Come usare il pensiero divergente per risolvere i problemi complessi?

Come usare il pensiero divergente per risolvere i problemi complessi?

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Conosci il pensiero divergente o pensiero laterale e tutte le potenzialità che offre per stimolare la creatività e il problem solving? È molto interessante approfondire il discorso (lo faremo insieme in questo articolo), perché potrebbe esserti molto utile saper sfruttare il pensiero divergente in ambito professionale (e non solo).

Prima di andare a fondo dell’argomento, possiamo dire che il pensiero divergente è alla base del pensiero creativo, inteso come capacità di individuare soluzioni alternative a un problema complesso.

È difficile dare una definizione esatta di “creatività” e spiegare come nasca l’ispirazione. Ecco: il pensiero divergente cerca di illustrare come applichiamo la creatività e come possiamo imparare attraverso la sua applicazione.

Che cos’è il pensiero divergente?

Come abbiamo anticipato, si definisce pensiero divergente quel pensiero che consente di creare alternative a un problema, andando al di là della situazione di partenza. 

Questo tipo di ragionamento sembra derivare da un cambiamento di prospettiva sulla situazione e sulla sua visione complessiva, che dà adito così a nuove possibilità.

Perciò, il pensiero divergente esplora nuove direzioni e possibilità, portando alla produzione di nuove idee. Da questo punto di vista, il pensiero divergente si avvicina molto alla creatività, poiché stimola l'ispirazione, la produzione di nuove idee e l’esplorazione di nuove strade.

Caratteristiche del pensiero divergente

Il pensiero divergente fu elaborato da Guilford nel 1967 ed è stato successivamente oggetto di nuovi studi, ricerche scientifiche e metodi; è caratterizzato da alcuni elementi, in particolare:

  • Fluidità: indica la quantità di idee prodotte, senza riferimento alla loro qualità.
  • Flessibilità: è la capacità di passare da un’idea all’altra e da un concetto all’altro senza “perdere il filo”.
  • Originalità: riguarda la capacità di trovare idee insolite.
  • Elaborazione: si riferisce alla capacità di approfondire fino in fondo il proprio pensiero e la propria idea.
  • Valutazione: fa riferimento alla capacità di analizzare quale sia l’idea più pertinente allo scopo designato, tra tutte quelle elaborate.

Il pensiero produttivo si definisce attraverso un cambiamento di prospettiva rispetto alla situazione di partenza, che genera l’affacciarsi di nuove idee e nuove soluzioni. 

La componente creativa in questi casi riveste un ruolo fondamentale, perché consente di rompere gli schemi mentali con i quali siamo abituati a elaborare le situazioni, per individuare nuove idee e proposte.

A proposito di creatività, ti suggerisco questo video in cui ti spiego come diventare una persona creativa anche se non lo sei mai stata:

 

Nel prossimo paragrafo vediamo insieme cosa lega il pensiero divergente all’intelligenza emotiva.

Pensiero divergente e intelligenza emotiva: esiste una correlazione?

Gli studi di Goleman sull’intelligenza emotiva e sul pensiero divergente hanno rilevato l’importanza di sviluppare l’intelligenza emotiva associata a un pensiero più critico, per accrescere autoconsapevolezza ed empatia (ti rimando al mio articolo su intelligenza emotiva ed empatia), perché, secondo Goleman, le emozioni sono alla base del comportamento umano.

Infatti, la creatività e il pensiero divergente sono pieni di emozioni, e la letteratura scientifica lo dimostra. Per esempio, uno studio dello Yale Center for Emotional Intelligence pubblicato su Empirical Studies in the Arts ha mostrato che i bambini apprendono con successo le abilità creative in programmi che si concentrano sulle emozioni e sulle competenze di intelligenza emotiva.

In particolare, lo studio ha utilizzato la creazione di opere d’arte come strumento per insegnare sia le abilità di intelligenza emotiva, sia la creatività. 

Ai bambini e alle bambine che hanno preso parte alla ricerca è stato chiesto di utilizzare ricordi carichi di emozioni per esplorare le loro idee di sviluppo di una propria opera d’arte. 

Ad esempio, è stato chiesto loro quali colori o materiali potessero essere abbinati alle emozioni, come la rabbia o la gioia, e da lì bimbi e bimbe sono stati invitati a creare le loro opere tramite collegamenti, nessi logici e associazioni mentali.

Le discussioni conclusive si sono focalizzate su come l’intelligenza emotiva e le abilità creativee trasversali potrebbero essere applicate nella vita quotidiana, di fronte a ostacoli, problemi e difficoltà.

