Mi sento in trappola, come posso uscirne?

Mi sento in trappola, come posso uscirne?

Indice

Tante persone riferiscono di sentirsi in trappola. Non è facile descrive cosa significa perché è perché sembra impossibile bloccarsi anche davanti a decisioni apparentemente di buon senso. Eppure è proprio così: in qualunque direzione ti sposti hai la sensazione di sbattere contro qualcosa. Ma è possibile uscirne?

Questo articolo lo scrivo ripensando a un commento che ho letto proprio qui sul blog, che riferiva più o meno di una situazione simile, del fatto di non riuscire a spezzare le catene e cambiare.

Questo sentirsi in trappola però è comune e spesso è associato a condizioni di disagio personale, stati d’animo compromessi dall’umore pessimo o persino dalla depressione. Se ti senti in trappola, senza una via di uscita, probabilmente sei portato a comportati come segue o ti trovi in queste situazioni.

Non ti piace il lavoro che fai o l’ambiente di lavoro

Capita di essere costretti a fare un lavoro che è lontano anni luce da quello che hai sempre desiderato.

A volte ti condiziona la scarsa mobilità, a volte è la troppa mobilità. L’ambiente poi potrebbe farti sentire sotto pressione: un ufficio poco amichevole, un capo che ha troppe pretese, il collega che sa tutto lui, lo stipendio che non permette alcun extra, una carriera limitata, degli orari assurdi.

Se ti volti a cercare una possibilità di fuga ti rendi conto che non hai molte alternative. Non è facile trovare un nuovo lavoro, le opportunità latitano o richiedono ulteriori sacrifici.

È qui che scatta la trappola: ti vedi costretto ad abbassare la testa e a continuare. A sopportare.

Inizi a mentire a te stesso

A volte l’unica via di uscita è crearsi un mondo parallelo. Un mondo sbagliato e falso, ma che ti sembra più accettabile di quello reale.

Così, per esempio, pur essendo una persona socievole, smetti di uscire. Dopodiché ti giustifichi dicendo che effettivamente non sei socievole, ma introverso.

In verità, ti stai creando una scusa a posteriori per giustificare un comportamento, un’abitudine che, a lungo andare, sta incidendo sulla tua personalità rendendoti più chiuso di quello che sei nella realtà.

Tutte le opzioni di ripiego diventano accettabili. Ogni discorso che contempli una disubbidienza alla regola viene seguito da un “ma” che ti riporta alla condizione di partenza. In sostanza crei una realtà che non ti soddisfa e la alimenti con delle false convinzioni, spesso dando la colpa agli altri e a fattori esterni.

Ti richiudi in te stesso e non cerchi il supporto degli altri

Le ricerche scientifiche hanno ormai dimostrato che la socialità dell’essere umano è un fattore fondamentale per la salute e la qualità della vita ma si potrebbe quasi dire, per la sopravvivenza stessa.

E non uso questa parola a caso: per vivere bene bisogna stare con le altre persone e possibilmente starci in modo sereno, ricevendo affetto e donando gratitudine. So che può apparire una descrizione idilliaca, ma è così.

Invece, quando ti senti in trappola e senza via di uscita, anziché cercare il supporto altrui che è fondamentale in casi come questi, tendi a ritrarti e smettere sostanzialmente di vivere.

Hai una bassa autostima

L’autostima viene spesso sopravvalutata nei percorsi di crescita personale. Ma il vero problema non è l’autostima, ma il non averne affatto cioè il non comprendere che puoi modificare una situazione. La bassa autostima è legata a condizioni di salute deterioranti nel tempo.

Certo, la vita non è come una gara dei cento metri. Sembra più una maratona per cui non puoi davvero pensare di arrivare al traguardo (cioè un livello di soddisfazione che ti faccia alzare dal letto la mattina convinto di poter raggiungere un piccolo obiettivo) nello spazio di pochi secondi.

Devi mettere in conto che ci saranno ostacoli, ma un semplice ostacolo non dovrebbe convincerti del fatto che non potrai mai arrivare. Più passi in avanti fai, meno strada ti rimane da fare.

