Teorie dell’invecchiamento: come perseguire una longevità apprezzabile

Teorie dell’invecchiamento: come perseguire una longevità apprezzabile

Indice

Cosa significa invecchiare e perché invecchiamo? Con il termine invecchiamento si intende comunemente l’insieme dei cambiamenti che si verificano col trascorrere del tempo, a ogni livello dell’organismo.

 

Il mio pensiero in breve 

 

L’invecchiamento del corpo umano è un fenomeno estremamente complesso e provare ad intervenire ad ogni livello potrebbe non essere possibile. Un approccio sensato al tema della longevità non deve essere fondato sull’ansia di provare a tenere tutto sotto controllo. Per questo insisto sempre che il punto di partenza è eliminare gli errori a livello dello stile di vita. Curare l’alimentazione, utilizzare in modo mirato i nutraceutici, fare allenamento fisico regolarmente e curare la propria dimensione interiore sono interventi che generano un effetto domino nel corpo aiutandolo a proteggersi dall’accumulo dei danni.

Visto “dall’esterno”, l’invecchiamento è caratterizzato da un complesso di mutamenti che accrescono il rischio di malattia e di morte. Questa prospettiva non sembra molto rosea, vero? 

In realtà, il discorso è assai più complesso. Infatti, le modificazioni che hanno luogo con l’avanzare dell’età possono essere legate al fisiologico processo di crescita, a fattori genetici propri della persona e allo svilupparsi di patologie.

A questi elementi si devono aggiungere i fattori epigenetici che appartengono alla persona, ma possono essere influenzati dalle proprie abitudini comportamentali

L’epigenetica indica l’insieme di meccanismi (epigenoma) che consentono al DNA di esprimersi, ne parleremo più avanti in maniera diffusa.

È interessante e molto importante capire meglio come siamo “programmati” e cosa possiamo fare per vivere bene e a lungo: scoprirai che tutto ha a che fare non solo con la longevità, ma con la qualità stessa del nostro invecchiamento.

Infatti, l’obiettivo delle nostre pratiche quotidiane e del nostro stile di vita non è più (solo) vivere a lungo, ma vivere a lungo e in salute, e ne parlo in questo video:

 

Quando iniziamo a invecchiare?

Molti di noi hanno paura di invecchiare. L’invecchiamento è un fenomeno graduale e individuale: infatti, può manifestarsi con modalità e tempistiche differenti da una persona all’altra. 

Questo processo è caratterizzato da significative variazioni a livello fisico, cognitivo e psichico. Tali modifiche sono spesso visibili nella nostra esperienza comune, per esempio osservando da vicino l’evoluzione della vita quotidiana delle persone anziane.

In linea generale, dopo la fascia d’età tra compresa tra i 20 e i 30 anni, comincia un progressivo processo di decadimento e deterioramento che rende più debole il nostro organismo e rallenta le funzioni biologiche.

L’intero nostro organismo subisce alcuni danni irreversibili, come per esempio: 

  • Le cellule cessano di riprodursi; 
  • I tessuti si atrofizzano; 
  • Gli organi sono meno funzionali ed efficienti.

Vediamo ora di addentrarci nell’analisi dei fattori o indicatori di invecchiamento, capirne il meccanismo e scoprire come poter agire per migliorare la qualità del nostro invecchiamento e del nostro benessere

Teorie dell’invecchiamento

Tra i vari geni candidati alla determinazione della longevità, possiamo trovare quelli legati alle funzioni immunitarie e infiammatorie, quelli correlati alla risposta allo stress e quelli implicati nel metabolismo lipidico e glucidico

Il pensiero scientifico ha elaborato innumerevoli teorie per risalire all’origine del processo di invecchiamento.

In genere, l’invecchiamento è associato al declino della risposta immunitariaimmunosenescenza (teoria immunologica). Al contempo, l’invecchiamento è caratterizzato da un cronico stato di lieve infiammazione (inflammaging, uno dei marcatori che analizzeremo a breve). 

Inoltre, secondo la teoria ormonale o neuroendocrina, il nostro orologio biologico sarebbe governato dall’ipofisi e dall’ipotalamo. L’apparato endocrino è assai complesso e si basa su un delicato equilibrio tra i vari ormoni prodotti. 

