Come sfruttare i benefici nascosti di un rifiuto

Come sfruttare i benefici nascosti di un rifiuto

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A nessuno piace sentirsi dire di no e alla maggior parte di noi da fastidio anche dire di no agli altri. In fondo siamo tutti impauriti dall'idea del rifiuto, sia quando veniamo rifiutati che quando siamo noi ad allontanare qualcuno.

Da un punto di vista evolutivo il rifiuto è strettamente collegato all'abbandono e all'automatico aumento del rischio di non sopravvivere che questo comportava in tempi antichi. Per altro, rifiuto e abbandono sono tuttora deleteri nella prima infanzia per lo sviluppo successivo della persona e dunque sono cose da cui vogliamo stare alla larga.

Eppure tutti noi nella vita rifiutiamo e veniamo rifiutati. Il genitore che dice di no al figlio, la ragazza che rifiuta lo spasimante, l'insegnante che boccia lo studente, il capo che nega una promozione all'impiegato o il gruppo di amici che prende in giro ed esclude qualcuno sono tutti esempi tipici di rifiuto dato o ricevuto.

Molto spesso il rifiuto causa sofferenza, ma altre volte invece diventa un modo di liberarsi di cose che non vogliamo fare o di ridimensionare il nostro ego e di ricevere una lezione di estrema importanza per il nostro miglioramento personale.

A volte un rifiuto rappresenta perfino una svolta nella vita di chi lo riceve, uno shock momentaneo che permette un cambio di rotta e l'approdare successivo ad un porto più felice.

Da cosa dipende il risultato emotivo di un rifiuto dato o ricevuto?

Come per qualsiasi evento della nostra vita, la sua ultima collocazione nella casella del bene o del male dipende dall'interpretazione che ne diamo. Facciamo degli esempi: se un rifiuto dato viene vissuto con un senso di colpa, non ne trarremmo alcun beneficio. Se invece esattamente la stessa azione la vediamo come una liberazione da un obbligo o da una persona che ci incatenava, allora il rifiuto apparirà del tutto giustificato e positivo. Allo stesso modo se lasciamo che un rifiuto ricevuto metta a rischio il nostro senso di certezza, ferisca la nostra autostima o ancora impedisca la soddisfazione del nostro bisogno di amore, allora sarà doloroso e difficile da superare.

Ma noi abbiamo sempre un possibilità di modulare le nostre interpretazioni e perfino di trasformarle, con il tempo, nel modo più adatto a trarne un beneficio.

Esistono degli approcci pratici che ci possono aiutare a gestire meglio il rifiuto:

    1.    Rifiuto dato--> chiediti se aver rifiutato qualcuno o qualcosa abbia: - migliorato il tuo benessere? - aumentato la tua libertà personale? - restituito qualcosa che ti apparteneva? - permesso di riprendere la tua strada?

    2.    Rifiuto ricevuto--> chiediti se essere stato rifiutato da qualcuno o non aver ottenuto qualcosa abbia: - offerto un'occasione per migliorarti? - ricordato che devi aspettarti di meno? - ricordato che dare è sempre più importante che ricevere? - sottolineato che devi contare solo su te stesso e sulle tue forze?

Se un evento di per sé negativo, o che ci lascia con qualche senso di colpa, viene collegato ad un'opportunità di crescita, il suo effetto finale diventa automaticamente positivo.

Le domande riportate sopra servono proprio a comprendere questo. L'effetto finale di qualsiasi cosa accada nella nostra vita dipende esclusivamente dall'interpretazione che ne diamo.

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