Dipendenza da smartphone: sintomi, conseguenze e rimedi pratici

Dipendenza da smartphone: sintomi, conseguenze e rimedi pratici

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Non c’è dubbio che lo smartphone sia lo strumento tecnologico che ha più influenzato le nostre vite, nell’ultimo ventennio. Ha proseguito la rivoluzione del cellulare creando un proprio universo interattivo che ormai si comporta come un prolungamento della mano e della mente.

Mentre un utilizzo produttivo e sano degli smartphone è positivo, l’uso compulsivo può invece interferire con la propria vita relazionale e affettiva, quella professionale e il rendimento scolastico o universitario.

Lo smartphone è un mezzo con il quale si rimane “connessi”, costantemente agganciati alla rete, tanto che la paura di non essere rintracciabili e privi di cellulare ha un nome: nomofobia (cioè paura di non avere il telefonino con sé).

La connessione costante, legata all’impiego delle notifiche e alla reperibilità, è considerata la normalità anche in momenti nei quali è tutt’altro che desiderabile.

Per cui la normalità (essere produttivi e sganciati dalla rete) è diventata l’eccezione, con un riflesso costante nel mondo dei social media.

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I sintomi della dipendenza da smartphone e cellulare

Perdita di tempo

Se dopo aver impiegato lo smartphone ti rendi conto che è passato tanto tempo, o se lo usi perché sei annoiato e non sai come far passare il tempo, allora vuol dire che potresti avere una severa dipendenza dallo smartphone. L’aspetto ricreativo è sostituito dalla compulsione.

Non puoi fisicamente resistere senza averlo vicino

Non puoi fare a meno di guardarlo, da seduto o da in piedi. Un segno è guardarlo non appena cambi posizione, o posizionarlo in vista non appena ci si siede.

Sei dipendente dai social media, inoltre

La dipendenza da smartphone va di pari passo con la compulsione da social media, da notifiche, da reazioni, in una continua rincorsa emotiva che ha effetti tutt’altro che soddisfacenti. L’uso costante dei social media, anche in ricerca di approvazione, è considerato negativo.

Aumenta l’ansia

La nomofobia si esprime al meglio con una forma d’ansia incontrollabile, dovuta al fatto di non avere lo smartphone con sé, di essere a corto di batteria o di giga, di non essere raggiungibili. Quest’ansia è anche indiretta: il genitore con il figlio per esempio. L’idea stessa di trascorrere alcuni giorni senza smartphone o senza connessione diretta può generare panico.

Sei sempre distratto

Il gesto di guardare costantemente lo smartphone anche quando si è in gruppo, mentre si conversa, durante un meeting di lavoro indica chiaramente una dipendenza. Ricordati che la socialità esisteva ben prima dello smartphone ed è un fattore di crescita evolutiva.

Più che parlare scrivi

Hai l’abitudine di messaggiare anziché parlare in faccia con effetti deflagranti sulla qualità delle tue relazioni.

Soffri di insonnia

Dormire male è uno dei sintomi della dipendenza da smartphone; tutte le ricerche ormai dimostrano che la luce blu emessa dagli schermi, in particolare dal cellulare, tenuto vicino agli occhi, influenza negativamente il sonno. Il sonno ristoratore è fondamentale per ricaricare le energie, costruire la memoria, vivere meglio.

Non puoi fare a meno di controllarlo

Lo controlli di continuo anche quando sei da solo, non solo per verificare le notifiche, ma anche per cercare informazioni  e soddisfare curiosità che puoi benissimo rimandare, a discapito della produttività a lavoro o negli studi.

Agisci impulsivamente

Come tutte le dipendenze, anche quella da smartphone prima o poi conduce verso l’impulsività e la non linearità dei comportamenti, tanto che inizi a vederti “diverso”. In realtà è la conseguenza di ansia, depressione, stati di panico, insonnia, preoccupazioni eccessive dovute all’impiego compulsivo del mezzo.