Dell’intelligenza emotiva parlo in questo video:

 

Pensiero divergente e pensiero convergente: quali differenze?

Esistono varie forme di ragionamento che ci consentono di pervenire alla soluzione di un quesito o un problema: per esempio, c’è la connessione per analogie che cerca di usare elementi appresi nel passato e applicarli a una situazione non nota, ma analoga, appunto, nel presente.

Oppure c’è il pensiero induttivo: cerca di analizzare le esperienze passate per individuare una regola generale che possa valere anche nel presente. 

Invece, la strategia opposta viene chiamata “pensiero deduttivo”: da una regola generale che fa da riferimento, si cerca di estrapolare indicazioni particolari che soddisfino le proprie esigenze nel presente.

Perché siamo partiti da qui? Perché a questi tipi di ragionamento si affiancano il pensiero convergente e il pensiero divergente

Mentre il pensiero divergente si caratterizza per produrre una soluzione nuova e creativa a un problema, il pensiero convergente si caratterizza per essere applicato a situazioni che ammettono un’unica risposta plausibile, che rimane entro i limiti imposti dalla situazione, rispettando regole già stabilite e codificate.

È sempre Guilford a postulare la definizione del pensiero convergente, nel 1967. Questi tipi di pensiero potrebbero essere collegati all’apprendimento. In particolare, il pensiero divergente sarebbe espressione di un pensiero creativo e artistico, mentre il pensiero convergente sarebbe espressione delle materie scientifiche.

Pensiero divergente e pensiero convergente sono due modi complementari di risolvere situazioni e problemi, e la persona deve essere in grado di attivare o uno o l’altro a seconda della situazione.

Fino a ora, soprattutto nell’apprendimento scolastico, si è dato quasi interamente spazio al pensiero convergente, senza considerare forme di “apprendimento divergente”, e quindi, talvolta, non valorizzando le persone che sembravano possedere naturalmente un atteggiamento “divergente”.

Proprio a questo proposito, nel prossimo paragrafo vedremo come il pensiero divergente possa essere di grande aiuto nel problem solving.

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Il pensiero divergente può aiutare nel problem solving? Sì, ecco in che modo

Il rapporto tra pensiero divergente e problem solving è molto stretto, perché la capacità di pensare in maniera creativa e "fuori dagli schemi", tipica del pensiero divergente o laterale, può essere molto utile a individuare soluzioni innovative al problema da affrontare. 

Il Creative Problem Solving (CPS) è per l’appunto un metodo utile per affrontare un problema, una difficoltà o una sfida in modo fantasioso e innovativo.

Si tratta di un processo che consente alle persone di ridefinire i problemi e le opportunità legati a una determinata situazione, accordandoli tra loro per trovare una soluzione innovativa.

Si tratta di applicare sia il pensiero divergente, sia quello convergente, in maniera complementare ed efficace. Il pensiero divergente genera molte, potenziali soluzioni e possibilità, altrimenti note come brainstorming. Invece, il pensiero convergente implica la valutazione di queste opzioni e la scelta di quella più promettente. 

Come allenare il pensiero divergente? Ecco 3 pratiche preziosissime

Ti chiederai: “Sì, d’accordo,ma come faccio, se non possiedo l’attitudine al pensiero divergente?” Buone notizie: chiunque di noi è in grado di allenare il pensiero divergente, anche tu! A questo scopo, è opportuno fare un lavoro interiore e concentrarti su quattro obiettivi ben definiti:

  • Migliorare la tua fluidità, cioè la capacità di produrre una grande quantità di idee.
  • Migliorare la tua flessibilità, cioè essere in grado di produrre idee diverse sulla base di diversi campi del sapere.
  • Essere originale, cioè saper creare idee innovative.
  • Migliorare la tua capacità di elaborazione: significa migliorare le tue idee per svilupparle con più raffinatezza.

Ci sono vari modi per allenare il pensiero divergente, e ne vedremo quattro.

1. Esercizi creativi di sinettica

La sinettica è alla base della creatività: infatti, ogni azione creativa si basa sull’associazione di idee o cose precedentemente esistenti, per dar vita a un prodotto originale completamente diverso.

Dunque, il pensiero sinettico è il processo di scoperta dei collegamenti che uniscono tra loro elementi apparentemente non connessi. 

