Un vecchio spot diceva che “prevenire è meglio che curare”. Ma quanto conta davvero la prevenzione? Quali sono i fattori di rischio delle malattie più comuni, tra quelle gravi, che possono peggiorare la tua condizione o aumentare le possibilità che tu ti ammali?
Prevenire è meglio che curare per vari motivi, non ultimo il costo complessivo sul sistema sanitario nazionale. Liberando risorse, una popolazione più sana nel presente assicura il futuro delle prossime generazioni.
Ma per chi quotidianamente pensa agli affari propri (e ci mancherebbe!) questo pensiero civico è meno importante. Invece, dal punto di vista personale, puoi fare molto per te stesso, lavorando sui fattori di rischio.
Nei miei corsi come Potenzia la Salute parto da questo principio: una volta che elimini i fattori di rischio comportamentali, fisiologici, ambientali te la giochi con la genetica.
Puoi essere stato meno fortunato a nascere in un posto svantaggiato dal punto di vista della salute (ad esempio, negli USA la mancata copertura assicurativa espone le fasce di popolazioni più deboli a costi esorbitanti per cure che qui da noi sono di routine) o avere una predisposizione genetica.
Ma nella media, molto dipende da quello che fai, quello che non fai, quello che mangi o non mangi e dal livello di informazione cui puoi accedere per indirizzare al meglio la tua salute.
Per assicurarti una vita di benessere devi ridurre il tasso di incidenza di due tipi di malattie:
- Quelle gravi come le malattie cardiocircolatorie, i tumori e le malattie neurodegenerative.
- Quelle croniche che ti puoi portare appresso tutta la vita e abbassano la qualità della tua vita.
I fattori di rischio comportamentali
Se mi segui da un po’ di tempo saprai che considero i fattori di rischio comportamentali importanti per la qualità della vita.
Certo, ogni tanto sui giornali e sul web compaiono storie su persone ultra-longeve che hanno vissuto cento e passa anni fumando un pacchetto di sigarette al giorno, ma sono – per l’appunto – eccezioni (dovute perlopiù alla combinazione genetica e ambientale).
In realtà fattori come questi, incidono pesantemente sulla tua salute:
I fattori comportamentali sono collegati a malattie gravi come quelle cardiocircolatorie, ictus, cancro del colon, ai polmoni, il cancro del cavo orale, del collo uterino e a condizioni croniche debilitanti come l’asma, il diabete di tipo 2, l’artrite reumatoide, la depressione, la malattia polmonare ostruttiva cronica, malattia renale cronica, osteoporosi.
Non vanno dimenticate le malattie della terza età e quelle neurodegenerative, che possono essere ritardate o alleviate con la prevenzione.
In particolare: il fumo, l’alcol e una dieta sregolata sono alla base delle principali condizioni sopra elencate.
I fattori di rischio fisiologici
Spesso questi dipendono dallo stile di vita e dai comportamenti sbagliati che ho elencato sopra, ma può esservi in gioco anche un fattore genetico o ambientale. In ogni caso sono quei classici fattori che nella quotidianità chiamiamo valori, facendo riferimento alle analisi e agli esami svolti.
Su questi fattori gioca un ruolo decisivo anche l’aspetto demografico: età, genere e tenore di vita.
Fattori ambientali
La vita moderna è fatta di microhabitat complicati e frenetici. In casa come al lavoro l’automazione ha sostituito la manualità, ma non ha eliminato il rischio. Anzi, in alcuni casi esso è aumentato, dipende anche da cosa si fa e dove ci si trova.
Fattori di rischio genetici
Questi fattori, con l’avanzare dei progressi scientifici, sono diventati sempre più chiari e sembrano giocare un ruolo in quelle che vengono definite delle predisposizioni.
Essi possono riguardare una predisposizione per malattie neurodegenerative come il Morbo di Alzheimer, il Morbo di Parkinson, la sclerosi laterale amiotrofica (SLA), la malattia di Huntington.
In queste malattie il fenotipo della perdita di memoria, del declino cognitivo, della stanchezza, della rigidità muscolare e dei tremori è collegabile a una causa genetica.
Per concludere
L’incidenza dei fattori genetici è bassa: si tratta di vere e proprie mutazioni che colpiscono alcuni individui. La medicina sta facendo dei passi da gigante nell’individuarle e proporre delle cure, potenziando così la fase preventiva per ritardare gli effetti o alleviare i sintomi di malattie debilitanti che riducono l’aspettativa di vita.
Detto questo, puoi fare molto invece per quel che riguarda i fattori di rischio comportamentali, che invece riguardano la massa delle persone che ha problemi di salute e che spesso non si rende conto di cosa significhi e di che valore abbia la prevenzione.
Non devi nemmeno sottovalutare il fatto che spesso la tua insoddisfazione, l’incapacità di dare una svolta alla tua vita dipendono da comportamenti erronei, ripetuti nel tempo, che aumentano l’incidenza dei fattori di rischio.
Spesso, dietro il lasciarsi andare (un concetto che implica un abbandono sia dal punto di vista fisico, sia da quello psicologico) c’è una sommatoria di pessime abitudini che hanno inciso sui fattori di rischio, rendendo la vita meno sana e meno piacevole.
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