Come trovare la motivazione e la voglia di fare qualcosa

Come trovare la motivazione e la voglia di fare qualcosa

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Anche la persona più motivata del mondo può avere poca voglia di fare qualcosa. Capita, gli alti e bassi e gli sbalzi d'umore sono più frequenti di quanto si pensi. Ma allora perché a volte ti ritrovi così scarico di energie in partenza, da pensare che ti manca la motivazione?

La motivazione è un po' la coperta di Linus di tutti i percorsi di crescita personale, e anche dei libri che ti spiegano come avere successo. Ma se fosse un problema di motivazione, sempre e comunque, le cose sarebbero molto più semplici.

La verità è che la motivazione, cioè la spinta ad andare avanti e fare qualcosa, non nasce sugli alberi. E non aumenta nemmeno schioccando le dita. È un processo cognitivo, mentale, che va analizzato al meglio.

Ecco perché ti dico che è possibile trovare la motivazione per fare qualcosa, anche quando sembra di non averne.

Detto questo, nella vita di tutti i giorni la motivazione è richiesta per varie cose, così le persone come me e te si trovano a doverla cercare per studiare, lavorare, scrivere, incontrare le persone, allenarsi.

La motivazione, nei percorsi di crescita personale, sembra anche sottintendere un elemento di quotidianità, vale a dire che abbiamo più bisogno di motivazione quando dobbiamo fare qualcosa di "sgradevole" o comunque "impegnativo" tutti i giorni.

E qui subentra la mia ricetta per trovare la motivazione.

Se la motivazione è necessaria per "andare avanti" e "fare le cose" in un determinato contesto, giorno dopo giorno, in che modo è possibile "aggirarla" e fare in modo che sia sempre presente? O meglio: come "andare avanti" aggirando l'ostacolo della motivazione?

Semplice: trasformando i task più difficili da affrontare in sequenze di comportamenti o abitudini automatiche.

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Ora, parliamo della motivazione nei contesti più concreti della vita quotidiana.

La motivazione nello studio

Classico caso dello studente universitario che deve organizzarsi un piano di studio e seguire cicli di lezione, pianificando le date degli esami. Durante gli anni dell'università si imparano tante cose, una delle più importanti è quella di organizzare il proprio lavoro da soli.

Spesso ci si perde perché le distrazioni sono tante. In fondo si studiano libri su libri nel momento di massima freschezza fisica e mentale... questa energia, ogni studente lo sa, appare molto ben spesa in altre attività che con lo studio c'entrano poco. Divertirsi, uscire, conoscere nuove persone, esplorare il mondo et cet.

Trovare la motivazione per studiare giorno dopo giorno un tot di ore non è semplice e la procrastinazione è sempre dietro l'angolo.

La motivazione per dimagrire

La mancanza della motivazione è spesso la causa addotta da chi fallisce nelle diete. Per quale motivo? Perché le diete richiedono un approccio che rasenta il sacrificio e sconvolgono delle abitudini consolidate. Anziché sostituire queste abitudini si cerca di eliminarle, non lavorando sulle leve che favoriscono gli errati comportamenti alimentari.

La motivazione per smettere di fumare

In tutti i sondaggi, "la salute" viene indicata come il fattore più importante della vita. Viene prima dei soldi e della soddisfazione personale. Nonostante un secolo di studi alle spalle, ancora oggi ci sono tanti fumatori.

Perché non è facile trovare la motivazione per smettere? Semplice... perché è più facile investire del tempo nel sollievo odierno anziché nel recupero di benessere futuro.

È lo stesso schema mentale della procrastinazione. Gli individui procrastinano perché desiderano provare il senso di sollievo provocato dalla consapevolezza di non dover più affrontare un determinato impegno.

Ma è una lotta contro i mulini a vento. Nel caso del fumo devi lavorare, con la giusta motivazione, sulle leve che lo favoriscono (classico esempio: il caffè di metà mattinata). Ma con la giusta motivazione. 

La motivazione per fare attività fisica

Questa mancanza di motivazione è parente stretta di quella ricercata per dimagrire. Le persone capiscono l'importanza di fare un'attività fisica, ma essendo stancante e dolorosa - all'inizio - decidono che non ne vale la pena. Per cui perdono facilmente la motivazione.

È corretta la scelta di iniziare da attività fisiche semplici, ma spesso manca la motivazione per andare a correre perché si è rimasti per troppo tempo fermi. E non è facile spezzare la catena della sedentarietà. 

La motivazione nel lavoro durante la settimana

Sempre più persone dichiarano di essere stanche o insoddisfatte del proprio lavoro. Sorprendentemente non è una questione economica, anzi... dipende più dagli orari, da quanto tempo rimane per sé stessi e, in tanti casi, dall'ambiente stesso di lavoro che può costringere a stare insieme a persone poco gradevoli o del tutto demotivanti.

Anche in questo caso è una questione di quotidianità che non può essere lenita nemmeno dal ricorso alla procrastinazione.

Queste le cause più tipiche di mancanza di motivazione.