Quando questo equilibrio viene meno, il sistema di controllo inizia a non funzionare più in modo corretto, le funzioni vitali si modificano e il nostro corpo invecchia.

Vediamo ora in maniera approfondita la teoria dei radicali liberi, una tra le teorie di maggiore interesse scientifico.

Teoria dei radicali liberi

Una delle più importanti teorie chiamate a giustificare il processo di invecchiamento è la “teoria dei radicali liberi”. Questa teoria afferma che la perdita di funzione cellulare età-correlata derivi dall’accumulo di ROS (Specie Reattive dell’Ossigeno) a livello molecolare. Capiamo meglio.

Particolari specie chimiche note come radicali liberi possono determinare un danno cumulativo, con conseguente invecchiamento precoce

I radicali liberi sono prodotti fisiologicamente dal nostro organismo. Inoltre, normalmente, sono presenti nel nostro organismo enzimi o sostanze dette “antiossidanti”, capaci di prevenire o neutralizzare la formazione di radicali liberi

Col trascorrere del tempo e l’avanzare dell’età, aumenta la quantità di radicali liberi prodotti durante il processo di ossidazione

Tuttavia, quando la quantità e la reattività dei radicali liberi nell’organismo superano l’azione di contrasto degli antiossidanti, si parla di stress ossidativo o squilibrio REDOX, che è dunque uno sbilanciamento tra antiossidanti e radicali liberi.

Il problema sorge quando la produzione di radicali liberi è eccessivamente stimolata da fattori esterni come lo stress, il consumo smodato di alcol e fumo, l'inquinamento, una intensa esposizione solare senza protezione, un’alimentazione povera di cibi antiossidanti e poco equilibrata.

Questa situazione di squilibrio accelera l'invecchiamento, con effetti anche visibili, come ad esempio la perdita di elasticità della pelle e altre conseguenze più serie nel lungo periodo. 

In tutto questa situazione, c’è una buona notizia: possiamo intervenire in maniera diretta, responsabile e consapevole affinché l’invecchiamento progredisca in maniera regolare, mantenendo una buona qualità della nostra vita e della nostra salute. In che modo? Lo vedremo breve.

Come hai potuto vedere finora, l’invecchiamento è un processo complesso. Inoltre, la consapevolezza che scelte mirate e uno stile di vita corretto possano indurre un miglioramento della qualità della vita supporta ulteriormente la teoria della multifattorialità nella genesi della senescenza. 

Vedremo tutto questo soprattutto nella seconda parte di questo articolo, ma prima ti lascio a un altro mio video nel quale capiamo se si possa invertire l’invecchiamento:

 

I 12 hallmarks dell’invecchiamento: segni e indicatori dell’età che avanza

La ricerca scientifica ha fatto passi da gigante sull’invecchiamento e il pensiero scientifico è in continua evoluzione. 

Ad oggi, è molto cambiata la prospettiva scientifica sul tema della longevità e dell’invecchiamento. Infatti, fino a pochi anni fa, ci si scontrava con un vero e proprio dogma della medicina, secondo cui il processo di invecchiamento è fisiologico e non si deve intervenire, se non nel caso di patologie conclamate.

In realtà, il processo dell’invecchiamento è responsabile dell’insorgenza di patologie della vecchiaia, non sono due aspetti disconnessi; perciò, è possibile agire a monte sulle pre-condizioni patologiche.

Sulla rivista Cell, nel 2013, è stato pubblicato un articolo che riassume tutto quello che avviene nel nostro organismo quando invecchiamo, individuando alcuni segni distintivi o hallmarks. Questo studio è un work in progress: la ricerca progredisce ed emergono sempre nuovi risultati.

L’obiettivo è scoprire i meccanismi responsabili del progressivo deterioramento legato all’avanzare dell’età, per presidiarli e creare un percorso di invecchiamento meno brusco e repentino, e che tuteli la qualità della vita il più a lungo possibile. 

Infatti, il vero tema della nostra società nei prossimi anni non sarà estendere la durata della vita, ma comprimere l’emersione delle patologie all’ultimo periodo della vita: aumentare la vita sana, e non semplicemente aumentare la vita.

