Il segreto per vivere in salute fino a 100 anni

Il segreto per vivere in salute fino a 100 anni

Indice

Tutti noi sappiamo che l'aspettativa di vita si sta allungando. Ma quante persone anziane vivono veramente a pieno?

Purtroppo non molte.

La verità è che insieme alla longevità stanno aumentando anche la precocità e la durata delle malattie.

Allora come fanno i cosiddetti "centenari" a vivere così a lungo e soprattutto in salute?

Guarda il video di questa settimana per scoprirlo!

Hai mai avuto l'occasione di parlare con una persona che avesse più di 100 anni?

Beh, io ho avuto la fortuna di conoscerne diverse e ho riscontrato un fattore comune in tutte loro.

Vuoi sapere qual è il fattore per vivere in salute anche in tarda età?

Ti presento il video di oggi, che come sempre ho preparato con l’unico scopo di aiutarti a vivere a pieno questa vita.

Buona visione!

 

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TRASCRIZIONE DEL VIDEO

Oggi ti voglio parlare di che cosa fanno particolarmente bene i centenari.

È incredibile il numero di persone che oggi arriva a superare di gran lunga i 100 anni e una buona parte di queste arriva ai 100 anni e oltre in buona salute e sulle proprie gambe. Qual è il segreto di queste persone? Come mai stiamo assistendo ad un generale aumento dell'aspettativa di vita, che però solo in alcuni casi si accompagna a una buona qualità della vita?

Nella maggior parte dei casi quello che tutti noi osserviamo è che le persone vivono più a lungo, ma si stanno allungando gli anni di malattia, le fasi di sofferenza e di mancanza di autonomia. Basta guardarsi attorno e andare a visitare un ospedale o una casa di riposo per rendersi conto di quanti sono gli anziani che vivono sì a lungo, ma non vivono bene.

La sfida che la medicina ha davanti è quella di garantire sì una vita più lunga, ma soprattutto una salute più forte, più potente, più profonda. Una salute che ci accompagna davvero fino alla fine.

Molti anni fa alcuni ricercatori hanno parlato di un concetto che non è stato colto con particolare attenzione dalla scienza della medicina: il concetto di compressione della malattia, cioè quello che dovremmo cercare di fare è allungare la fase di salute della vita delle persone e comprimere la fase di malattia ai momenti più vicini alla morte e non fare il contrario, cioè non allungare la vita a tutti i costi, ma anche in condizione di sofferenza e di scarsa qualità della vita.

Allora bisogna chiedersi appunto cosa fanno questi centenari eccezionali che vivono molto bene e molto a lungo e spesso vivono molto bene e molto a lungo in zone del mondo dove non c'è una particolare assistenza sanitaria eccezionale oppure cure particolarmente avanzate. Quindi è un tema piuttosto interessante e qualche anno fa è stato coniato il termine "zone blu” da un giornalista del National Geographic, cioè alcune zone del mondo in cui effettivamente ci sono molti centenari, molti anziani, ma sono sani.

Quello che emerge dallo studio e dalle ricerche di queste popolazioni è che certamente hanno uno stile di vita naturale che promuove in qualche modo la salute, la qualità della vita, la prevenzione delle malattie. Ci troviamo quindi di fronte al tema dell’epigenetica, cioè di come gli stimoli ambientali possono andare a modificare l'espressione dei nostri geni in positivo se scegliamo gli stimoli corretti, ma anche in negativo se invece siamo circondati dagli stimoli sbagliati.

È interessante notare come in questi soggetti che appunto vivono nelle "zone blu" non esiste una scelta, lo stile di vita che adottano è naturale. Cioè non è che ci pensano o che ci riflettono, è uno stile di vita tramandato, è uno stile di vita antico che adottano senza pensarci nemmeno. Al contrario di ciò che accade in Occidente sia quando scegliamo uno stile di vita sbagliato e quindi ci riempiamo di cibi sbagliati e adottiamo abitudini sbagliate, sia quando viceversa scegliamo uno stile di vita invece corrente.