Chi si sente in trappola spesso manifesta un’immagine di sé al ribasso, si cura poco, fa poco o nessun movimento fisico, si lascia andare, indugia in abitudini malsane (bere troppo, fumare, mangiare disordinatamente).

È un circolo vizioso che si autoalimenta e che si basa sulla convinzione che qualcun altro o qualcos’altro stia manovrando la nostra vita e che noi non possiamo farci nulla.

Invece ogni giorno puoi apportare delle piccole modifiche. Sai quante persone ho sentito dire che erano troppo pigre per fare una camminata al giorno? Fino a che non hanno iniziato davvero a farla. Alla fine, erano persino sorprese della loro capacità di fare esercizio anche in condizioni che fino a qualche settimana prima avrebbero considerate proibitive.

Tendi a rimandare e non prendere mai decisioni definitive

Il procrastinare di continuo, cioè rimandare a domani tutto quello che potresti fare oggi, è un grosso indizio rivelatore della trappola.

Anche qui è semplice: siccome non vedi sbocchi, fare una cosa o non farla non cambierebbe di una virgola la tua esistenza, per cui agisci come se avessi molto tempo a disposizione. In realtà il tempo è la moneta più preziosa che abbiamo a disposizione.

A te può sembrare che esteriormente non cambi nulla, che se fai o non fai una cosa non ci siano delle conseguenze. Al contrario, nel momento in cui stai pensando a rimandare, le lancette continuano a girare.

E non torneranno più indietro. Dovresti imparare a darti delle scadenze, a metterti continuamente in gioco, a uscire dalla zona di conforto. Perché se hai l’impressione che non facendo nulla non cambierà nulla, stai commettendo un grosso errore.

Come uscire dalla trappola?

C’è un punto della vita in cui devi realizzare che potrai fare delle cose e che altre non saranno mai realizzate.

Può sembrare triste e invece è il momento migliore in cui darsi dei nuovi obiettivi commisurati alle proprie capacità o alla situazione. Non sto dicendo che devi accontentarti, è proprio il contrario: vivi la vita che stai vivendo non quella che avresti vissuto se tutto fosse girato secondo i tuoi desideri.

Perché nel primo caso stai vivendo, nel secondo stai sognando ad occhi aperti e perdendo tempo. Va bene finché sei giovane, studi e stai cercando di crearti una posizione, ma dopo deve subentrare la concretezza.

Leggi anche: 5 cose da fare quando hai paura di non farcela.

Prova quindi a porti degli obiettivi ragionevoli, commisurati alle tue capacità. In questo modo sarai meno insoddisfatto e riuscirai ad apprezzare gli sforzi fatti giorno dopo giorno.

Quando fai qualcosa assumiti la responsabilità delle tue azioni. È facile ritrarsi, non fare nulla, ma come detto sopra è proprio il tipo di comportamento che fa crescere la gabbia intorno a te. Invece decidi, agisci, sposta le pedine, stai in movimento.

Porta una piccola sfida nella tua vita, ogni giorno, e vedrai che quello che ti sembrava un muro in realtà era una porta. E ora possiedi la chiave per aprirla e uscire.

Vivi una vita più sana. Lo ripeterò fino alla nausea. Gran parte del nostro, tuo e mio, benessere dipende dallo stile di vita che adottiamo.

Fai esercizio fisico, non usare troppo l’auto, frequenta delle persone, esci all’aria aperta, coltiva delle passioni.

Soprattutto: mangia bene, potenzia la tua salute rinunciando al junk-food e agli eccessi, mangia meno zuccheri e più verdure fresche, mangia equilibrato.

Un piccolo cambiamento può portare molto lontano.

AVVIA IL CAMBIAMENTO!

Condividi questo post:

Filippo Ongaro

AUTORE

Filippo Ongaro

Medico degli astronauti dal 2000 al 2007, autore Bestseller, ideatore del Metodo Ongaro® e ambasciatore Still I Rise

Lascia un tuo commento