Elenchiamo qui di seguito i principali segni distintivi del processo di invecchiamento:

Instabilità genomica

È un fenomeno che determina alterazioni del corredo genetico di una cellula. Infatti, il genoma (cioè il complesso dei geni di una cellula o di un organismo) è in equilibrio tra gli eventi che ne provocano l’alterazione e i sistemi per la riparazione delle lesioni. L’instabilità genomica è tipica dell’insorgenza di tumori.

Alterazioni epigenetiche

Questa teoria ipotizza che l’invecchiamentodelle cellule sia imputabile a cambiamenti nell’espressione di alcuni geni dopo il raggiungimento della maturità riproduttiva. 

A partire dall’età adulta e col trascorrere del tempo, si cominciano ad attivare e a spegnere specifici geni che determinano, come risultato finale, l’aspetto caratteristico dell’invecchiamento (sia fisiologico, sia patologico).

Con l’invecchiamento, le proteine legate al DNA diventano imprecise e i geni iniziano a essere espressi quando non dovrebbero oppure, per errore, potrebbero non essere più espressi. Ciò può causare una mancata produzione di alcune proteine o la presenza di proteine dannose e inutili. 

A determinare questa “accensione” sono svariati fattori: i cibi che mangiamo, l’aria che respiriamo, a quanto stress psicofisico sottoponiamo il nostro organismo. Di questo si occupa l’epigenetica, cui abbiamo accennato nell’introduzione, e la buona notizia è che con le nostre abitudini possiamo rallentare il processo di invecchiamento.

Senescenza cellulare

Con l’avanzare del tempo, il nostro organismo perde progressivamente la capacità di rigenerarsi, di rispondere a lesioni nocive o riprendersi dalla fatica, oltre a sviluppare patologie croniche e degenerative che peggiorano il generale stato di salute. 

Ciò accade perché, più invecchiamo, più le nostre cellule faticano a riprodursi e a rimpiazzare le vecchie cellule (spesso danneggiate) con le nuove. Con l’età, il processo di replicazione cellulare rallenta gradualmente, fino ad arrestarsi del tutto. 

Attualmente, alcuni farmaci (detti senolitici) sono in fase di sviluppo con lo scopo di ridurre le cellule senescenti nelle persone anziane e trattare disturbi legati all’età.

Disfunzionalità mitocondriale

I mitocondri sono mini centrali energetiche che svolgono il ruolo di produrre energia cellulare. Con l’invecchiamento, questi organuli perdono efficienza e diventano disfunzionali, producendo una forma alterata di ossigeno che può causare danni al DNA e alle proteine. 

Esaurimento delle cellule staminali

Le cellule staminali sono in grado di convertirsi in differenti tipi di cellule nel nostro corpo. In molti tessuti, esse agiscono come un sistema di riparazione interno, ripristinando cellule danneggiate o morte. 

Con l’avanzare dell’età, le cellule staminali si esauriscono e sono meno attive, dunque non sono più in grado di dividersi rapidamente. 

Con l’esaurimento delle cellule staminali, i tessuti che dovrebbero essere rinnovati non si rinnovano, e ciò contribuisce a causare il cosiddetto “danno tissutale”. 

Infiammazione cronica

Con il termine inflammaging ci si riferisce a una infiammazione cronica, asintomatica e di basso grado che ha luogo in età avanzata, in assenza di infezioni. Questo stato infiammatorio cronico produce effetti nocivi sulla salute, concorre all’invecchiamento biologico e allo sviluppo di malattie legate all’età. 

In particolare, svariati studi hanno evidenziato che l’inflammaging sembrerebbe implicato nello sviluppo e nell’evoluzione dell’aterosclerosi, della malattia renale cronica, del diabete della persona adulta, delle malattie cardiovascolari e della malattia di Alzheimer.

Qui la dieta quotidiana e i cibi con proprietà anti-infiammatorie rivestono un ruolo molto importante, per contrastare l’infiammazione sul nascere.

Accorciamento dei telomeri

Invecchiamento e telomeri sono correlati: i telomeri sono piccole porzioni di DNA, veri “cappucciprotettivi alle estremità di ciascun cromosoma

Tutte le volte che le cellule si dividono, le parti finali del cromosoma si accorciano. Quando i telomeri si riducono sensibilmente fino a consumarsi, i cromosomi diventano instabili e insorgono molti problemi, tra cui la mancata o non corretta replicazione. 

