Come uscire dalla mediocrità

Come uscire dalla mediocrità

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Il termine mediocre si riferisce a qualcosa o qualcuno che sta nel mezzo tra due estremi: tra il grande e il piccolo, tra il molto e il poco, tra il buono e il cattivo.

Si tratta quindi di una condizione indistinta, simile a molte altre e che per questo non è degna di nota. 

La mediocrità nei comportamenti, in qualsiasi area essa si manifesti, si associa ad un senso di insoddisfazione che deriva proprio dal non aver fatto nulla che abbia un vero valore.

La mediocrità si manifesta nel tirare a campare, nel fare sempre il minimo indispensabile, nel cercare di fare meno fatica possibile, nel non esporsi con le proprie idee e nel sistematico tentativo di non impegnarsi in nulla.

Ma esiste una grande contraddizione. 

Gli esseri umani percepiscono piacere e soddisfazione nel fare le cose bene, nell'eccellere e nel migliorarsi continuamente e non nel nascondersi per tutta la vita.

Tuttavia la società e il sistema educativo non ci rendono coraggiosi e non ci dotano delle caratteristiche necessarie per uscire dalla mediocrità.

Per eccellere in qualcosa è necessario correre il rischio di sbagliare e invece la società ci insegna che è meglio stare nella media, non esagerare e fare il minimo indispensabile.

Così la vita di molti si sviluppa in una direzione non ideale che non permette di  percepire una vera soddisfazione personale e che sembra solo indirizzata a posizionarsi  perfettamente nei ruoli previsti dalla società. 

Se sei poco visibile non vieni notato, non sarai apprezzato ma non disturberai nessuno, non rischierai di essere criticato ma allo stesso tempo non capirai mai quanto vali davvero.

Così nel tempo le persone iniziano a cercare soddisfazione non più in loro stessi e nel proprio percorso di crescita personale ma all'esterno, adottando comportamenti che sono a lungo termine dannosi. 

Le persone che vivono nella mediocrità cercano nel cibo il piacere che non ottengono dalla vita e così finiscono con il rovinarsi la salute. In genere sono sedentari perché qualsiasi cosa che li distragga (ogni banale programma in televisione) attira la loro attenzione e vale di più di uno sforzo che fornisce  benefici a lungo termine.

Cercare continuamente distrazioni fa perdere il controllo della propria vita e così queste persone finiscono con il dormire poco e male e con l’essere molto spesso stanche e svogliate.

La mancanza di entusiasmo fa vedere tutto grigio e porta quasi sempre la persona bloccata nella mediocrità a lamentarsi di tutto, a fare la vittima e a dare la colpa ad altri del proprio destino.

Questo comportamento vittimistico non fa che aumentare il rischio di non prendersi la responsabilità delle proprie azioni.

La vittima farà fatica a condividere il proprio tempo con persone positive e capaci di affrontare la vita a testa alta e quindi si attornierà sempre di più di suoi simili: persone negative, lamentose e in cerca solo di qualche momentaneo “anestetico” che renda più tollerabile il loro dolore: cibo, alcol, fumo e perfino, droghe diventano spesso la scelta più semplice anche se deleteria.

Molti in questa situazione perdono il controllo anche di un’altra componente fondamentale della loro vita: i soldi.

Finiscono infatti con lo spendere più di quello che possono, con l’indebitarsi e con il compromettere il loro futuro economico per cercare di vivere qualche momento di piacere in una vita che diventa, con il passare del tempo, sempre più piena di rimpianti e di rimorsi. Invece di guardare al futuro con occhi sereni ci si rivolge sempre di più al passato.

A volte, quando ci si rende conto di aver preso una brutta piega, si prova a reagire. Ma anche in questo caso, la mancanza di un approccio strategico alla vita fa sì che si commettano più errori del dovuto. La persona che ha vissuto nella mediocrità verrà a volte presa da una sensazione di panico per il tempo perso  e proverà a cambiare tutto subito, aumentando il rischio di fallire. 

Il cambiamento non si avvia con una reazione d’impulso bensì con un’analisi strategica della situazione vissuta.

Non è necessario colpevolizzarsi ma piuttosto avere il coraggio di andare a fondo e di identificare delle contromisure concrete alle cose che non funzionano. In generale è possibile identificare per lo meno 5 azioni da intraprendere per avviare un cambiamento: 

  1. Non soffermarsi sugli errori commessi ma piuttosto sulle ragioni emotive che ci hanno portato a commetterli.
  2. Ripartire da se stessi e dalla cura delle abitudini che ci rafforzano come il mangiare sano, il fare attività fisica e l’inserire il lavoro interiore nella vita quotidiana.
  3. Avere chiaro dove si vuole andare perché non è sufficiente desiderare il cambiamento ma occorre invece poterlo identificare in modo preciso come un percorso.
  4. Fare un passo alla volta e non voler cambiare tutto subito.
  5. Valutare la propria rete sociale perché gli altri ci possono influenzare in negativo ma anche in positivo. 

Non accontentarsi della mediocrità non è una gara con gli altri ma semmai con se stessi per arrivare a vivere una vita che ci dia una piena soddisfazione.

Cosa ci regala vero appagamento è molto soggettivo. Per alcuni potrebbe essere qualcosa di materiale.

Nulla contro una bella macchina o una casa più grande ma attenzione: non è intelligente legare la propria felicità a qualcosa di materiale in quanto la vera soddisfazione viene sempre dall'interno e nasce proprio dalla consapevolezza di avere dato il massimo indipendentemente dal risultato ottenuto.

La felicità e la soddisfazione non sono stati che si raggiungono grazie ad un acquisto ma abitudini che si coltivano attraverso un cambio di prospettiva.

Cambia abitudini, cambia vita!

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Filippo Ongaro

AUTORE

Filippo Ongaro

Medico degli astronauti dal 2000 al 2007, autore Bestseller, ideatore del Metodo Ongaro® e ambasciatore Still I Rise

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