La pelle è il più esposto dei nostri organi. Una bella pelle è sinonimo di bellezza, ma una pelle sana assicura longevità e benessere per un lungo periodo. Sfortunatamente è come un'armatura che riporta i segni di tante battaglie, dovute principalmente all'invecchiamento.
Tuttavia si può fare qualcosa perché essa invecchi meglio e soprattutto sia più sana, cioè non appaia più vecchia e debole di quanto dovrebbe essere.
Il processo di invecchiamento della pelle
L'invecchiamento sulla pelle ha segni visibili che riscontriamo con il passare del tempo. Perde più elasticità e resistenza, lucentezza e forza. Le rughe sono il più evidente segno di questo naturale processo di decadimento. La pelle appare aggrinzita, secca, assume una colorazione non uniforme, sembra cedere più facilmente in determinati periodi dell'anno. Già in un'età insospettabile, come i trent'anni, nei quali un individuo è sano, il processo di rigenerazione cellulare è rallentato.
La pelle si ritrova sempre più esposta all'azione dei radicali liberi, che la danneggiano grazie al concorso dei raggi UV e dell'inquinamento. Poi iniziano a comparire le prime macchie, aree nelle quali la pigmentazione del derma è irregolare. È un altro segno di indebolimento: lo strato di grassi che funge da coperta protettiva si assottiglia, alimentando un circolo vizioso nel quale tutto concorre a rendere più vulnerabile l'epidermide. Le rughe aumentano, le macchie si moltiplicano, la disidratazione è più pronunciata. Lo stile di vita, il fumo, l'alcol, l'eccesso di grassi e zuccheri, l'inquinamento, l'esposizione al sole diventano fattori determinanti.
L'invecchiamento della pelle, secondo gli studi scientifici, è dovuto oltre che dall'azione dello stress ossidativo (i famigerati radicali liberi) anche da danni al DNA mitocondriale, all'accorciamento dei telomeri, al silenziamento genico delle molecole di microRNA, ai prodotti finali della glicazione avanzata, alle mutazioni genetiche, alle infiammazioni croniche.
Contro l'invecchiamento della pelle: come prevenirlo?
A un livello avanzato, medico-farmacologico, si può intervenire con l'obiettivo di ristabilire l'omeostasi dell'ossigeno nel processo ossidativo. Oppure con un trattamento a base di cellule staminali, il cui trapianto sembrerebbe essere un campo promettente per il futuro. Avanzato anche il campo della terapia ormonale e della modificazione dei telomeri. Ma in linea di massima si può fare molto adeguando lo stile di vita, in particolare l'alimentazione (qui alcune regole da seguire per un'alimentazione corretta).
Ho già scritto dei danni dello zucchero sulla pelle. Per combattere gli effetti della glicazione sarebbe opportuno consumare più cibi cotti a vapore o bolliti, con basso contenuto di zuccheri.
Alcuni scienziati pensano che l'utilizzo di alimenti come particolari spezie (cannella, origano, chiodi di garofano) possano inibire la glicazione indotta dal fruttosio. Lo stesso si può dire per l'aglio e lo zenzero, considerati alla stregua di super food.
Anche composti come la carnitina, la taurina, la carnosina, vitamine del gruppo B (in particolare la vitamina B2), lo zinco, il manganese e infine i flavonoidi, potrebbero essere interessati da questa azione anti-glicazione. Gli studi comunque necessitano di un approfondimento nel futuro.
Un altro studio, questa volta della Brown University, ha indagato la correlazione tra il consumo di vitamina A e l'incidenza del cancro alla pelle.
Lo stress propriamente detto può portare ad arrossamenti, sfoghi, dermatiti, a sviluppare malattie autoimmuni che danneggiano la pelle (ecco come combatterlo).
La protezione dai raggi UV
Da tempo i dermatologi di tutto il pianeta raccomandano caldamente di usare creme solari, oltre che per la protezione dai raggi UV, anche per rallentare l’invecchiamento della pelle: per la prima volta uno studio ha provato questa tesi.
La ricerca ha coinvolto 900 soggetti di pelle chiara, nella fascia d’età 25-55 residenti in Australia, dove le persone sono abitualmente esposte al sole per molti mesi l’anno. La maggior parte dei soggetti presi in considerazione, per proteggersi dai raggi solari, dichiarava di usare solo sporadicamente la protezione solare, mentre i due terzi si limitava ad indossare un cappello. Gli scienziati hanno così ordinato alla metà del gruppo di continuare con le abituali pratiche di prevenzione e all’altra metà di spalmarsi una crema solare, con un fattore di protezione pari a 15, che filtra il 92% dei raggi del sole.
Il risultato, pubblicato sul The Annals of Internal Medicine, ha evidenziato che le persone che avevano utilizzato la protezione solare ogni giorno avevano una pelle più liscia ed elastica rispetto a quelli assegnati a continuare le loro pratiche abituali.
Dallo studio non si capisce però ancora quali siano gli effetti passati i 55 anni di età, quando l’invecchiamento cutaneo diventa inevitabile, nonostante le cautele.
Ricordando sempre che si parla di uno studio effettuato su di un campione di 900 persone, si può quindi evincere che se ci si deve esporre al sole, soprattutto nelle ore più calde, è vivamente consigliato l'uso di una protezione solare, per abbassare le probabilità di sviluppare il cancro alla pelle e per rallentarne l’invecchiamento.
In conclusione
L'invecchiamento della pelle è un processo naturale, che può subire un'accelerazione con uno stile di vita sbagliato, delle pessime abitudini alimentari, la mancata protezione solare. La pelle è il nostro mantello protettivo. Avere una pelle sana significa maggiore protezione. Proteggersi per avere una pelle sana implica l'adozione di sane abitudini che potenziano la salute. Se vuoi approfondire qualcosa in più sulle abitudini che potenziano la tua salute, scopri il corso dedicato.

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