Come vedi c'è un elemento ricorrente e non è solo la quotidianità dell'impegno. 

L'elemento ricorrente è che la motivazione ti serve a fare qualcosa che non ti piace o che richiede un sacrificio enorme rispetto alla normalità.

È come se ti venisse richiesto di fare un enorme balzo in avanti.

La mia soluzione è semplice: nella maggior parte dei casi non hai la motivazione perché non sai come fare.

Come riuscire a fare le cose che non vuoi fare

Il desiderio di fare qualcosa è insufficiente a raggiungere un obiettivo perché per fare questo la persona deve avere l’abilità di superare gli ostacoli e di continuare nonostante le difficoltà.

La motivazione permette esattamente questo e lo fa grazie a 3 componenti;

  1. Attivazione: determina la decisione di iniziare un determinato comportamento, come per esempio iniziare ad allenarsi in palestra o cambiare alimentazione.
  2. Persistenza: è lo sforzo continuativo verso l’obiettivo anche quando esistono ostacoli. Per esempio continuare ad allenarsi anche se ci sono impegni di lavoro è un esempio di persistenza. 
  3. Intensità: rappresenta il livello di concentrazione e di vigore che la persona esprime nel tentativo di raggiungere il proprio obiettivo. Nel nostro esempio, si può andare in palestra per chiacchierare o eseguire distrattamente una serie di esercizi o, al contrario, metterci un elevato grado di impegno.

Dal punto di vista psicologico la motivazione può trarre origine da vari aspetti:

  1. Istinti: amore, protezione, sopravvivenza e altri istinti basilari possono motivarci e quindi promuovere i nostri comportamenti.
  2. Bisogni: la motivazione nasce anche dalla necessità di soddisfare i nostri bisogni come lo sfamarci, l’apparire belli e il piacere agli altri.
  3. Livelli di attivazione: noi funzioniamo al meglio ad un determinato livello di attivazione neurologica e adottiamo comportamenti che ci mantengano a quel livello perché ci sentiamo bene. 

Essere motivati aumenta significativamente le chance di raggiungere i propri obiettivi ma non solo, permette di dare alla propria vita un senso di scopo e di direzione.

I percorsi di crescita e di sviluppo personale, ma anche i manuali di psicologia, spostano giustamente l'attenzione da una dimensione privata (tua, personale, che conosci solo tu) a una pubblica (dichiarata, esplicita), così da creare un impegno di te stesso nei confronti degli altri.

Cioè costruire una realtà intorno a te nella quale le persone sanno ciò che devi fare e sono pronte a criticarti se non lo fai.

Per questo motivo spesso viene consigliato di:

  • Individuare degli obiettivi: più l’obiettivo è nitido, preciso e immaginabile nel minimo dettaglio e più elevata sarà la chance di sviluppare la giusta motivazione nel raggiungerlo. 
  • Scegliere quelli fattibili, realistici: nulla è più frustrante di rendersi conto di non avere la competenze o le capacità di raggiungere un obiettivo che ci si è prefissati. Per trovare la giusta motivazione, è fondamentale quindi identificare obiettivi sfidanti ma comunque possibili, alla propria portata.
  • Determinare tra questi quali possono essere messi in pericolo da cattive abitudini o quali sono più raggiungibili attraverso delle buone abitudini: le abitudini sono i gesti automatici che ripetiamo con maggior frequenza e che in larga misura determinano l’andamento delle nostre giornate e quindi della nostra vita. È molto importante che le abitudini siano allineate con gli obiettivi che abbiamo altrimenti fungeranno da sabotatore interno e rallenteranno il nostro percorso.
  • Rendere pubblica la tua motivazione e i tuoi obiettivi: condividere con gli altri i nostri obiettivi ci responsabilizza e ci offre la possibilità di rafforzare la nostra motivazione.
  • Segnare i progressi: osservare anche i più piccoli progressi e registrarli su un diario personale è importante per mantenere viva la percezione del percorso fatto.

Perché questi consigli per aumentare la motivazione, da soli, non bastano

I consigli sopra elencati sono eccellenti, ti invito a seguirli. Ma non bastano. Essi correggono due aspetti: la mancanza di coerenza con sé stessi che può essere facilmente vinta dalla tendenza a procrastinare; la necessità di provare piacere nelle cose quotidiane, al fine di trovare la motivazione per farle spesso.

Rimane il fatto che potresti disattendere le promesse pubbliche e fregartene delle conseguenze. In fondo, se rendi pubblici i tuoi intenti, le tue motivazioni, è probabile che tu coinvolga persone che ti vogliono bene e che ti criticheranno blandamente.

Invece, la cosa migliore da fare è correggere il tiro. E partire dalla base della conoscenza: solo sapendo COME FARE riesci veramente a fare le cose. E spesso arriverai a farle per abitudine dimenticandoti della necessità di motivazione.

Nel caso dello studio: la motivazione a studiare dipende dal fatto che le date degli esami spesso sono lontane rispetto all'inizio dello studio. C'è un difetto nella programmazione, la motivazione viene esaurita lì, nella fase di promessa, ma poi non si concretizza. 