Lo usi mentre guidi

Una conseguenza sgradevole è l’utilizzo in contesti impropri se non addirittura pericolosi, come la guida. In Italia, le morti da incidente stradale sono diminuite negli anni, grazie alla sensibilizzazione costante e alle norme punitive sulla patente, ma tra queste sono in aumento quelle attribuibili a distrazione, soprattutto nei centri urbani, causata dall’uso dello smartphone.

Se questi sono i sintomi, immaginati i problemi.

Come già detto, la sostituzione di relazioni virtuali a quelle reali, in tutti gli àmbiti, grazie all’uso dei social media è arrivata a un punto nel quale viene considerato normale ritenere “amiche” o “partner” persone che non incontriamo mai.

Le vere relazioni sono fatte di un rapporto che è anche fisico e non intendo solo nei momenti di intimità, per esempio tra i partner, ma anche nelle normali interazioni. Ricordati che la comunicazione ha una base non verbale preponderante, che ha effetti positivi sul rilascio di ormoni e la sensazione di affetto e felicità.

La tendenza a preferire rapporti virtuali, che per la loro natura sono “meno problematici” e più disimpegnati, può portare a sviluppare ulteriori dipendenze e investire meno tempo in rapporti che contano.

Lo smartphone è uno strumento che riflette la compulsività nel ricercare degli elementi ludici e ricreativi, stimolanti e di facile consumo.

Una teoria afferma che la grandezza del display, che occupa sostanzialmente tutto lo strumento, non essendoci tastiera fisica, abbia contribuito e sia insieme la causa e l’effetto del largo consumo di pornografia online, a partire dall’adolescenza.

Lo smartphone rende accessibili e praticabili forme di dipendenze sessuali che si tengono nascoste o sulle quali non c’è nemmeno consapevolezza. In generale può portare a vedere la sessualità come un elemento estraneo rispetto a una relazione e vivere l’intimità in modo caotico e disimpegnato, con ricadute pesanti sulle relazioni e il modo di viverle.

Ovviamente lo smartphone, essendo sempre collegato e a portata di mano, sollecita lo sviluppo di altre dipendenze come quella da gioco, da shopping, da investimenti ad alto rischio.

Di dipendenze da strumenti di intrattenimento si parla da decenni. Anche la tv e il computer ponevano questi interrogativi, durante il massimo periodo di pervasività e propaganda.

Ma è chiaro che con lo smartphone siamo di fronte a qualcosa di imparagonabile: le dimensioni del dispositivo, a dispetto di display sempre più grandi e sofisticati, favoriscono questi fenomeni.

Il senso di ricompensa e di gratifica ci segue ovunque, tanto che è difficile immaginare una scena nella quale una persona stia molto distante dal suo telefono.

Anzi, vedo proprio l’opposto: coppie che siedono allo stesso tavolo che fissano il display senza guardarsi in faccia per un solo istante.

L’uso così compulsivo può nascondere ansia, depressione, insoddisfazione, solitudine, stress cronico.

PER APPROFONDIRE: 3 semplici regole per essere più soddisfatti

Allo stesso modo, come tutte le dipendenze quella da smartphone può esacerbare le cause, aumentando il grado di intensità del circolo vizioso.

Ci si sente:

  • Vuoti e stanchi
  • Arrabbiati e facilmente irritabili
  • Agitati e ansiosi
  • Confusi e poco concentrati
  • Annoiati da qualsiasi altra attività che non sia prendere lo smartphone in mano
  • Assonnati e privi di energie mentali

I rimedi alla dipendenza da smartphone

Tutte le pessime abitudini sono scatenate da un fattore denominato “trigger”, un comando nascosto, un grilletto, che fa scattare l’abitudine.

Le dipendenze si basano sulla ripetitività della ricompensa e quindi coinvolgono pesantemente i neurotrasmettitori e le stimolazioni dei centri del piacere.

Per eliminare la cattiva abitudine che porta alla dipendenza devi anzitutto eliminare il trigger e poi lavorare molto sulla tua interiorità. Capire che hai bisogno di autenticità e onestà nei riguardi di te stesso e degli altri.

Se è il cattivo umore, la noia, la sensazione di inadeguatezza a spingerti devi cercare di lavorare sul tuo bilanciamento psicologico, sul tuo equilibrio, trovando forme di rilassamento e di ricompensa più salutari.

