Tutti sbagliamo ma la differenza tra le persone che girano a vuoto e quelle che combinano qualcosa è l'uso che viene fatto degli errori.
Nel primo caso errori e fallimenti sono qualcosa da rimuovere, negare, seppellire sotto mille bugie e scuse. Nel secondo invece lo sbaglio diventa la ragione per migliorarsi, la luce che illumina il difetto da correggere.
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Se ci pensi bene gli errori che commettiamo nella vita sono molto simili tra loro. Ognuno di noi ha una certa tipologia di sbaglio che, se non corretto, continua a ripetersi in contesti e tempi diversi. Non a caso, dico sempre che gli errori che si ripresentano regolarmente sono le lezioni che ci rifiutiamo di apprendere.
Perché facciamo fatica a imparare dai nostri errori
Sarebbe logico, anche sul piano evolutivo, essere in grado di sfruttare al massimo ogni intoppo per migliorare e diventare più capaci. Invece questo accade raramente e la maggior parte delle persone passa la propria vita ricadendo sempre negli stessi sbagli.
La ragione è che nel momento in cui emergono le conseguenze degli errori che commettiamo facciamo di tutto per risolvere il problema momentaneo senza andare a vedere le vere cause a monte. Poi, una volta usciti dall'emergenza, per evitare di rivivere emozioni negative, tendiamo a rimuovere l'accaduto, impedendo ancora una volta la ricerca della verità.
Abbracciare la verità, per quanto scomoda possa essere, è un passaggio essenziale per migliorare la propria prestazione e qualità della vita. Ma per fare questo dobbiamo toglierci i paraocchi che indossiamo per evitare di vedere quello che non ci piace e ridimensionare il nostro ego, che fatica ad accettare critiche e fallimenti.
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Un ego debordante è la causa principale di comportamenti e scelte che impediscono di dare il meglio di sé e spesso mettono a repentaglio, in maniera subdola, anche gli sforzi più intensi per emergere.
La persona che non controlla il proprio ego non si accorge dei segnali che manda agli altri, che sono fondamentalmente espressioni di insicurezze profonde, non corrette.
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Come dare il meglio di sé
Per dare il meglio occorre essere ambiziosi ma umili, caparbi e duri ma teneri, fermi ma gentili. Occorre quindi essere sicuri dei propri meriti così come consapevoli dei propri limiti. Questi sono i presupposti per migliorare.
Un ego ipertrofico porta alla vanità, ossia alla preoccupazione di apparire in buona luce agli occhi degli altri. Questo a sua volta ci spinge a cercare di raggiungere obiettivi per ottenere riconoscimento dagli altri e non per essere felici ed appagati noi stessi.
L'ego porta anche all’arroganza, al tentativo di imporsi sugli altri sulla base di una qualche presunta superiorità. Questo allontanerà da noi le persone valide e attrarrà altri insicuri, con l'ego fuori controllo, vanitosi ed arroganti. Una volta che saremo attorniati da persone così, ci troveremo davvero in una trappola di mediocrità e falsità.
Cambiare è possibile.
Sappiamo oggi che il fenomeno della neuroplasticità permette al cervello di ricrearsi e trasformarsi sulla base degli stimoli a cui lo esponiamo. Quando cambiano le nostre abitudini si trasforma letteralmente la struttura del nostro cervello.
Esistono alcune azioni chiave che, ripetute nel tempo, permettono di sviluppare l'umiltà che ci porta alla vera alta prestazione, lo spieghiamo nei nostri corsi di crescita personale.
Imparare ad ascoltare
Un aspetto fondamentale dell'essere umile è quello di ascoltare, di dare spazio agli altri e di desiderare davvero di apprendere da ogni persona che si incontra.
Meditazione e stare nel qui ed ora
Meditare ci allena a concentrarci sul presente e sulla percezione di ciò che accade invece di coltivare le illusioni dei ricordi passati e delle aspettative future.
Praticare la gratitudine e ricercare sempre la verità
Essere grati è l'antidoto più potente all'arroganza. E la ricerca della verità, anche quando fa male, è fondamentale per non vivere nella nebbia perenne delle bugie.
Chiedere e accettare aiuto
Nessuno di noi è infallibile, tutti commettono errori e spesso gli altri, che magari hanno già sperimentato lo stesso problema, ci possono aiutare. Basta avere il coraggio di chiedere.
Chiedere agli altri pareri onesti sulle nostre azioni
Voler ricevere sempre e solo complimenti è la strada che i deboli scelgono per tentare di rafforzarsi. Tuttavia è come sopprimere il sintomo senza avere compreso la causa della malattia. Gli altri ci possono fornire informazioni fondamentali su chi siamo e su come ci comportiamo. Basta saperle accettare.
In conclusione ritengo che le barriere che ci creiamo per proteggere il nostro ego diventino gli ostacoli insormontabili che non riusciamo a superare per migliorare noi stessi. È da qui che inizia il cammino per aumentare la prestazione e imparare a vivere a pieno.
Cambiare non è facile: impara a farlo con un metodo guidato.
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