In questo modo, i cromosomi non adeguatamente replicati si possono rompere, “uccidendo” le cellule. Alcuni studi scientifici stanno cercando di scoprire se l’attivazione della telomerasi (cioè l’enzima che ripara i telomeri) e l’allungamento dei telomeri possano rallentare l’invecchiamento negli esseri umani e negli animali.

Diminuzione della macroautofagia

L’autofagia è il processo di rigenerazione delle cellule. Questo meccanismo consente alle cellule di riciclare e rinnovare i propri componenti, garantendone il corretto funzionamento e la sopravvivenza. 

Questo processo è fondamentale nel mantenimento della salute cellulare. Infatti, comporta la degradazione e il riciclo di componenti cellulari, per fornire i “mattoni” indispensabili alla sopravvivenza e all'omeostasi (autoregolazione) cellulare, e impedire l'accumulo di aggregati responsabili di malattie o disfunzioni cellulari.

Inoltre, l'autofagia è coinvolta nella regolazione del metabolismo cellulare e del bilancio energetico, ed è stata collegata a diverse malattie legate all'età, tra cui i disturbi neurodegenerativi (per esempio il morbo di Alzheimer e di Parkinson). 

In particolare, la macroautofagia è finalizzata allo smaltimento di organuli danneggiati o proteine inutilizzate. La disfunzione del processo di autofagia può portare all'accumulo di aggregati proteici tossici, contribuendo alla progressione di situazioni patologiche.

Alterazione della comunicazione intercellulare

Perché il nostro organismo funzioni correttamente, le cellule devono “parlarsi” costantemente. Con l’invecchiamento, questa interazione perde efficienza: alcune cellule diventano meno reattive, causando una infiammazione che ostacola ulteriormente la comunicazione tra cellule sane e funzionanti. 

Con le cellule non più in grado di interagire tra loro, il sistema immunitario non riesce a eliminare adeguatamente patogeni e cellule senescenti. 

Inoltre, l’invecchiamento altera anche il livello della comunicazione intercellulare attraverso il sistema endocrino e neuroendocrino

Perciò, i messaggi inviati attraverso molecole ormonali, come ad esempio l’insulina, che circolano attraverso questi sistemi, tendono a “smarrirsi”.

Perdita di proteostasi

L'invecchiamento e alcune malattie a esso correlate sono associate a un'alterazione della proteostasi, cioè dei meccanismi che controllano la sintesi, la conformazione, la degradazione e l'aggregazione proteica. Ciò che è definito come perdita di proteostasi è l'accumulo, nel corso degli anni, di proteine danneggiate, sia all'interno sia all'esterno delle nostre cellule.

Disregolazione del nutrient sensing

I cosiddetti “sensori nutrizionali” (nutrient sensor) sono meccanismi cellulari in grado di regolare l’apporto di macronutrienti (come aminoacidi, zuccheri e lipidi) e rispondere alle fluttuazioni dei loro livelli nell’organismo, in modo da conservare l’equilibrio necessario a un adeguato apporto energetico.

Gli studi su questi meccanismi dovrebbero chiarire meglio in che modo i diversi nutrienti influiscono sul funzionamento di organi e apparati, e come questi processi vitali si modificano con l’invecchiamento.

Disbiosi

Con l’avanzare dell’età, il nostro microbiota intestinale risulta meno ricco e variegato, perdendo quei ceppi di batteri benefici (i cosiddetti probiotici), come ad esempio Lactobacillus e Bifidobacterium

Una minor variabilità significa una maggior vulnerabilità agli effetti negativi della disbiosi: perciò, non è raro osservare, con l’avanzare dell’età, l’accumularsi di batteri potenzialmente patogeni, come gli Enterobacteria, pronti a incidere negativamente in situazioni di stress intestinale.

Inoltre, ricorda che le alterazioni del microbiota intestinale concorrono anche allo sviluppo e al mantenimento dell’inflammaging di cui abbiamo parlato, cioè lo stato di infiammazione di basso grado correlato all’invecchiamento.

