Invecchiamento attivo: di cosa si tratta? Le buone abitudini per sentirsi giovani più a lungo

Invecchiamento attivo: di cosa si tratta? Le buone abitudini per sentirsi giovani più a lungo

Indice

C’è una solida correlazione tra l’invecchiare in maniera attiva (prendendosi cura di sé, curando la propria alimentazione, svolgendo attività fisica, coltivando interessi e relazioni) e i benefici sulla salute psicofisica.

Definizione 

Nel 2002, l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha definito l’invecchiamento attivo come "il processo di ottimizzazione delle opportunità di salute […]per migliorare la qualità della vita delle persone che invecchiano". 

L’invecchiamento attivo può essere quindi considerato uno strumento di prevenzione per aspirare quanto più possibile a una longevità in salute.

Perciò, l’invecchiamento attivo (active ageing) è un mezzo per raggiungere un invecchiamento in salute (healthy ageing). In che modo?

Ad esempio, ottimizzando le proprie abitudini di salute per allontanare l’insorgenza di alcune patologie e mantenere funzionalità ed efficienza di corpo e mente.

Quali sono i tipi di invecchiamento?

Possiamo distinguere tra: 

Invecchiamento primario 

È quella serie di cambiamenti progressivi e inevitabili che avvengono in tutte le persone col trascorrere degli anni, per esempio il rallentamento motorio, la diminuzione della vista, la comparsa dei capelli bianchi, la perdita di tono ed elasticità della pelle.

Invecchiamento secondario 

È costituito da cambiamenti determinati da fattori ambientali e comportamentali. I principali fattori che condizionano l'intensità dell'invecchiamento secondario sono lo stile di vita, le abitudini e le influenze ambientali. 

Perciò, ad esempio, soffrire di patologie cardiovascolari e al contempo seguire una dieta malsana, essere sedentari, fumare, bere alcolici, esporsi al sole senza protezioni o respirare aria inquinata promuovono il processo di invecchiamento.

Invecchiamento terziario 

Noto anche come terminal drop, si riferisce ai processi di deterioramento che precedono la morte, e in particolare a un aumento della vulnerabilità, al deficit delle capacità cognitive e delle capacità di adattamento. 

Quando inizia l’invecchiamento (primario) e a che età ci si può definire “vecchi”?

L’invecchiamento (potremmo qui parlare di“invecchiamento primario, in base ai pattern visti poco fa) è un complesso processo biologico che inizia dopo la maturità, intorno ai 30 anni d’età, e che comporta una graduale diminuzione dell’efficienza, delle capacità funzionali (soprattutto vista, udito, funzioni cognitive) e un progressivo aumento delle malattie croniche.

Il processo di invecchiamento è caratterizzato da precisi marcatori biologici: 

  • resistenza all’insulina e diminuita tolleranza al glucosio;
  • aumento della pressione; 
  • aumento della massa grassa;
  • riduzione della massa e della potenza muscolare;
  • generale calo delle difese immunitarie.

segni di invecchiamento a livello fisico includono:

  • canizie dei capelli;
  • pelle meno elastica e meno tonica, soprattutto mani e volto.

Infine, altre condizioni patologiche tipiche dell’invecchiamento: 

Alcuni di questi processi possono non comparire mai, altri si manifestano solo dopo una certa età, mentre, in altri casi ancora, alcuni di questi sintomi cominciano a insorgere già dopo i 30 anni di età (è soggettivo), come la comparsa di rughe o capelli bianchi.

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Quali fattori determinano l’invecchiamento?

La rapidità del processo di invecchiamento è determinata da alcuni fattori: 

  • componente genetica (intrinseca nelle nostre cellule);
  • fattori esterni e ambientali (stile di vita e abitudini comportamentali, alimentazione, esercizio fisico, resistenza allo stress, condizioni climatiche, esposizione all’inquinamento). 

Sull’aspetto della genetica non possiamo fare molto. Per ciò che riguarda i fattori esterni, è invece possibile mantenersi giovani e in buona salute intervenendo sulle nostre abitudini comportamentali. È proprio l’epigenetica: in che modo il nostro comportamento e le nostre scelte possono attivare o meno alcuni geni, agendo sul DNA.

