontato che se hai reagito in un certo modo in passato tu debba per forza farlo anche in futuro. Fermarsi e consapevolmente decidere che si può cambiare permette di dare vita a risposte differenti che, con il tempo, danno luogo poi a un progressivo cambio di mentalità.
Perfino eventi seriamente traumatici possono dare luogo a risultati completamente differenti: da un lato una sindrome post traumatica da stress con un impatto negativo sulla vita della persona; dall’altra una crescita post traumatica che porta il soggetto ad un nuovo livello di funzionalità e di comprensione della sua esistenza.
Un particolare importante è che più è rigida la mentalità e meno si tollera la sconfitta che, però, è l’elemento centrale di qualsiasi percorso di crescita. Proprio sulla capitalizzazione della "sconfitta" lavoriamo nei nostri corsi di crescita personale.
Le persone con una mentalità negativa e pessimistica, quelli che non credono nelle loro risorse, nella magia della vita e nel supporto degli altri, in genere hanno abitudini ben specifiche, che ripetono talmente tante volte fino a trasformarle in realtà assolute:
Le persone che hanno una mentalità vincente, al contrario, credono fermamente nella capacità di cambiare, cercano di comprendere il perché dei loro errori e si responsabilizzano per i loro comportamenti. Queste persone non si fanno sconfiggere dal vittimismo, si mettono sempre in gioco e per questo crescono e diventano sempre più capaci di gestire situazioni via via più complesse.
In particolare:
La buona notizia è che molte delle persone che hanno una mentalità vincente non ce l’hanno sempre avuta ma l’hanno sviluppata nel tempo. Ma come uscire dalle abitudini negative e appropriarsi di quelle positive e vincenti?
Il primo passo, come sempre, è cambiare abitudini nella vita quotidiana. Con piccoli gesti diversi si costruiscono grandi cambiamenti. Per esempio si può iniziare a scrivere un diario per annotarsi gli errori, i difetti del proprio autodialogo e aumentare così la consapevolezza. Il diario sarà anche utile per ipotizzare nuove strategie comportamentali e per concentrarsi sui loro potenziali effetti.
PER APPROFONDIRE: Come cambiare vita a 30 anni: trova entusiasmo e propositività e fai ciò che ami
Un altro aspetto importante è quello di allenarsi a rendersi responsabili fino in fondo delle proprie azioni, con coraggio e senza cercare scuse. Questo deve diventare una specie di mantra che teniamo in testa sempre e in qualsiasi occasione. Infine un altro passo importante riguarda le persone con cui passiamo la nostra vita. Occorre fare selezione e cercare di allontanarci da quelle persone tossiche che tirano fuori il peggio di noi.
Potrà sembrare un percorso difficile, per alcuni impossibile, ma non lo è. A volte bastano alcune emozioni vissute fino in fondo per permettere ad una persona di fare una scelta di cambiamento radicale.
Ognuno di noi ha dentro di sé un guerriero dell’anima, una figura ideale che rappresenta la migliore versione di noi stessi e che spesso è sepolta da uno strato di polvere data dal disuso e dalla disabitudine.
Tutti noi dovremmo ambire a dare il meglio, ad essere dei guerrieri dell’anima che lottano ogni giorno per contribuire in modo positivo al mondo.
Supera l'inerzia e inizia il tuo percorso di cambiamento e miglioramento personale. Come? Con il mio corso dedicato a chi vuole riprendere il controllo della propria vita, passo dopo passo.
AUTORE
Medico degli astronauti dal 2000 al 2007, autore Bestseller, ideatore del Metodo Ongaro® e ambasciatore Still I Rise
Lascia un tuo commento