Torniamo ora alla questione con la quale abbiamo aperto questo articolo: è possibile intervenire in maniera sistematica e consapevole per rallentare il processo di invecchiamento e migliorare la nostra longevità? Sì, è possibile in molti modi, con abitudini sane e alcuni, preziosi alleati della nostra salute: conosciamoli.

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Cosa sono e quali sono gli eroi della longevità?

Parlare di longevità non è più sufficiente: infatti, al prolungamento dell’aspettativa di vita, garantito dai progressi della ricerca scientifica, dovrebbe corrispondere un miglioramento della qualità della vita e un maggior benessere. 

Per raggiungere questo obiettivo, è importante agire a livello macroscopico: corretto approccio al cibo, attività fisica, qualità del sonno e gestione dello stress sono tutte abitudini che dovrebbero essere invalse nella nostra quotidianità. 

Abbiamo il controllo su molti di questi fattorinutrizioneintegrazione alimentare (di cui parleremo tra pochissimo), allenamento fisico e gestione mentale, emozionale e relazionale

Sono i 4 fondamenti di una vita equilibrata e salubre, le leve corrette con le quali ottimizzare la propria risposta epigenetica

Gli ingredienti funzionali pro-longevity, eroi di una vita più lunga e in salute

A livello microscopico, accorre in nostro aiuto l’integrazione nutrizionale. Infatti, per colmare le micro carenze nutrizionali, sostenere il metabolismo cellulare e fornire alle cellule del nostro organismo gli strumenti essenziali alla riparazione e alla difesa nel tempo, è necessaria una integrazione alimentare quotidiana pro-longevity.

Scendono dunque in campo specifici ingredienti funzionali, i cosiddetti eroi della longevità, per modulare a livello cellulare gli hallmarks dell’aging, ossia i fattori dell’invecchiamento. Facciamo un elenco di questi eroi della longevità e descriviamone brevemente le caratteristiche specifiche:

Astaxantina

È un carotenoide con proprietà antiossidanti e antinfiammatorie. In ambito clinico, è impiegata per i suoi effetti cardioprotettivi, neuroprotettivi e per la sua capacità di promuovere la rigenerazione cellulare.

Carnitina

È un derivato amminoacidico. È essenziale per l’uso a scopi energetici degli acidi grassi nel mitocondrio. Stimola il metabolismo energetico, migliora la beta ossidazione degli acidi grassi, e supporta il mantenimento e il ripristino della funzionalità muscolare.

Carnosina

È un dipeptide, frutto dell’unione tra due amminoacidi. Svolge un’azione antiossidante e antinfiammatoria; svolge un’azione tampone sul pH del muscolo scheletrico, agisce da anti-glicante contrastando il danno legato all’accumulo di AGEs (glicotossine) e da antiaggregante piastrinico. Ha un potenziale effetto neuro protettivo.

Citicolina

È un naturale precursore di uno tra i più importanti neurotrasmettitori, l’acetilcolina, ed è parte integrante e necessaria delle membrane cellulari. Ha effetti sull’efficienza mitocondriale e sulla neuroplasticità, e funziona da nutrimento per il cervello, oltre a ridurre lo stress ossidativo. 

Collagene

È la sostanza proteica più comune nell’organismo, presente in ossa, pelle, tendini, cartilagini, vasi sanguigni e membrane. Inoltre, è uno dei componenti principali del tessuto connettivo. Il collagene è una vera e propria “impalcaturadi sostegno per differenti organi e tessuti: per esempio, favorisce il benessere delle cartilagini e la funzionalità di ossa e articolazioni. Inoltre, ha un potenziale effetto di controllo dei processi immunitari attraverso la modulazione del GALT (tessuto linfoide associato all’intestino).

Epicatechina

È un flavonoide con proprietà antiossidanti e protettive nei confronti dello stress ossidativo, antinfiammatorie e di modulazione del sistema immunitario. Inoltre, sostiene la salute cardiovascolare, cerebrale, ossea e del tessuto cutaneo.

HMB

È una sostanza naturalmente prodotta dal nostro corpo ed è un derivato dell'amminoacido leucina. Svolge un’azione regolatoria, attraverso la promozione della sintesi proteica e l’inibizione della proteolisi a livello muscolare. I suoi effetti sono di tipo anabolico (ossia di incremento della massa muscolare) e anticatabolico (impedisce alle proteine della massa muscolare di disgregarsi).