Noi in Occidente abbiamo perso quel bagaglio di comportamenti protettivi e quindi dobbiamo fare delle scelte consapevoli, ragionate, mentre in alcune zone del mondo continua una tipologia di vita evidentemente più naturale che in alcuni soggetti, non in tutti ovviamente, promuove questa longevità sana.

Una cosa è certa: è lo stile di vita che fa la grande differenza. Io parlo sempre dei "4 Fondamenti di una vita sana" quindi nutrizione, integrazione alimentare, allenamento fisico e gestione psico-emotiva e ci tengo a sottolineare che sono macro temi, non esiste una ricetta magica, non esiste una sostanza, non esiste un cibo e non esiste nemmeno un singolo luogo. Sono tanti stili di vita differenti se consideriamo queste "zone blu” sparse nel mondo da Okinawa, arcipelago di isole in Giappone, alla Barbagia in Sardegna, non ci sono grandi vicinanze né culturali, né come tipologia di cibo, né ambientali, ma ci sono delle cose che si sovrappongono a livello dello stile di vita generale. Ci sono dei tratti comuni che evidentemente toccano le cose che contano di più. Voglio fare una piccola parentesi prima di andare a vedere quali sono questi tratti comuni che contano di più.

C’è uno studio molto importante che si chiama "Study of Adult Development", lo studio dello sviluppo degli adulti, è uno studio condotto dall'università di Harvard da 75 anni, quindi sono 4 generazioni di ricercatori che si tramandano i dati e continuano a mantenere attivo questo enorme studio che ad oggi ha ovviamente analizzato la vita di migliaia di persone estrapolando dati di ogni genere, dati biomedici, dati che riguardano lo stile di vita, l'aspetto social, psicologico, il lavoro, il livello sociale etc.

È uno studio molto interessante che dà dei dati che però sono piuttosto sorprendenti perché contrariamente a quello che si può pensare, non è il livello di colesterolo, non è il livello di glicemia, non è il livello di pressione che determina quanto a lungo e quanto bene le persone vivono, ma è la qualità delle relazioni e della vita emotiva che le persone hanno. Addirittura un dato molto forte è che la qualità della vita relazionale attorno ai 50 anni è estremamente predittiva di quanto bene starai attorno agli 80.

Ecco questo dato che viene fuori da uno studio scientifico e da uno studio su una popolazione occidentale è interessante perché effettivamente conferma un po' quello che emerge dallo studio di queste "zone blu" e dei "centenari naturali” perché anche se è fondamentale non ammalarsi, quindi non è che consideriamo i parametri metabolici e la pressione arteriosa non importanti, sono assolutamente importanti e vanno mantenuti in regola, questi non sono sufficienti a garantire quel passo in più che veramente permette una qualità della vita elevata, un senso di appagamento e soddisfazione che coincide molto con la felicità e sappiamo che essere felici chiaramente ti porta a voler vivere in maniera più attiva e più a lungo.

Quindi se dovessimo fare un riassunto di quali sono i fattori che contano davvero:

- sicuramente il vivere più attivi. Quindi nel caso di un ambiente naturale come quello delle "zone blu" continuare a usare il corpo per lavorare, per fare l’agricoltore, per curare la casa, il proprio orto oppure se lo trasferiamo nel mondo occidentale anche continuare a fare sport nel corso della propria vita.

- mantenere delle relazioni che siano appaganti. Circondarsi da persone che ti piacciono e a cui tu piaci in modo tale da non avere attriti continui nei rapporti con gli altri. Rallentare i ritmi per apprezzare ciò che hai, invece di essere sempre alla rincorsa di ciò che vorresti avere. Se non rallenti non hai la possibilità di apprezzare la tua vita, chi sei e le tue relazioni.

- mantenere la salute. I parametri che citavo prima sono solo pochi, ma ci sono tante aree della funzionalità del proprio corpo che vanno mantenute perché è chiaro che se ti ammali è logico che avrai meno chance di arrivare a vivere bene e a lungo.