La meditazione, la lettura, le camminate, le uscite in montagna o al mare danno questa sensazione di sollievo e immediato piacere. Come evidenziamo nei nostri corsi di crescita personale

Devi anche capire che la tua dimensione online è una proiezione.

Gli esseri umani sono degli individui sociali, lo dice la nostra evoluzione. Non siamo fatti per l’auto-isolamento, tanto che le persone solitarie, che si nascondono o rifuggono delle responsabilità, in quasi tutte le culture vengono considerate eccentriche.

Il tête-à-tête via monitor non sarà mai in grado di simulare e sostituire le sensazioni tattili e visive che è in grado di regalare uno sguardo intenso, una stretta di mano, un abbraccio. L’uomo è l’unico predatore che mostra i denti per trasmettere gioia e affetto, allegria e compiacimento. Immagina di passare un’intera vita a trasmettere quelle sensazioni usando una emoticon al posto del sorriso.

È possibile che la dimensioni online, in particolare la tua versione social media su Instagram, Facebook, TikTok o Twitter, ti abbia aiutato a superare una certa timidezza e ti consenta di fare amicizie che nella vita reale ti sono impossibili. Ma è chiaro che si tratta di un palliativo, di un surrogato di seconda mano che non assolve al compito di risolvere i tuoi conflitti interiori.

Puoi costruire relazioni migliori e vivere più intensamente: non hai bisogno di uno schermo (in tutti i sensi) che ti protegga. Devi fare un lavoro interiore che ti porti a scoprire il perché e come mai tu non riesca ad avere relazioni più soddisfacenti nel mondo reale.

Probabile che non sia nemmeno colpa tua e che sia condizionato dall’ambiente in cui vivi, da un eccesso di eterogeneità negli interessi che ti porta a frequentare persone fondamentalmente sbagliate e incompatibili.

Usa lo smartphone in modo intelligente

I telefonini moderni sono una grande invenzioni e possono essere utilizzati a fin di bene, per migliorare l’efficacia del proprio lavoro o tenersi in contatto con le persone importanti.

Non è immaginabile estraniarsi dal mondo fino a scomparire, come in quel famoso film “Into the wild”. È un lusso che pochi possono permettersi e non è detto che sia utile.

Prova invece a:

  • Stabilire un orario nel quale utilizzarlo, magari non tardi la notte, per non disturbare il sonno. Controlla l’utilizzo settimanale e regolati di conseguenza.
  • Spegnerlo a determinate ore della giornata: cioè trovare un momento fisso nel quale dici “non ci sono per nessuno, possono aspettare”. Sfrutta queste ore per perseguire i tuoi scopi e le tue passioni.
  • Non tenere il telefono a distanza di braccio dal letto, non tenerlo sul comodino dopo una certa ora. Se hai la sveglia impostata sul telefono a maggior ragione tienilo lontano per costringerti ad alzarti. Disabilita notifiche a partire da una certa ora. (Vale lo stesso per il tablet).
  • Non metterlo in bella mostra quando sei in compagnia. Anzi… sfida gli altri a non controllarlo per tutto il tempo che trascorrete insieme.
  • Ogni volta che stai per guardare lo smartphone chiediti cosa potresti fare di alternativo. È quasi sicuro che lo stai guardando per un futile motivo che non ha nemmeno senso di esistere. Se proprio devi “staccare” tieni a portato di mano un libro.
  • A mali estremi… elimina le applicazioni di social media. Non eliminare le notifiche perché l’assenza delle stesse ti costringerà a guardare lo smartphone per vedere se hai nuovi messaggi. Disinstalla e basta.

Ricordati che dietro dei comportamenti compulsivi in genere si nascondono delle insoddisfazioni. Puoi iniziare a lavorare su te stesso, costruendo nuove abitudini, nuove routine, basate su ricompense reali che ti fanno bene.

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Filippo Ongaro

AUTORE

Filippo Ongaro

Medico degli astronauti dal 2000 al 2007, autore Bestseller, ideatore del Metodo Ongaro® e ambasciatore Still I Rise

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