Minerali

Sono una classe di composti inorganici che fungono da cofattori di molti enzimi importanti. Sono coinvolti nel metabolismo dei nutrienti, nella modulazione del sistema immunitario e nella difesa dallo stress ossidativo. 

Nucleotidi

Sono le unità costitutive di DNA e RNA, i “mattoncini” fondamentali. Partecipano a molti processi cellulari con funzione energetica, plastica, coenzimatica e di segnalazione. Inoltre, modulano il sistema immunitario, proteggono la funzionalità dei mitocondri e sostengono la funzionalità intestinale ed epatica.

Omega 3

Fanno parte degli acidi grassi polinsaturi e hanno numerose proprietà benefiche, tra cui un’azioneantinfiammatoria, antitrombotica e immunomodulatoria. Hanno effetti benefici sul sistema cardiovascolare, sul sistema nervoso centrale, sul sistema visivo e sul tessuto osseo.

Pterostilbene

Svolge un’azione antinfiammatoria e antiossidante, prevenendo i danni dei radicali liberi e aumentando i livelli di SOD (superossido dismutasi) e GSH (glutatione). Svolge un’azione positiva sulla funzione cardiovascolare, metabolica, oltre che su neuroprotezione e dermoprotezione.

Quercetina

È un flavonoide con proprietà antiossidanti e antinfiammatorie, oltre che cardioprotettivo e neuro protettivo. A livello clinico, è utilizzata per la sua azione senolitica: infatti, contrasta l’accumulo di cellule senescenti, ossia le cellule che hanno cessato di riprodursi, ma rimangono vive e metabolicamente attive; sono anche definite cellule zombie, una vera e propria “zavorra cellulare”, poiché porterebbero a un microambiente infiammatorio. 

Resveratrolo

È un polifenolo con proprietà di modulazione dell’autofagia e di promozione della neurogenesi. Ha proprietà antiossidanti e antinfiammatorie e stimola la biogenesi mitocondriale. Ha effetti positivi sulle attività cerebrale, cardiovascolare e metabolica.

Urolitina A 

È derivata dal metabolismo intestinale del melograno ed è processato dalla flora batterica intestinale: è un metabolita. Sostiene la biogenesi e la funzionalità mitocondriale, promuovendo la mitofagia, ossia l’eliminazione dei mitocondri danneggiati. Inoltre, riduce l’inflammaging, aumenta la funzionalità del tessuto muscolare, di articolazioni, reni e intestino, e svolge un’azione cardioprotettiva e neuroprotettiva.

Vitamine 

Le vitamine comprendono una classe di composti molto eterogenea, con differenti funzioni: regolazione dell’espressione genica, modulazione della risposta infiammatoria, sostegno alla funzionalità mitocondriale e antiossidante.

Tiriamo le somme: un approccio pro-longevity

Come hai potuto osservare, l’invecchiamento cellulare può minacciare una longevità sana, e ciò può determinare perdita di energia, calo delle prestazioni fisiche e mentali, fastidi muscolari e articolari. 

In queste situazioni, è necessaria una integrazione specifica ed è indispensabile adottare tutte quelle strategie e abitudini regolari che possono concorrere a farci vivere meglio, più a lungo e in salute.

Chiariamo qui un aspetto fondamentale: gli integratori o supplementi alimentari non vanno assunti “a sentimento”! Per un utilizzo razionale, efficiente, ma soprattutto personalizzato in base alle tue esigenze, è necessario seguire i consigli di professionisti dell’ambito medico-sanitario, come medici, nutrizionisti e farmacisti preparatori, che hanno una conoscenza approfondita della longevità scientifica, della nutraceutica e sono in grado di fornirti consigli puntuali e affidabili.

Ricorda che la vera longevità si costruisce associando una nutraceutica mirata a un nuovo modo di alimentarsi, allenarsi e gestire la sfera psico-emotiva.

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Filippo Ongaro

AUTORE

Filippo Ongaro

Medico degli astronauti dal 2000 al 2007, autore Bestseller, ideatore del Metodo Ongaro® e ambasciatore Still I Rise

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