In altre parole hai bisogno di un METODO. Se hai un metodo di studio, innescato da leve credibili che ti fanno scattare (i cosiddetti trigger) allora riuscirai senz'altro.

Ti faccio un esempio: facciamo finta che nella tua pigrizia di studente universitario, tu abbia questa routine molto comune.

  • Sveglia
  • Colazione
  • Smartphone
  • Libro, Smartphone, Social, Chat con amici
  • Libro, Smartphone
  • Caffè, Smartphone e distrazioni di tutti i tipi

Queste azioni ti tolgono 3 ore di tempo tra un caffè e l'altro.

In questo caso la soluzione è semplice: dai valore alla tua capacità di distrazione, ma spostala nel tempo.

Anziché procrastinare il dovere, rimanda il piacere.

Questo sposterà la tua distrazione principale nella sfera della ricompensa. Quindi, molto semplicemente, tra un caffè e l'altro, tieni il telefono spento, distante da te, a qualunque costo e studia per due ore e mezza. I tuoi amici, i tuoi coinquilini devono sapere che per due ore e mezza sei out, non disponibile. Fanne un punto d'orgoglio.

Sul piano biochimico la motivazione è strettamente connessa con il rilascio di dopamina. La chiave non è quindi il dolore, il sacrificio e la sofferenza ma il piacere di ricevere una ricompensa anche per i piccoli progressi quotidiani. 

Se non riesci mai a studiare hai già fatto un piccolo capolavoro, hai studiato quasi tre ore. Dopodiché prendi pure il telefono in mano e sfoga la tua voglia di procrastinare.

Se al prossimo esame andrai bene, troverai piacere nel Metodo che hai applicato e potrai facilmente estenderlo ad altre finestre temporali.

Questo schema può essere applicato anche nel lavoro, nella dieta, nell'attività fisica.

Devi creare una situazione nella quale al tuo impegno segue una ricompensa. Nel caso della dieta non può essere ovviamente un dolce o qualcosa da mangiare, perché ti serve un minimo di coerenza interna.

Ricordati che fino ad adesso stai usando come ricompensa il rimandare, il non fare le cose, il mangiare fuori orario, il non studiare et cet... troppo facile così!

Nell'esempio del lavoro la ricompensa maggiore può essere: fare una cosa che ti piace non appena finisci... oppure inserire una cosa che ti piace fare durante una pausa. Premiati, in modo da darti soddisfazione!

E soprattutto investi molto nel metodo. 

Nel caso dell'attività fisica questo è lampante. Se non ti piace correre perché devi correre? Ci sono decine di attività fisiche che puoi svolgere in alternativa, basta sapere quella che fa per te. Non sai come fare? Cerca un istruttore, informati sul web, segui un corso online. Non hai veramente scuse.

La ricompensa che ti dai può essere addirittura incorporata nell'attività fisica: ad esempio ascoltare un audiolibro, un podcast o della musica. Ma puoi semplicemente rimandarla a quando rientri a casa, una bella doccia calda e ti concedi un'ora per guardare la tua serie tv preferita.

Devi sempre usare ciò che ti fa perdere tempo come ricompensa, non come azione principale che ne scatena altre (generando vizi, cioè cattive abitudini).

Anche nel lavoro, sposta l'attenzione dall'ambiente - che consideri ostile - all'obiettivo che ti poni. Costruisci un modo di portare a termine i tuoi task che sia piacevole per te, che sia misurabile, che porti un valore che pure tu puoi apprezzare.

È solo un esempio ma potrebbe essere utile a ricordare che la soluzione non è fare di più di qualcosa che non sta funzionando, ma fare meglio o in modo diverso.

Per questo è importante tenere a mente che, per introdurre dei cambiamenti, è bene iniziare a comprendere di quali strumenti disporre.

Le abitudini sono alla base di tanti comportamenti. Se riesci ad essere abitudinario nel metodo, che comprende "il come fare le cose" piuttosto che "il quando o il quanto", poi diventi abitudinario nei processi quotidiani, di qualunque tipo.

Puoi costruire una giornata di rituali ben precisi, che hanno lo scopo di generare abitudini che eliminano tutti i deficit cognitivi che ti impediscono di portare a termine le cose che fai, o addirittura di cominciare a fare davvero qualcosa che vuoi.

Perché se desideri fare qualcosa e non la fai, vuol dire che non la vuoi veramente. E non c'è motivazione che tenga.

Se vuoi iniziare a vincere questa sfida, inizia dal corso "Avvia il cambiamento": è un percorso di miglioramento personale che ti aiuterà a creare nuove abitudini e ad abbandonare quelle vecchie per dare una svolta positiva alla tua vita. Lo hanno già provato oltre 5.500 persone. Vuoi essere la prossima?

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Filippo Ongaro

AUTORE

Filippo Ongaro

Medico degli astronauti dal 2000 al 2007, autore Bestseller, ideatore del Metodo Ongaro® e ambasciatore Still I Rise

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