Perché mangiamo schifezze (e come smettere di farlo)

Perché mangiamo schifezze (e come smettere di farlo)

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Perché siamo attratti dal cibo spazzatura? Come mai quegli snack dolci o salati che hanno un sapore irresistibile vengono definiti spazzatura? Perché non è salutare mangiarne in continuazione? Siamo sufficientemente informati dei danni del cibo di scarsa qualità, eppure non ci diamo troppo peso. Come mai?

  • Fantasiosi succhi di frutta e merendine confezionate a colazione (se non cappuccio e brioche al bar).
  • Un pasto preconfezionato o street food a pranzo.
  • Snack dolce e caffè zuccherato dalla macchinetta in ufficio per il languorino del pomeriggio.
  • Aperitivo alcolico e stuzzichini vari con i colleghi o gli amici prima di tornare a casa.
  • La sera per far veloce un passaggio veloce al fast food o una pizza surgelata condita fino all’orlo perché magari non si ha tempo di preparare altro.

Quanti di voi si riconoscono in questa giornata alimentare? Forse si tratta di un’immagine pessimistica (spero) dell’alimentazione abituale di una persona, ma in molti casi non è troppo lontana dalla realtà. Più di una persona consuma un pasto a base di junk food.

Siamo in un’era in cui abbiamo a disposizione tutto: ogni tipo di cucina, qualsiasi frutto o verdura durante tutto l’anno, decine di servizi di consegna a domicilio e alimenti in formati di tutti i tipi nei supermercati. Risultato? Mangiamo sempre peggio.

Nonostante gli studi ci dicano continuamente che la causa di morte principale nel Mondo sia dovuta a malattie cardiovascolari e che la spesa sanitaria pubblica più ingente sia determinata dalle malattie metaboliche, continuiamo a non fare l’unica cosa possibile: modificare il nostro comportamento a favore di un’alimentazione più equilibrata e uno stile di vita più attivo e salutare.

Perché indugiamo in queste cattive abitudini alimentari

Cibi confezionati e ultra processati, street food, fast food, alcool, bibite, dolci: tutti alimenti inevitabilmente attraenti per via del loro altissimo contenuto in zucchero, grassi e sale, che li rende anche incredibilmente appetibili. Colpiscono infatti i nostri centri del piacere e determinano il rilascio di dopamina, neurotrasmettitore responsabile delle sensazioni di appagamento e dipendenza.

Questo tipo di cibo viene solitamente chiamato cibo spazzatura, tradotto in inglese in “junk food”.

In realtà è bello da vedere e buono da mangiare, irresistibile e accattivante per i nostri sensi: ma la verità è che mangiare in questo modo fa diventare noi spazzatura, ed è la principale causa dell’aumento di peso e dell’insorgenza di disturbi e malattie.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha persino coniato un nuovo termine, “diabesity”, dall’unione di obesità e diabete, che insieme alle malattie cardiovascolari rappresentano le piaghe sanitarie di questo periodo storico. Riassunti anche in “cardiodiabesity”, questi sono i principali problemi che possono essere prevenuti o corretti tramite l’alimentazione e lo stile di vita.

Perché li mangiamo anche se sappiamo che non ci fanno bene? Pubblicità coinvolgenti, confezioni colorate e tecniche di marketing puntuali ci inducono in tentazione e ci convincono a consumarli senza che ce ne accorgiamo nemmeno. Il fatto che si tratti di soluzioni facili, veloci, subito e sempre a disposizione alimenta il meccanismo.

I disturbi alimentari legati al consumo di junk food

Questo meccanismo ci porta a non riconoscere più i veri stimoli del nostro organismo, e a confondere la fame fisiologica con la fame “emotiva”. Si attiva infatti un’alterazione del meccanismo di ricompensa, che causa un impatto negativo di questi alimenti sulla funzione cerebrale e può predisporre le persone a comportamenti alimentari disordinati e impulsivi, come il craving o il binge eating (abbuffata incontrollata).

Conseguenze fisiche e psicologiche nel breve e medio lungo termine

L’assunzione di cibo spazzatura in sé può favorire pesantezza e affaticamento fisico e mentale, che a sua volta causa un basso tono dell’umore e stati di insoddisfazione psicologica e stati depressivi. Nel caso dell’insorgenza di malattie o aumento del peso questi stati mentali e psicologici negativi verranno ulteriormente accentuati, con la conseguente ricerca di altro junk food per compensare il bisogno di conforto, innescando un circolo vizioso da cui la persona farà davvero fatica ad uscire.

Quali sono i cibi più sani e come ci aiutano a trarre il massimo dai noi stessi

L’assuefazione a questo tipo di alimentazione a volte è talmente radicata in noi che il cibo non trattato o naturale ci sembra insulso e insapore. Riscoprire il vero sapore degli alimenti dovrebbe essere invece il nostro obiettivo, per riuscire a non rimanere schiavi di un sistema commerciale che ci propone cibo spazzatura che noi stessi chiediamo e alimentiamo a nostra volta.

I cibi più sani sono quelli più genuini, meno lavorati o processati, con meno ingredienti, ricchi in nutrienti e non solo in calorie, come cereali integrali, verdure, frutta fresca, fonti proteiche e grassi sani: solo così è possibile ottenere un’alimentazione che rafforzi la nostra salute e che non la indebolisca, per permetterci di vivere più a lungo in salute ed esprimere le nostre massime potenzialità nella vita di tutti i giorni, senza limitarci al mero aspetto fisico.

La soluzione più efficace e utile per raggiungere un’alimentazione sana ed equilibrata sta nell’acquisire abitudini stabili, mangiare in modo corretto per sempre e non solo per la durata di una dieta.

Per riuscirci è necessario fare uno sforzo e agire ogni giorno per acquisire la consapevolezza e le abitudini necessarie, con un lavoro che deve essere fatto da ognuno di noi e che non può più essere procrastinato o lasciato al caso, ma deve essere basato sulla scienza e sulle giuste strategie, per questo ti consiglio di iniziare dal corso "avvia il cambiamento".

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Filippo Ongaro

AUTORE

Filippo Ongaro

Medico degli astronauti dal 2000 al 2007, autore Bestseller, ideatore del Metodo Ongaro® e ambasciatore Still I Rise

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