- essere curiosi, essere ironici. Sentire e mantenere il proprio ruolo nel contesto sociale, quindi non farsi emarginare, non farsi mettere da parte. Continuare nel corso della propria vita a voler contribuire e dare agli altri e più passano gli anni, più le persone diventano dotate di quella saggezza, di quelle competenze, di quella comprensione delle dinamiche della vita che mancano così tanto invece ai più giovani.

Quindi in conclusione quello che possiamo dire è "non c'è una ricetta magica”. È inutile cercare l'elisir di lunga vita, la pillola che risolverà i problemi, l'integratore che rallenta l’invecchiamento, il singolo cibo miracoloso...perché dal mio punto di vista è una perdita di tempo e non ci sarà mai una risposta davvero scientifica a questo, se lo ricerchiamo in questo modo. E invece capire meglio le sfumature, capire meglio i dettagli sottostanti la vita di queste persone eccezionali, cosa veramente ha fatto la differenza. Se abbiamo la fortuna di avere contatto con qualcuno di questi centenari, parlare con loro, cercare di capire i loro segreti e sono certo, perché mi è capitato, che le risposte saranno sempre le stesse e saranno volersi bene, avere delle relazioni sane con gli altri, fare le cose giuste per curarsi, ma soprattutto avere una vita emotiva, una vita interiore, che sia davvero ricca e appagante.

Come spesso succede le vere soluzioni vengono dall'interno e non dall’esterno.

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La longevità sana dei centenari nelle blue zone

Molti anni fa, alcuni ricercatori hanno parlato di un concetto che non è stato colto con particolare attenzione dalla scienza della medicina: il concetto di compressione della malattia.

In pratica, quello che dovremmo cercare di fare è allungare la fase di salute della vita delle persone e comprimere la fase di malattia ai momenti più vicini alla morte e non fare il contrario, cioè non allungare la vita a tutti i costi, ma anche in condizione di sofferenza e di scarsa qualità della vita.

Allora bisogna chiedersi appunto cosa fanno questi centenari eccezionali che vivono molto bene e molto a lungo e spesso vivono molto bene e molto a lungo in zone del mondo dove non c'è una particolare assistenza sanitaria eccezionale oppure cure particolarmente avanzate. 

Quindi è un tema piuttosto interessante e qualche anno fa è stato coniato il termine "zone blu” da un giornalista del National Geographic, cioè alcune zone del mondo in cui effettivamente ci sono molti centenari, molti anziani, ma sono sani.

Quello che emerge dallo studio e dalle ricerche di queste popolazioni è che certamente hanno uno stile di vita naturale che promuove in qualche modo la salute, la qualità della vita, la prevenzione delle malattie. 

Una questione epigenetica

Ci troviamo quindi di fronte al tema dell’epigenetica, cioè di come gli stimoli ambientali possono andare a modificare l'espressione dei nostri geni in positivo se scegliamo gli stimoli corretti, ma anche in negativo se invece siamo circondati dagli stimoli sbagliati.

È interessante notare come in questi soggetti che appunto vivono nelle "zone blu" non esiste una scelta, lo stile di vita che adottano è naturale

Cioè non è che ci pensano o che ci riflettono, è uno stile di vita tramandato, è uno stile di vita antico che adottano senza pensarci nemmeno. 

Al contrario di ciò che accade in Occidente sia quando scegliamo uno stile di vita sbagliato e quindi ci riempiamo di cibi sbagliati e adottiamo abitudini sbagliate, sia quando viceversa scegliamo uno stile di vita invece corrente.

La vita equilibrata si basa su 4 pilastri

Noi in Occidente abbiamo perso quel bagaglio di comportamenti protettivi e quindi dobbiamo fare delle scelte consapevoli, ragionate, mentre in alcune zone del mondo continua una tipologia di vita evidentemente più naturale che in alcuni soggetti, non in tutti ovviamente, promuove questa longevità sana.

