L’equilibrio ormonale è una componente fondamentale della salute e della funzionalità dell’essere umano.
Gli ormoni permettono la comunicazione tra i vari distretti del corpo e regolano numerose funzioni che permettono la crescita, la funzionalità metabolica, la riproduzione e molteplici aspetti dei nostri comportamenti e delle reazioni psicologiche.
La produzione ormonale non è però stabile nel corso degli anni e tende a variare con l’invecchiamento. Secondo alcune teorie il calo nella produzione ormonale è addirittura alla base della senescenza stessa in quanto compromette la funzionalità ottimale del nostro corpo.
In alcuni casi queste alterazioni sono particolarmente evidenti, universali e permanenti come per la menopausa nella donna. In altre condizioni le alterazioni sono molto più sfumate e più soggettive come per esempio nella cosiddetta andropausa maschile (meglio definita come ipogonadismo).
Possiamo dire che la regolazione endocrina dell’organismo con il tempo diventa meno efficace, nella maggior parte dei casi con un calo nella produzione di ormoni, in alcuni casi (come per insulina e cortisolo) con un aumento.
Ci sono poi situazioni patologiche come quelle legate alle malattie autoimmuni che, danneggiando la ghiandola, ne riducono la produzione di ormoni, come nel caso dell’ipotiroidismo autoimmune. Nelle condizioni in cui esiste alla base una patologia è necessaria una valutazione clinica ed eventualmente una terapia.
Nel caso invece la produzione ormonale sia alterata dal processo di invecchiamento o da uno stile di vita errato, allora si possono impostare una serie di cambiamenti che aiutano a ripristinare un equilibrio endocrino corretto.
Con il termine squilibrio ormonale vogliamo indicare una situazione non patologica ma disfunzionale in cui alcuni ormoni non sono prodotti nelle quantità o nella tempistica corretta. Spesso queste alterazioni sono parte del processo di invecchiamento e sono oggetto di intervento nella medicina antiaging.
Teoricamente uno squilibrio ormonale può colpire qualsiasi ghiandola ma ve ne sono alcuni che sono più frequenti e caratteristici dei due sessi:
Gli squilibri ormonali trovano terreno fertile in uno stile di vita sregolato, con un’alimentazione errata e livelli di attività fisica insufficienti. Non sempre invertire questo modo di vivere significa recuperare appieno la produzione ormonale ma in ogni caso rappresenta un intervento utile per la salute in generale.
L’alimentazione quotidiana rappresenta un modo con cui intervenire sul metabolismo del nostro organismo e da li anche sull'equilibrio ormonale. Abbiamo parlato di due ormoni che tendono ad aumentare con l’età: insulina e cortisolo.
Entrambi sono ormoni sensibili all'alimentazione ma in modo sostanzialmente opposto. Per contenere la naturale tendenza dell’insulina ad aumentare dobbiamo limitare zuccheri e cereali raffinati mentre per evitare che il cortisolo aumenti eccessivamente occorre evitare di ridurre troppo i carboidrati.
Può sembrare un controsenso ma non lo è: occorre assumere carboidrati regolarmente nella forma di verdure, frutta e cereali integrali ed evitare invece zuccheri e cereali raffinati.
Per le donne in menopausa è utile inserire anche l’apporto di isoflavoni derivati dalla soia in quanto hanno azioni estrogeno simili che possono aiutare a compensare il calo ormonale.
Ovviamente in questa fase della vita è importante garantire un apporto adeguato di calcio, vitamina K2 e vitamina D, una combinazione di fattori fondamentali per ridurre la decalcificazione ossea.
Nel maschio è molto importante evitare la sindrome metabolica che incide negativamente sulla produzione di testosterone. Dunque ancora una volta è necessario fare molta attenzione a zuccheri e cereali integrali.
Per riequilibrare: è necessario adottare un’alimentazione sana a lungo termine che prediliga verdure, legumi, frutta, cereali integrali, frutta a guscio, olio EVO, proteine nobili come uova, pesce e carni magre
Infine in condizioni di ridotta produzione ormonale può essere utile valutare la tipologia di attività fisica svolta. Sia nell'uomo che nella donna diventa importante inserire attività di forza come i pesi o le macchine in palestra.
Nel caso delle donne non servirà a recuperare la produzione ormonale persa con la menopausa ma aiuterà in modo diretto a mantenere integro l’osso. La contrazione muscolare è infatti il principale fattore che regola la sintesi di tessuto osseo e che quindi può contrastare la perdita d’osso tipica dell’età post-menopausale.
Nell'uomo invece un’attività fisica di forza può perfino favorire il recupero della produzione di testosterone, essendo questo ormone direttamente coinvolto nei processi di adattamento allo sforzo intenso.
Per approfondire: Workout ormonale: esercizi e allenamento aiutano l'equilibrio degli ormoni?
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AUTORE
Medico degli astronauti dal 2000 al 2007, autore Bestseller, ideatore del Metodo Ongaro® e ambasciatore Still I Rise
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