Proprio in un mio video recente, chiarisco la differenza tra la longevità tout court” e la longevità in piena salute, oltre ad approfondire tutti i fattori che contribuiscono a vivere bene e a lungo:

 

È quindi molto importante riuscire a inserirsi nel solco dell’invecchiamento secondario. Lo scopo è agire sia sugli effetti dell’invecchiamento primario, rallentandone i sintomi, sia sull’invecchiamento terziario, ritardandone l’insorgenza e lavorando sulla qualità della longevità.

Infatti, non basta vivere a lungo, l’obiettivo è vivere a lungo e meglio. Mangiare male, non fare sport, eccedere con fumo e alcool, non saper gestire stress ed emozioni, non avere una vita sociale di qualità sono tutti fattori che impoveriscono la qualità della propria vita e, inevitabilmente, concorrono ad accelerare l’invecchiamento sia fisico, sia mentale.

Come rallentare l’invecchiamento e migliorare la “sostanza” della nostra vita?

Possiamo prevenire l’invecchiamento e allontanare il rischio di patologie adottando quelli che io definisco i 4 fondamenti di una vita sana, e cioè:

1. Alimentazione consapevole

Impara a gestire al meglio la tua dieta: vitamine, proteine nobili (sia animali, sia vegetali), grassi sani, fibre, alimenti anti aging ad azione antiossidante sono tutti “mattoncini” indispensabili a mantenere corpo e cervello funzionali ed efficienti.

Invece, evita il cibo-spazzatura, privo di valore nutrizionale apprezzabile: alcolici, bibite gassate, dolciumi e cibi zuccherini, snack e alimenti ricchi di sale nascosto, carne processata, insaccati, fritti non devono essere un’abitudine, ma un’eccezione.

2. Integrazione alimentare a sostegno della dieta

È opportuno utilizzare multivitaminici e supporti di integrazione alimentare per compensare eventuali micro carenze e il deficit di un regime alimentare ricco di alimenti industrializzati e pieni di sostanze chimiche.

3. Allenamento

Oltre ad avere uno stile di vita attivo, è fondamentale unire allenamento aerobico ad allenamento con i pesi, per conservare tutte le funzionalità del nostro corpo, proteggere la massa ossea e muscolare, mantenere mobilità e flessibilità. Lavorare sulla forza e la resistenza significa garantirsi una vecchiaia più attiva, vitale e vivibile. 

4. Lavoro interiore e gestione emozionale

Come abbiamo visto, lo stress è uno tra i maggiori responsabili dell’invecchiamento. Per affrontare questa condizione, è opportuna una pratica disciplinata della gestione della mente e delle emozioni, per prenderci cura della nostra interiorità, che dà un significato profondo alla nostra esistenza. 

È possibile fare ciò attraverso tecniche come meditazione, mindfulness, yoga, tai chi, training autogeno. Ciascuno di noi può scegliere la disciplina più affine a sé, poiché agiscono in maniera molto simile.

Un ultimo aspetto: l’ottimismo

È la famosa capacità di vedere il bicchiere mezzo pieno anziché mezzo vuoto, e non è solo una questione dell’indole e del carattere con cui nasciamo. Infatti, l’ottimismo si può allenare giorno per giorno.

È riscontrato che chi pratica la meditazione ha un minor carico di stress, poiché impara a gestire e lasciar fluire le emozioni, concentrandosi sul presente.

Questa attitude è molto diffusa nei paesi orientali, mentre nel mondo occidentale in cui viviamo è tutto molto frenetico, convulso, e si attribuisce scarso peso alla salute mentale

In realtà, sentirsi bene con sé stessi e in armonia con le persone, affrontare la vita con entusiasmo ed energia ha un notevole riscontro anche sul piano fisico.

Invecchiare in maniera attiva è possibile se si prende cura di sé: ecco il mio corso gratuito per potenziare la tua salute.

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Filippo Ongaro

AUTORE

Filippo Ongaro

Medico degli astronauti dal 2000 al 2007, autore Bestseller, ideatore del Metodo Ongaro® e ambasciatore Still I Rise

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