Una cosa è certa: è lo stile di vita che fa la grande differenza. Io parlo sempre dei "4 Fondamenti di una vita sana" quindi nutrizione, integrazione alimentare, allenamento fisico e gestione psico-emotiva e ci tengo a sottolineare che sono macro temi, non esiste una ricetta magica, non esiste una sostanza, non esiste un cibo e non esiste nemmeno un singolo luogo. 

Sono tanti stili di vita differenti se consideriamo queste "zone blu” sparse nel mondo da Okinawa, arcipelago di isole in Giappone, alla Barbagia in Sardegna, non ci sono grandi vicinanze né culturali, né come tipologia di cibo, né ambientali, ma ci sono delle cose che si sovrappongono a livello dello stile di vita generale

Ci sono dei tratti comuni che evidentemente toccano le cose che contano di più. Voglio fare una piccola parentesi prima di andare a vedere quali sono questi tratti comuni che contano di più.

Studi scientifici dimostrano l’importanza della qualità della vita relazionale

C’è uno studio molto importante che si chiama "Study of Adult Development", lo studio dello sviluppo degli adulti, è uno studio condotto dall'università di Harvard da 75 anni.

Quindi sono 4 generazioni di ricercatori che si tramandano i dati e continuano a mantenere attivo questo enorme studio che ad oggi ha ovviamente analizzato la vita di migliaia di persone estrapolando dati di ogni genere, dati biomedici, dati che riguardano lo stile di vita, l'aspetto social, psicologico, il lavoro, il livello sociale etc.

È uno studio molto interessante che dà dei dati che però sono piuttosto sorprendenti perché contrariamente a quello che si può pensare, non è il livello di colesterolo, non è il livello di glicemia, non è il livello di pressione che determina quanto a lungo e quanto bene le persone vivono, ma è la qualità delle relazioni e della vita emotiva che le persone hanno. 

Addirittura un dato molto forte è che la qualità della vita relazionale attorno ai 50 anni è estremamente predittiva di quanto bene starai attorno agli 80.

Ecco questo dato che viene fuori da uno studio scientifico e da uno studio su una popolazione occidentale è interessante perché effettivamente conferma un po' quello che emerge dallo studio di queste "zone blu" e dei "centenari naturali”. 

Infatti, sicuramente è fondamentale non ammalarsi, quindi non è che consideriamo i parametri metabolici e la pressione arteriosa non importanti, sono assolutamente importanti e vanno mantenuti in regola.

Tuttavia, questi non sono sufficienti a garantire quel passo in più che veramente permette una qualità della vita elevata, un senso di appagamento e soddisfazione che coincide molto con la felicità e sappiamo che essere felici chiaramente ti porta a voler vivere in maniera più attiva e più a lungo.

PER APPROFONDIRE: Come raggiungere la felicità? Costruiscila passo dopo passo cambiando le tue abitudini

Le buone pratiche della longevità secondo uno studio svedese

Una ricerca svedese, pubblicata su Scandinavian Cardiovascular Journal, cominciata nel 1963, nel corso degli ultimi 50 anni ha analizzato la salute di 855 uomini di Göteborg nati nel 1913. 232 dei soggetti ha raggiunto gli 80 anni, 111 sono arrivati ai 90 e 10 hanno spento 100 candeline.

Nel corso di questi anni, è stato possibile per gli studiosi dell’Università di Göteborg di tracciare l’identikit per chi aspira a compiere 100 anni: eliminare il fumo, mantenere livelli salutari di colesterolo nel sangue, non assumere più di quattro tazzine di caffè al giorno e avere una buona forma fisica. 

Altri fattori che influiscono positivamente sono la longevità della madre e lo status sociale. I centenari che si sono sottoposti a questo studio sono in salute dal punto di vista clinico, fisicamente in forma e con una buona postura.