È un modo per smontare mentalmente le cose e poi riassemblarle, per ottenere una nuova prospettiva che possa essere applicata a tutti i tipi di problemi. Ci sono 10 step che articolano questo processo:

  1. Togliere: eliminare o semplificare alcune parti del problema o della soluzione.
  2. Ripetere: replicare parti della soluzione per portarla al livello successivo.
  3. Combinare: combinare prospettive diverse, anche dissimili, per generarne una nuova.
  4. Aggiungere: aggiungere elementi, in modo che la soluzione sia più solida o originale.
  5. Trasferire: spostare la prospettiva in una situazione completamente diversa e valutare in che modo il cambiamento possa migliorare la soluzione.
  6. Sostituire: prendere un elemento del problema o della soluzione e sostituirlo con un altro più interessante, anche se apparentemente non vi è alcuna relazione.
  7. Modificare la scala: immaginare cosa succederebbe se si cambiasse improvvisamente la dimensione del problema, cioè se diventasse enorme o molto piccolo.
  8. Frammentare: prendere parte del problema e cercare una soluzione. In che modo questa soluzione può risolvere il resto del problema?
  9. Tergiversare: liberare la fantasia e immaginare di aver risolto il problema come se non ci fossero ostacoli o difficoltà. Quale sarebbe la soluzione perfetta?
  10. Animare: immaginare che il problema sia una persona reale. Come si comporterebbe? Quali soluzioni troverebbe?
  11. Il binomio fantastico di Gianni Rodari



Il binomio fantastico è un gioco proposto da Gianni Rodari nel suo celebre volume Grammatica della Fantasia, e serve ad associare parole e immagini nella mente

Questo esercizio è ispirato alle tecniche creative dei surrealisti francesi e si svolge in questo modo: si prendono due parole a caso, che non hanno apparentemente niente in comune, e le si associano in modo da creare un racconto di fantasia.

2. La tecnica S.C.A.M.P.E.R. 

È una strategia di sviluppo di idee creative spesso utilizzata a livello aziendale, e utile per creare qualcosa di innovativo e allenare il pensiero. SCAMPER è l’acronimo delle parole anglosassoni:

  • Substitute – Sostituisci.
  • Combine – Combina.
  • Adapt – Adatta.
  • Modify – Modifica.
  • Put to other use – Prova un altro utilizzo.
  • Eliminate – Elimina.
  • Rearrange – Riarrangia.

I verbi che compongono questo acronimo descrivono una metodologia di analisi di processi, problemi e situazioni che consente di generare idee e soluzioni in maniera diversificata.

Come frequentemente capita per le tecniche di pensiero creativo, lo SCAMPER è stato messo a punto nel mondo del business, in particolare per migliorare il design di processi o prodotti.

L’aspetto interessante del metodo è che i verbi che costituiscono l’acronimo sono verbi di azione, e ciò rende bene l’idea di come la creatività non sia qualcosa di passivo, ma, al contrario, preveda il nostro coinvolgimento attivo.

3. Coltivare il proprio benessere

Uno studio condotto dalla psicologa Nina Lieberman ha rivelato che il pensiero divergente va di pari passo con la gioia, l’ottimismo e il benessere interiore. Ciò significa che coltivare le relazioni sociali, riposare adeguatamente ed essere liberi da pressioni, ansia e stress può contribuire a ottimizzare il pensiero divergente.

Perché pensare “fuori dalla scatola”?

Hai mai sentito l’espressione To think out of the box? È spesso utilizzata per incoraggiare le persone a uscire dai propri pattern mentali e comportamentali e modificare il loro modo di pensare abituale. 

Molto spesso, la nostra creatività e il nostro pensiero laterale sono “arrugginiti”, perché siamo ancorati ad abitudini consolidate nella nostra vita: si tratta di abitudini mentali che rallentano il nostro cambiamento.

Infatti, la “scatola” nella quale il nostro pensiero è intrappolato è l’insieme di tutte le cose che abbiamo vissuto, l’ambiente nel quale siamo cresciuti, le nostre esperienze individuali. 

Noi siamo “socialmente situati” e tendiamo a comportarci e a scegliere sulla base del nostro vissuto, della nostra cultura e della nostra educazione. Ciò vale sia nella vita privata, sia nella vita professionale. 

Tuttavia, il rischio è di rimanere in uno stallo poco produttivo e poco utile al miglioramento. Infatti, se rimaniamo dove siamo, non ci sarà mai un progresso.

Rischiare, uscire dalla propria zona di comfort non è certo facile, ma si tratta di un passo fondamentale per avere maggiore elasticità e adattabilità, aumentare la produttività e migliorare la propria vita.

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Filippo Ongaro

AUTORE

Filippo Ongaro

Medico degli astronauti dal 2000 al 2007, autore Bestseller, ideatore del Metodo Ongaro® e ambasciatore Still I Rise

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