Se, grazie al progresso medico-scientifico, sarà sempre più facile vivere per 100 anni, è importante poter invecchiare bene e in questo, oltre alla genetica, un gran contributo lo offre lo stile di vita, come dimostra proprio questa ricerca svedese.

È possibile vivere meglio e più a lungo? Sì

Ti invito a guardare con attenzione questo video, nel quale fornisco dettagliatamente i consigli principali per seguire abitudini alimentari pro-longevità e adottare una routine alimentare ben equilibrata, con un pratico per una ricetta nutriente e completa, cioè il riso rosso con salmone e avocado:

https://www.youtube.com/watch?v=Y5Ah6-WoLIM&t=1278s

Peraltro, sapevi che tra i libri che ho scritto ce n’è uno perfettamente rispondente al tema? Si intitola, appunto, Fino a cent’anni.

Questo libro nasce da una riflessione. La donna più anziana del mondo ha 116 anni e vive proprio in Italia. Lei, insieme ai sempre più numerosi centenari e ultracentenari che ci sono nel mondo, è la dimostrazione vivente che vivere a lungo non è più un’utopia fantascientifica ma una realtà

Siamo quindi destinati a essere longevi. Se, dunque, vivere fino a cent’anni è più che possibile, la domanda ora che si pone è: ”Come?”. La longevità, cioè, si abbina a un’effettiva qualità della vita?

Quindi se dovessimo fare un riassunto di quali sono i fattori che contano davvero:

Ci sono almeno 5 fattori per prevenire l’invecchiamento e migliorare la qualità della vita, vediamoli insieme.

Vivere più attivi

Quindi nel caso di un ambiente naturale come quello delle "zone blu" continuare a usare il corpo per lavorare, per fare l’agricoltore, per curare la casa, il proprio orto oppure se lo trasferiamo nel mondo occidentale anche continuare a fare sport nel corso della propria vita.

Mantenere delle relazioni che siano appaganti 

Circondarsi da persone che ti piacciono e a cui tu piaci in modo tale da non avere attriti continui nei rapporti con gli altri. 

Rallentare i ritmi per apprezzare ciò che hai

È importante, invece di essere sempre alla rincorsa di ciò che vorresti avere. Se non rallenti non hai la possibilità di apprezzare la tua vita, chi sei e le tue relazioni.

Mantenere la salute

I parametri che citavo prima sono solo pochi, ma ci sono tante aree della funzionalità del proprio corpo che vanno mantenute perché è chiaro che se ti ammali è logico che avrai meno chance di arrivare a vivere bene e a lungo.

Essere curiosi, essere ironici 

Sentire e mantenere il proprio ruolo nel contesto sociale, quindi non farsi emarginare, non farsi mettere da parte. Continuare nel corso della propria vita a voler contribuire e dare agli altri e più passano gli anni, più le persone diventano dotate di quella saggezza, di quelle competenze, di quella comprensione delle dinamiche della vita che mancano così tanto invece ai più giovani.

Quindi in conclusione quello che possiamo dire è "non c'è una ricetta magica”. È inutile cercare l'elisir di lunga vita, la pillola che risolverà i problemi, l'integratore che rallenta l’invecchiamento, il singolo cibo miracoloso... perché dal mio punto di vista è una perdita di tempo e non ci sarà mai una risposta davvero scientifica a questo, se lo ricerchiamo in questo modo. 

E invece capire meglio le sfumature, capire meglio i dettagli sottostanti la vita di queste persone eccezionali, cosa veramente ha fatto la differenza. 

Se abbiamo la fortuna di avere contatto con qualcuno di questi centenari, parlare con loro, cercare di capire i loro segreti e sono certo, perché mi è capitato, che le risposte saranno sempre le stesse e saranno volersi bene, avere delle relazioni sane con gli altri, fare le cose giuste per curarsi, ma soprattutto avere una vita emotiva, una vita interiore, che sia davvero ricca e appagante. Come spesso succede le vere soluzioni vengono dall'interno e non dall’esterno.

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